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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

"Quella al Dok la mia unica rapina"

BRINDISI – Pierluigi Brina confessa la tentata rapina al Dok, ma ribadisce la sua estraneità ai precedenti assalti riconducibili alla così detta banda dello scooter. Il 21enne, difeso dall’avvocato Cinzia Cavallo, si è presentato stamani davanti al gip.

BRINDISI – Pierluigi Brina confessa la tentata rapina al Dok, ma ribadisce la sua estraneità ai precedenti assalti riconducibili alla così detta banda dello scooter. Il 21enne, difeso dall’avvocato Cinzia Cavallo, si è presentato stamani davanti al gip del tribunale di Brindisi, Maurizio Saso, che ha convalidato l’arresto in regime di domiciliari disposto dal pm Luca Buccheri.

Brina ha confermato la testimonianza resa in questura due giorni fa. Non ha voluto fare, quindi, il nome del suo complice. Ha tentato di giustificarsi, riconducendo il suo gesto allo stato di indigenza in cui versa la sua numerosa famiglia (Brina, orfano di padre, ha altri 8 fratelli). “Ma questa – ha dichiarato il 21enne al giudice – è stata l’unica rapina della mia vita”.

Fin dalla sera dell’arresto, Brina si era mostrato collaborativo con le forze dell’ordine, indicando agli agenti della Sezione antirapina diretti dall’ispettore Giancarlo Di Nunno il luogo in cui aveva nascosto passamontagna, guanti e casco. Il giovane venne individuato in prossimità della rotatoria posta all’imbocco della Ss7 da due poliziotti fuori servizio.

Del complice, non c’è ancora traccia. Durante la fuga dal discount, tallonati dai vicequestori Vincenzo Zingaro e Gianluigi Lenti, anch’essi fuori servizio, i due abbandonarono lo scooter utilizzato per giungere sul posto, uno Scarabeo 150 rubato il 9 ottobre al Casale, e il bottino (due registratori di cassa carichi di banconote e monetine, per l’importo complessivo pari ad alcune centinaia di euro).

 

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