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Cronaca

Omicidio di Cellino, domani l'incarico al perito per l'autopsia su Maizza

CELLINO SAN MARCO – Sarà conferito molto probabilmente domani l’incarico al medico legale Antonio Carusi per effettuare l’autopsia sul cadavere di Renato Maizza, 38 anni, di Cellino San Marco. Ammazzato a colpi di pistola calibro 6,35 da Salvatore Renna, 65 anni, invalido (si sottopone a dialisi), di Cellino pure lui. La procedura per il conferimento dell’incarico è più lunga del solito in quanto c’è un indagato e bisogna dare avviso alle parti. Comunque, se non ci saranno intoppi, entro giovedì sera Carusi potrebbe eseguire l’esame. Che non è importante per cercare di risalire all’autore, poiché subito dopo ha confessato ed ora si trova rinchiuso in carcere. E’ invece importante per vedere se combacia la versione fornita da Renna con i colpi che hanno raggiunto Maizza. Stabilire se sono stati quattro, cinque o addirittura sei. E quanti hanno raggiunto al volto la vittima: uno o due.

CELLINO SAN MARCO – Sarà conferito molto probabilmente domani l’incarico al medico legale Antonio Carusi per effettuare l’autopsia sul cadavere di Renato Maizza, 38 anni, di Cellino San Marco. Ammazzato a colpi di pistola calibro 6,35 da Salvatore Renna, 65 anni, invalido (si sottopone a dialisi), di Cellino pure lui. La procedura per il conferimento dell’incarico è più lunga del solito in quanto c’è un indagato e bisogna dare avviso alle parti. Comunque, se non ci saranno intoppi, entro giovedì sera Carusi potrebbe eseguire l’esame. Che non è importante per cercare di risalire all’autore, poiché subito dopo ha confessato ed ora si trova rinchiuso in carcere. E’ invece importante per vedere se combacia la versione fornita da Renna con i colpi che hanno raggiunto Maizza. Stabilire se sono stati quattro, cinque o addirittura sei. E quanti hanno raggiunto al volto la vittima: uno o due.

La pistola è stata sottoposta a sequestro. Quando sono arrivati i poliziotti al quale aveva telefonato lo stesso Renna (“Venite a prendermi, ho ucciso una persona”) e i carabinieri chiamati da alcuni testimoni, l’assassino aveva ancora in mano l’arma. Matricola abrasa, calibro 6,35. “L’ho trovata in campagna e non ho pensato a portarla ai carabinieri”, si è giustificato. L’aveva portata nel garage di pertinenza dell’appartamento occupato dalla figlia alle palazzine popolari di piazza del Popolo, periferia di Cellino. Ed è andata a prenderla da lì dopo un primo litigio con Maizza a causa dell’acqua che non arrivava a casa della figlia e da questa attribuita alla vittima per presunte bollette non pagate.

“Sono stato aggredito e mi sono difeso”, ha detto Renna nel corso del lungo interrogatorio, presente il difensore avvocatessa Angela Epifani, al quale è stato sottoposto dagli uomini della Sezione Omicidi della Squadra mobile di Brindisi. L’indagato ha cercato di aggiustare il tiro, tirando in ballo la provocazione, per alleggerire la propria posizione processuale. Che non è semplice, dato che all’omicidio volontario si potrebbe aggiungere l’aggravante dei futili motivi. In nottata l’anziano è stato dichiarato in arresto, e dopo essere stato sottoposto a dialisi nell’ospedale Perrino, è stato trasferito in carcere. Sarà nelle prossime ore il giudice per le indagini preliminari in sede di convalida del provvedimento di arresto a stabilire se le sue condizioni fisiche di dializzato sono compatibili con la detenzione in carcere. Problema sollevato durante l’interrogatorio dall’avvocatessa Epifani.

Nel corso della notte i poliziotti hanno meglio focalizzato l’antefatto e come è avvenuto l’omicidio. Anche sulla base di alcune testimonianze. Testimoni che subito dopo l’omicidio hanno chiamato il 112 dell’Arma dei carabinieri, e per questo le indagini vengono svolte da polizia e carabinieri. Il movente è che nell’abitazione della figlia di Renna, Patrizia, un tempo abitata anche dallo stesso omicida, da tre giorni non c’era acqua. La donna ha attribuito la mancata erogazione dell’acqua a Maizza, e, come si è detto, a bollette non pagate da quest’ultimo. Da qui il primo contatto avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri tra Renna e Maizza. C’è stata una discussione. Testimoni dicono che ci sono stati spintoni e Renna e finito a terra. L’assassino invece dice che Maizza lo ha minacciato.

Fatto sta che Renna va nel vicino garage, di pertinenza della casa dove abita la figlia, del quale lui ha conservato uso e chiave, ed ha preso la pistola. E’ Tornato ad affrontare Renna. “La vedi questa – gli avrebbe detto -, sono disposto a usarla”. A quel Punto Maizza lo avrebbe spinto, facendolo ruzzolare a terra e lui avrebbe sparato in preda alla rabbia, centrando il giovane in più parti del corpo, compresa la faccia. Testimoni, invece, hanno sostenuto che Maizza si è difeso, mentre era Renna quello infuriato e gli avrebbe sparato immediatamente. L’autopsia servirà a stabilire numero di colpi, distanza, angolazione. Elementi molto importanti per accusa e difesa.

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