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Cronaca

“Porticciolo turistico, cessione delle quote comunali da chiarire: opera non strategica”

I consiglieri del movimento 5stelle chiedono di conoscere quali azioni l’Ente abbia posto in essere per tutelare la partecipazione, il valore di liquidazione e l’ammontare delle perdite”

BRINDISI – “Qual è il futuro del porticciolo turistico? A quanto ammontano le perdite? Quali sono state, nel corso degli anni, le azioni poste in essere dal Comune di Brindisi in veste di socio della Bocca di Puglia spa per tutelare la propria partecipazione? Quell’opera non è mai stata determinante per lo sviluppo della nostra città, a dispetto di quanto ci auguravamo tutti”.

Gianluca Serra-6

L’interrogazione

Gli interrogativi sono stati sollevati dai consiglieri comunali del Movimento CinqueStelle di Brindisi, Gianluca Serra, già candidato sindaco, Tiziana Motolese e Paolo Antonio Le Grazie, secondo i quali è necessario che l’Amministrazione faccia chiarezza sulla questione del porticciolo e sulla vicenda legata alla dimissione del pacchetto azionario, deliberato durante l’Amministrazione di centrosinistra, versione Consales sindaco. La decisione venne assunta in Consiglio il 22 dicembre 2015, con i voti della sola maggioranza.

Gli esponenti hanno depositato oggi interrogazione rivolta al sindaco Riccardo Rossi, con richiesta di risposta scritta, per sapere – una volta per tutte – “se il procedimento di liquidazione della partecipazione è concluso” oppure no, “il valore di liquidazione delle azioni” messe in vendita dal Comune di Brindisi” e ancora per conoscere l’ammontare delle perdite contabilizzate dalla società nata per la costruzione e la gestione del porticciolo e le conseguenze sui conti pubblici. Domande quanto mai necessarie per evitare “eventuali pregiudizi a carico dell’Ente”, accompagnate dall’ulteriore richiesta di conoscere se mai a Palazzo di città qualcuno abbia intrapreso azioni di controllo, verifica e di sanzioni  nei confronti di quanti abbiano avuto un ruolo nella storia del fallimento dell’investimento.

Il soci privati e le azioni del Comune

Ad oggi, quel che risulta è che c’è stato prima il dietrofront di Igeco, socio privato di maggioranza della Bocca di Puglia, poi quello di Marinedi, altro socio privato: entrambi hanno rinunciato a subentrare nella titolarità delle azioni detenute dal Comune, dopo aver esercitato il diritto di prelazione perché l’investimento non rientra più nei piani di sviluppo, anche in considerazione del prezzo ritenuto eccessivo. Troppo elevato.

La procedura concorsuale era relativa a 4.770.073 azioni, per un valore di 198.231,36 euro, definito dal dipartimento degli studi aziendali dell’Università di Bari, presieduto da Vittorio Dell’Atti. All’appello pubblico di vendita oltre a Igeco che di recente ha fatto sapere di “non essere più interessata”, rispose la società Marinedi chiedendo di esercitare il diritto di prelazione pro quota, rispetto alla partecipazione detenuta con riferimento a 5.582.523 azioni sul totale di 23.589.193, pari al 23,66 per cento. Marinedi aveva opzionato 1.128.866 azioni, per un contro valore economico di 47.331,19.

Il passo indietro

Il controllo della regolarità contributiva ha portato il Comune ad estromettere il privato il 3 luglio 2017. La società il 12 ottobre 2017 ha “contestato l’avvenuta revoca”, sostenendo che nei propri confronti non si sarebbe dovuto procedere alla verifica del possesso dei requisiti, non avendo partecipato alla procedura di gara, ma avendo esercitato in veste di “privato il diritto di prelazione”. La richiesta è stata ribadita il 20 ottobre e a giudizio del Comune le “motivazioni della società possono ritenersi meritevoli di accoglimento”. Di conseguenza a Marinedi srl sono state aggiudicate le quote oggetto del diritto di prelazione: 1.128.866 azioni per 47.331,19 euro. La srl gestisce il porto di Vieste, sul Gargano, dopo quelli di Marina Capo Rizzuto, Marina di Villasimius, Marina di Forio d’Ischia, Marina dei Présidi di Porto Ercole, Marina di Procida, Marina di Teulada, Marina di Cagliari, Marina di Balestrate. Sembrava, quindi, destinata ad avere un ruolo anche nel Marina di Brindisi.

I dubbi sul futuro

Cosa succede adesso? I consiglieri pentastellati hanno ricordato al sindaco che la “dismissione delle quote appare obbligata poiché, per legge, le “Pubbliche amministrazioni non possono – direttamente o indirettamente – mantenere partecipazioni anche di minoranza in società aventi per oggetto attività di produzione di beni o servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali”. Bocca di Puglia con il porticciolo rientrano in questa categoria, secondo i grillini.

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