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Cronaca Ostuni

Omicidio Semeraro: Chirico non risponde al gip

OSTUNI – Si è avvalso della facoltà di non rispondere Nicola Chirico il 44enne di San Michele Salentino arrestato dai carabinieri all'alba di venerdì scorso perchè ritenuto responsabile dell'omicidio di Cosimo Semeraro, detto Mimmo Capellone, di Ostuni.

OSTUNI – Si è avvalso della facoltà di non rispondere Nicola Chirico il 44enne di San Michele Salentino arrestato dai carabinieri all'alba di venerdì scorso perchè ritenuto responsabile dell'omicidio di Cosimo Semeraro, detto Mimmo Capellone, di Ostuni, massacrato di botte e ammazzato a colpi di fucile la notte tra l'8 e il 9 novembre del 2007 all'età di 36 anni.

Questa mattina si è celebrato l'interrogatorio di garanzia. Chirico affiancato dal suo legale di fiducia, l'avvocato Gianvito Lillo, ha scelto la strada del silenzio fino a quando non leggerà l'ordinanza che decreta il suo arresto, provvedimento che ha ricevuto solo oggi. Chiederà al giudice di parlare e raccontare la sua versione solo quando avrà visto quello che c'è scritto riguardo al suo coinvolgimento nell'omicidio.

Secondo i carabinieri del Nucleo investigativo di Brindisi e dei militari del Ris di Roma che hanno condotto le indagini non ci sarebbero dubbi che il 44enne, per altro arrestato nel 2012 perchè ritenuto responsabile di una violenta rapina ai danni di una coppia di brindisini, i coniugi Scialpi, ha partecipato all'omicidio di Mimmo Capellone. Tracce del suo Dna sono state trovate in un lembo di guanto di gomma lasciato sulla scena del crimine al momento dell'omicio e sui jeans della vittima.

Le indagini sul suo conto sono state avviate dopo il suo arresto per la rapina ai coniugi Scialpi: in quell'occasione furono trovate tracce ematiche su un airbag di un suv Volvo XC60 utilizzato nell'atto delittuoso. Il profilo genetico emerso dall'analisi di quelle tracce di sangue combaciava con quello di Nicola Chirico, lo stesso, in seguito è stato comparato con quelli presenti in una banca dati dei profili genetici a disposizione delle Forze di Polizia. Tra essi c'era il Dna trovato sulla scena del crimine dell'omicidio di Cosimo Semeraro, avvenuto sette anni prima. Combacia con quello di Nicola Chirico.

 

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