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Cronaca

Naufragio colposo, indagini su viaggio

BRINDISI – Non ce l’ha fatta a raggiungere la motovedetta della Capitaneria di porto ed è finito in balia delle onde. Emergono i primi particolari sulle circostanze in cui ha perso la vita Alessandro Colangeli, 59 anni, originario di Stimigliano di Rieti.

BRINDISI – Non ce l’ha fatta a raggiungere la motovedetta della Capitaneria di porto ed è finito in balia delle onde. Emergono i primi particolari sulle circostanze in cui ha perso la vita Alessandro Colangeli, 59 anni, originario di Stimigliano di Rieti: skipper dello yacht "Pepe e Sale" lungo circa 24 metri incagliatosi stamane sulla diga di Punta Riso. I compagni di viaggio del 59enne, un sedicente imprenditore rumeno residente a Pescara e un cittadino di origine moldave, sono ricoverati in buone condizioni presso l’ospedale Perrino di Brindisi.

I due sono riusciti a salire a bordo del mezzo di soccorso. Colangeli, invece, è stato travolto dalla corrente. Stando a una prima ricostruzione dei fatti, l’equipaggio, poco prima delle 7, ha contattato la centrale operativa della Guardia costiera per segnalare un’avaria al motore.  Il mare era a forza 6-7. La barca, del tutto ingovernabile, scarrocciava verso la diga.

La Capitaneria di porto ha inviato sul posto una motovedetta. I naufraghi, decisi a recuperare il controllo del mezzo, si sarebbero rifiutati di trasbordare sull’imbarcazione militare. Nel frattempo, un peschereccio avvicinatosi per dare manforte alla motovedetta ha agganciato lo yacht con alcune cime. Ma queste si sono spezzate a causa del forte vento, rendendo così inevitabile la deriva verso la diga.

Poco prima dell’impatto con i frangiflutti, a poche decine di metri dall’ex ristorante “Pic Nic”, i naufraghi hanno indossato i giubbotti di sicurezza e si sono tuffati in mare. Gli stranieri, più giovani e forti fisicamente di Colangeli, hanno raggiunto la motovedetta a colpi di bracciate. Il 59enne ha cominciato invece ad annaspare fra i flutti.

A quel punto, era passata circa mezz’ora dalla segnalazione di avaria. Poco dopo le 7 e 30, la Capitaneria di porto ha chiesto l’ausilio dei vigili del fuoco, giunti sul posto da terra, con un mezzo partito dalla caserma di via Nicola Brandi, e dal distaccamento portuale, con una moto d’acqua.

Colangeli, sopraffatto dalla forza delle correnti, dava evidenti segni di cedimento. Alcuni pompieri si sono dovuti calare in mare per aiutare il collega alla guida dell’acquascooter a portare l’uomo in salvo. Fra le 8 e 30 e le 9, il 59enne è stato trasportato sulla diga, dove c’era ad attenderlo un’equipe di soccorritori del 118. Il 59enne era incosciente. Il suo cuore, nonostante i disperati tentativi di rianimazione, si è fermato pochi minuti più tardi.

Antonio  Costantini, pm di turno della Procura di Brindisi, ha aperto un fascicolo per naufragio colposo e disposto l’autopsia sul corpo dello skipper, morto per quel che si è appreso per arresto cardiaco non riconducibile ad annegamento. A quanto appreso, lo yacht, partito da Rimini, era salpato intorno alle 5 e 30 dal porto di Brindisi, dove sostava per uno scalo tecnico. La meta del viaggio è al momento sconosciuta. Bisogna anche capire per quale ragione, nonostante le avverse condizioni atmosferiche, sia stata comunque presa la decisione di mollare gli ormeggi. Alcuni aspetti di questa vicenda, insomma, vanno chiariti.

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