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Cronaca

Riesame annulla, Gip riordina: 44 arresti

TARANTO – Operazione “Monkey Business”: si replica. Quarantaquattro ordinanze di custodia cautelare (37 delle quali notificate in carcere) sono state eseguite nella notte dai carabinieri nell'ambito di un’inchiesta della Dda di Lecce che già nel marzo scorso aveva fatto luce su un grosso traffico di droga, di provenienza albanese, gestito sulle piazze del sud dalla criminalità pugliese, lucana e calabrese. Per tutti l'accusa è di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Allora come oggi, unico brindisino ad essere colpito dal nuovo ordine di arresto è l’ostunese Pasquale Pasquinio (39 anni, personaggio noto negli ambienti della criminalità locale).

TARANTO – Operazione “Monkey Business”: si replica. Quarantaquattro ordinanze di custodia cautelare (37 delle quali notificate in carcere) sono state eseguite nella notte dai carabinieri nell'ambito di un’inchiesta della Dda di Lecce che già nel marzo scorso aveva fatto luce su un grosso traffico di droga, di provenienza albanese, gestito sulle piazze del sud dalla criminalità pugliese, lucana e calabrese. Per tutti l'accusa  è di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Allora come oggi, unico brindisino ad essere colpito dal nuovo ordine di arresto è l’ostunese Pasquale Pasquinio (39 anni, personaggio noto negli ambienti della criminalità locale).

I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Lecce Vincenzo Brancato. Destinatari della misura restrittiva sono gli stessi soggetti già raggiunti dalle istanze cautelari lo scorso 19 marzo. Istanze che il Tribunale del riesame di Lecce aveva annullato per vizi di forma, determinando la scarcerazione di 24 indagati.

Per contenere il concreto pericolo di fuga, già nei giorni scorsi alla maggior parte di essi era stato applicato il fermo di indiziato di delitto con il conseguente rientro immediato in carcere. I sette arrestati oggi sono Pietro Caforio, Michele Caforio, Pietro Scialpi, Francesco Galileo, Arcangelo Fago, Cosimo Nigro e Marisa Marangione. Secondo gli investigatori la centrale operativa del clan, capeggiato dai fratelli Cosimo e Maria Scialpi, era nella zona Case parcheggio, nel quartiere popolare Tamburi di Taranto. Lì dove, non a caso evidentemente, Pasquinio nel 2010 fu beccato in flagranza di reato di spaccio di sostanze stupefacenti, insieme ad un pregiudicato del posto.

I Carabinieri accertarono che nei pressi di un’abitazione vi era un via vai sospetto di persone. Confusi tra i "clienti", i militari sorpresero i due malviventi mentre cedevano una dose di eroina ad un uomo di Taranto. Sottoposti a perquisizione, furono trovati in possesso di altri 16 grammi di eroina e della somma contante di 590 euro, provento dell´attività di spaccio. Ma quel blitz altro non era che un frammento dell’inchiesta che più avanti avrebbe portato gli inquirenti sulle rotte della droga del Tamburi: importata dall'Albania approdava a Bari e da qui raggiungeva Taranto per essere smistata nel capoluogo jonico e nelle province di Brindisi, Lecce, Matera e Cosenza.

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