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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca San Pietro Vernotico

Hascisc, marijuana e coca: gli "affari" di droga sull'asse Brindisi-Cerignola

Si sono tenuti gli interrogatori dei sampietrani coinvolti nel blitz del 16 marzo, che ha portato a 24 misure cautelari. I tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere

BRINDISI - Interrogati presso il carcere di Brindisi, dove attualmente si trovano, dal gip del Tribunale del capoluogo adriatico, Barbara Nestore, i tre sampietrani coinvolti nell'operazione "Cocktail" si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. L'interrogatorio di garanzia è avvenuto per rogatoria. Il 57enne Cosimo Candita, assistito dall'avvocato Francesco Cascione, ha preferito rimanere in silenzio. Allo stesso modo, Massimiliano De Marco (52 anni) e Daniele Leuzzi (49 anni), entrambi assistiti dall'avvocato Ladislao Massari, hanno optato per non rispondere. I tre sono rimasti coinvolti in un blitz operato da carabinieri e finanzieri, che ha visto 24 misure cautelari erogate complessivamente. Le personalità coinvolte sono prevalentemente di Cerignola. Il "core business": la droga.

Complessivamente, risultano 29 persone indagate. La maggior parte di loro sono di Cerignola, come già accennato. Devono rispondere, a vario titolo, principalmente di associazione dedita al traffico e allo smercio di sostanze stupefacenti (cocaina, marjuana e hashish), detenzione e porto in luogo pubblico di armi da sparo, sia comuni che da guerra, anche clandestine, estorsione, ricettazione e tentato omicidio aggravato. Differenti le posizioni dei tre sampietrani coinvolti nelle indagini. Il solo De Marco sarebbe stato un partecipante al presunto sodalizo. Il suo ruolo, quello di "stabile acquirente" della droga per la provincia di Brindisi. Poi, si legge nell'ordinanza, lo stesso De Marco avrebbe detenuto "per evidenti finalità di spaccio" quattro chili di marijuana. Ai tre sampietrani insieme viene contestato di avere detenuto e venduto a ignoti acquirenti cocaina, hashish e marijuana, droga acquistata al prezzo di almeno 40 mila euro. Infine, al solo De Marco, viene contestato anche il reato di ricettazione, relativo a una Fiat 500 provento di furto.

Scorrendo l'ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Francesco Vittorio Rinaldi del Tribunale di Bari, si evince nel dettaglio quanto contestato ai tre sampietrani. A De Marco e ad altri dieci soggetti viene contestata l'associazione finalizzata la traffico di stupefacenti. Gli elementi a carico degli indagati, specifica il gip, si traggono da intercettazioni, perquisizioni e sequestri vari. Per gli inquirenti, De Marco avrebbe gestito un canale di distribuzione della sostanza stupefacente, quello dell'hinterland brindisino. Sono diversi i contatti elencati nell'ordinanza tra il sampietrano e soggetti di Cerignola. Si parla anche di debiti di droga. Vengono registrate inoltre frizioni, molto pesanti, sempre per "morosità". A De Marco è contestato il capo di imputazione numero 18, relativo alla presunta detenzione ai fini di spaccio di quattro chili di marijuana, fornitagli da due indagati. Importanti, le conversazioni captate, in cui si parla di "erba" e si fa esplicito riferimento al quantitativo. E' il 5 ottobre 2017. Il corriere che recapita la droga nel Brindisino non viene individuato. E la qualità dello stupefacente, si lamenta l'acquirente, è scadente.

Poi, il capo 21 è contestato a tutti e tre i sampietrani coinvolti, De Marco, Candita e Leuzzi. Si parla di detenzione illecita di stupefacente finalizzata allo spaccio. La droga che sarebbe stata trattata è hashish ("fumo"), marijuana ("erba") e cocaina ("pacchi"), droga venduta da altri tre indagati. I fatti si sarebbero svolti tra ottobre e dicembre 2017. In un'occasione, i carabinieri di Cerignola sequestrano anche un "campione" di marijuana a De Marco. Al centro delle conversazioni riportate nell'ordinanza, gli "affari", ma anche i debiti, con "inviti" sempre più pressanti del gruppo di Cerignola a saldare, inviti rivolti ai brindisini. L'attività investigativa è stata condotta dalla compagnia dei carabinieri di Cerignola - con la direzione e il coordinamento della Dda di Bari, in collaborazione con la Direzione nazionale antimafia (che ha applicato all'indagine un suo magistrato) - L'indagine rivela il ruolo egemone di soggetti cerignolani nel traffico di sostanze stupefacenti e i collegamenti sia con la criminalità organizzata foggiana che con quella di altri contesti territoriali.

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