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Cronaca

Movida selvaggia, residenti e gestori

LECCE - Il comitato LecceCentro che riunisce i residenti del centro storico del capoluogo salentino in guerra con "movida selvaggia", ha diffuso oggi un' intervista con il presidente del Coordinamento Provinciale Locali Serali.

LECCE - Il comitato LecceCentro che riunisce i residenti del centro storico del capoluogo salentino in guerra con "movida selvaggia", ha diffuso oggi un' intervista con il presidente del Coordinamento Provinciale Locali Serali, appartenente a Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi - Confcommercio, Marco De Matteis. La proponiamo integralmente perchè residienti ed esercenti si trovano, sembrerà strano, dalla stessa parte della barricata. Un'esperienza istruttiva.

Marco De Matteis è giovane, ma questo mestiere lo fa ormai da anni. E i problemi della movida, dal punto di vista dei gestori di locali e pub, li ha cominciati a vivere già nell'ormai lontana era di Adriana Poli Bortone sindaco. Proprietario del pub - lounge bar "Urban Cafè" di piazzetta Santa Chiara, in pieno centro storico, è anche il presidente del Coordinamento Provinciale Locali Serali, appartenente a FIpe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi - Confcommercio.

Il Comitato Leccentro è da sempre rispettoso del lavoro dei tanti proprietari e gestori nella nostra città. Da sempre è consapevole poi degli effetti di questa congiuntura di crisi che non accenna a finire. E fin dal principio chiede proprio che il lavoro innovativo, onesto e rispettoso venga premiato, senza ledere il diritto alla salute dei cittadini né quello al lavoro dei commercianti. Ecco il perché di questa chiaccherata con Marco De Matteis.

Una chiaccherata che porta alla luce secondo noi quello che è il vero nervo scoperto dell'affaire movida: l'assenza - o la presenza nebulosa - di regole certe e chiare, trasparenti e accessibili per tutti i cittadini (che siano residenti o gestori di locali), unita al caos di controlli da un lato inesistenti e dall'altro inappropriati.

Marco, l'ordinanza della movida è saltata perché secondo l'ufficio legale di Palazzo Carafa non esistono i motivi di "contingibilità e urgenza" che ne giustificherebbero il ricorso. Ci sarà un regolamento, più strutturato e concertato con i titolari di pub, ristoranti e locali del centro.

Era un'ordinanza condivisa dalle associazioni di categoria e l'assessore Andrea Guido è certamente colui che ad oggi si è più impegnato per trovare una soluzione con noi, con i residenti e con tutti i soggetti coinvolti. Quindi continuiamo a fare le nostre proposte.

Qual è la priorità dal vostro punto di vista?

Ci sono artigiani, alimentari, paninari, che approfittano della movida per estendere gli orari di apertura, che non potrebbero somministrare e somministrano, che non potrebbero avere i tavoli all'esterno ma li hanno. Una concorrenza sleale per noi: e se si iniziano a fare controlli mirati su questo fronte il problema movida secondo me si comincerebbe a ridurre già del 50%.

E il restante 50%? Cioè, tanto per fare un esempio: non mancano neppure tra i gestori di locali coloro che non rispettano le regole con musica troppo elevata all'esterno oltre gli orari consentiti.

Un'associazione non riesce a monitorare quello che accade tra gli associati. Ma il punto è un altro: la legge. Servono delle regole certe. Prendiamo l'ordinanza sul vetro e come è stata fatta rispettare: con un vigile in borghese che si presenta una volta l'anno, vede gli avventori consumare bevande in bottiglie di vetro davanti a un locale oltre gli orari consentiti e sanziona il locale nei pressi del quale si trovano. Con una "presunzione" di reato però: manca infatti l'accertamento di dove sia stata effettivamente acquistata quella bottiglia. E nelle vie di Lecce, si sa, i locali sono uno accanto all'altro e quindi la sanzione potrebbe arrivare al mio collega vicino laddove sono stato io a infrangere le regole. E comunque anche in questa situazione c'è un ma.

Quale?

Nel caso del vetro siamo quelli che noi quelli che prendevano il verbal. Ma poi a fine serata la maggior parte dei colleghi lascia le strade pulite, con una grande predisposizione al vivere civile. Non siamo certo noi quelli che lanciano bottiglie per aria. E a fronte di una inciviltà diffusa, alcuni di noi tentano di sensibilizzare la clientela, e per fare questo dipende che clientela hai no? Chiediamo controlli mirati da questo punto di vista, per essere tutelati a nostra volta mentre veniamo incontro e nel nostro piccolo discutiamo con i residenti. Controlli mirati e "logici": non quelli fatti a mezzanotte per verificare il nullaosta della canna fumaria o per chiedere ancora, nel 2013, la licenza. Ci svuotano il locale per che cosa? Chiedere carte che possono essere verificate durante la giornata, documenti peraltro già in possesso degli uffici competenti. Usiamo quelle energie per azioni più necessarie ed efficaci, no?

E per la musica cosa proponete?

Bisogna trovare una soluzione condivisa. Dopo la mezzanotte non può uscire fuori dal locale. Ma come si fa a tenere chiuse le porte d'estate in un posto come piazza Santa Chiara con almeno 10 locali aperti di sera e una concentrazione che arriva nel weekend anche a 3mila persone?

Come trovare una via di mezzo tra le vostre esigenze e quelle dei cittadini?

Prima di tutto speriamo di risolvere il problema del vetro con una soluzione migliore di quella che c'era. E di trovare ancora interlocutori istituzionali che, come Andrea Guido, vogliano lavorare con noi ad una via possibile. Siamo in una situazione degenerata, in una città che propone solo locali notturni e ristoranti. Forse le liberalizzazioni, come categoria, ci hanno penalizzato, portando a questo dilagare di autorizzazioni concentrate nel centro storico. Non c'è un albo professionale e non ci vogliono tanti requisiti per aprire un bar o un locale. Diciamo che il problema stava a monte.

Ovvero?

Aver dato la possibilità di aprire tutti questi esercizi a distanza ravvicinata o inesistente, senza lasciare spazio anche ad attività commerciali alternative. Ora, in un contesto di ordinanze datate e non condivise, la gestione della situazione sta alla sensibilità dei gestori e alla tolleranza dei residenti. Ho colleghi che sbagliano e residenti che hanno la lamentela facile e che a loro volta non rispettano le regole. Per le battaglie sacrosante voi residenti sfondate con noi - soprattutto con chi come me questo mestiere lo fa da tanto tempo - una porta aperta. Cerchiamo sempre di mediare e venirci incontro, con un passo da parte di tutti per incontrarci a metà strada.

 

 

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