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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

“Avvocato, paga o ti faccio a buchi”: cinque imputati, un civilista teste per la difesa

Processo in abbreviato per i brindisini Dario Guadalupi, Dionisio Livera, Antonio Montanaro, Luciano Giglio e Andrea Trinchera accusati di estorsione ai danni del professionista: il rito alternativo condizionato all'ascolto di un altro legale, collaboratore della presunta vittima

BRINDISI – Sarà un processo in abbreviato condizionato all’ascolto un avvocato, in qualità di teste citato dalla difesa, a stabilire se cinque brindisini siano stato o meno colpevoli di estorsione ai danni di un civilista del Foro di Brindisi. L’accusa mossa inizialmente dalla Procura è stata confermata nei confronti di Dionisio Livera, 38 anni; Antonio Montanaro, 42; Luciano Giglio, 40; Andrea Trinchera, 37, e Dario Guadalupi, 44.

La legge è uguale per tutti-2Tutti sono stati ammessi al rito speciale come richiesto dai difensori Giuseppe Guastella, Mauro Masiello, Luigi De Rosa e Umberto Roberto Marseglia, per il quali si rende necessario raccogliere la testimonianza di un collaboratore del legale ritenuto parte offesa perché avrebbe assistito ad alcuni incontri. L’udienza preliminare si è svolta oggi 16 marzo davanti al gup Stefania De Angelis.

Gli imputati furono arrestati il 6 marzo 2015 e tornarono in libertà dopo la pronuncia del Tribunale del Riesame per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza perché secondo i giudici sarebbero credibili quando sostengono di aver avuto crediti per diecimila euro nei confronti del professionista che conoscevano essendo tifosi della squadra di calcio della città. A giudizio del Tribunale del Riesame è possibile ipotizzare altre figure di reato, come l’esercizio arbitrario delle proprie ragioni usando violenza o minaccia, non l’estorsione. 

L’azione penale è stata esercitata dal sostituto procuratore Francesco Carluccio, dopo la notifica del secondo avviso di conclusione delle indagini a giugno 2016: il primo risale al 4 marzo 2016, ma il pm aveva ritenuto di procedere con un nuovo atto (in sostituzione del precedente) dopo aver  puntualizzato l’ipotesi di reato contestata separando le posizioni dei cinque all’esito di ulteriori accertamenti e precisando il periodo di tempo di riferimento.

Nella ricostruzione del pubblico ministero, Livera, Montanaro e Giglio si sarebbero presentati nello studio del professionista di Brindisi e avrebbero preteso di riscuotere un credito “non azionabile giuridicamente perché derivante da una causa illecita”, contesto emerso nel secondo avviso di conclusione. La somma di denaro sarebbe stata pretesa per conto di una “giovane donna di nazionalità colombiana che aveva offerto prestazioni sessuali all’avvocato, ricevendo in cambio un titolo di credito che una volta portato all’incasso non era stato pagato”.

Il civilista, come peraltro si legge nella denuncia avrebbe ricevuto minacce del tipo “ti faccio buchi buchi, mi devi dare i soldi, è grazie a me che sei ancora vivo”. La stessa richiesta sarebbe stata rivolta nei confronti di un collega di studio dell’avvocato perché quest’ultimo aveva riferito ai tre che la persona che cercavano non c’era. Ecco perché la difesa ne ha chiesto l’ascolto. I due civilisti avrebbero consegnato 300 euro e i tre si sarebbero impossessati delle chiavi di una Fiat 500 con la minaccia che le avrebbero restituite solo quando l’avvocato avesse pagato la somma di 700 euro. 

Livera, Montanaro e Giglio, si sarebbero ripresentati il giorno successivo nello studio legale per riscuotere 300 euro e restituire l’auto. Con l’aggravante di aver commesso il fatto essendo più persone riunite e in un luogo in cui la persona offesa esercitava la propria attività professionale. I due episodi sarebbero avvenuti tra settembre e novembre 2014. L’estorsione viene contestata anche nei confronti di Dario Guadalupi e Andrea Trinchera, assieme a Dionisio Livera: in concorso tra loro avrebbero costretto l’avvocato a consegnare beni e denaro.

In particolare, secondo il pm, Livera avrebbe incontrato il civilista in un parco pubblico con il pretesto di riscuotere un credito che a suo dire aveva Guadalupi: “Siccome tu devi dare dei soldi a lui, adesso li dai a me, muoviti altrimenti di sparo, ti mando in ospedale. Tra dieci minuti mi devi dare la moto”. E si sarebbe preso uno scooter. Fatto avvenuto nel mese di gennaio dello scorso anno.

A distanza di 30 giorni, Livera e Guadalupi sarebbero andati nello studio legale: il primo si sarebbe rivolto con atteggiamento minaccioso arrivando a dire “abbiamo risolto, facciamo così, mi dai tremila euro, devi finanziare la malavita”, in tal modo costringendo il professionista a dargli 300 euro come acconto mensile rispetto alla somma. Il 27 febbraio Livera sarebbe tornato dall’avvocato assieme a Trinchera e ad altre due persone non identificate, uno dei quali armato di pistola: uno avrebbe afferrato l’avvocato al collo, l’altro lo bloccava sulla sedia, un altro sbatteva pugni sulla scrivania e un altro ancora si impossessava delle chiavi di un fuoristrada.

Prima di andare via, uno del gruppo avrebbe minacciato ulteriormente il professionista: “Caso mai ci fai arrestare, che siamo un esercito, fuori rimane sempre qualcuno che ti viene a trovare, sappiamo dove abiti”. L’avvocato sarebbe stato costretto a consegnare due assegni bancari tratti sul suo conto corrente e post-datati: uno emesso il 4 marzo 2015 per mille euro e l’altro di pari importo il 20 dello stesso mese. Per la restante parte, pari a 700 euro, sarebbe stata soddisfatta imputando il valore del motociclo che Livera avrebbe preso.

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