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Cronaca

Ruba una Panda, si nasconde nell'armadio: arrestato

Trovati una pistola modificata con canna idonea a sparare cartucce calibro 6.35, un paio di guanti in lattice di colore nero e le chiavi dell’auto

BRINDISI -Nascosto nell'armadio della sua camera da letto, tra i vestiti, qualche ora dopo aver rubato una Fiat Panda: Roberto Leuci, 42 anni, di Brindisi, è stato arrestato dai carabinieri con l'accusa di rapina a mano armata la sera del 30 aprile scorso. La stessa sera della rapina con Kalashnikov consumata nell'oreficieria del centro commerciale Ipercoop: in un primo momento si era pensato che la Panda fosse servita al commando composto da quattro persone. Non è così. E' stato escluso qualsiasi collegamento.  Nell'abitazione di Leuci  i militari hanno trovato e posto sotto sequestro una pistola modificata con canna idonea a sparare cartucce calibro 6.35, un paio di guanti in lattice di colore nero e le chiavi dell’auto.

La rapina a mano armata

LEUCI Roberto, classe 1976-2-2Il brindisino è accusato di rapina a mano armata, porto e detenzione di arma comune da sparo. Era  ricercato poiché irreperibile essendo destinatario di un’ordinanza di ripristino della custodia in carcere emessa dal gip del Tribunale di Brindisi lo scorso 17 aprile. Lo hanno rintracciato i carabinieri del Nucleo Investigativo del reparto Operativo del comando provinciale di Brindisi, unitamente ai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia.

L'arresto

Stando a quanto ricostruito dai carabinieri, Leuci, nella serata del 30 aprile,  armato di pistola avrebbe minacciato tre persone tra cui il proprietario della Fiat Panda, per poi fuggire con l'auto.  L'utilitaria è stata ritrovata poco dopo nel parcheggio di un condominio in via Aleandro. Dalla descrizione fornita dai testimoni e dal  luogo del rinvenimento della Panda, i militari sono arrivati a  Roberto Leuci, residente in quella zona. Per questo motivo, i carabinieri  hanno fatto irruzione nell'appartamento del brindisino: i sospetti hanno trovato conferma perché Leuci, stando a quanto reso noto dagli stessi militari, era all’interno dell’armadio della stanza da letto, nascosto tra i vestiti.

La pistola

Di fronte agli uomini in divisa, nell’immediatezza dei fatti, Leuci ha ammesso le proprie responsabilità. Ha confessato di essere stato lui l'autore della rapina, ma non avrebbe fornito ulteriori spiegazioni. Nel corso della perquisizione i carabinieri hanno rinvenuto una borsa a tracolla contenente una pistola modificata con canna idonea a sparare cartucce calibro 6.35 con caricatore e due cartucce del medesimo calibro, un paio di guanti in lattice di colore nero e le chiavi dell’autovettura. In un'altra camera, è stato rinvenuto un cappellino maculato simile a quello descritto dalle vittime nel corso della rapina. 

I precedenti 

Leuci era già sottoposto agli arresti domiciliari per il reato di estorsione commesso a Catania nel giugno 2014, ai danni di un imprenditore locale, titolare di un'azienda agricola e casearia. Si era allontanato dal luogo di espiazione della misura cautelare senza la prescritta autorizzazione, e pertanto il Tribunale  aveva ripristinato la misura cautelare in carcere a cui si era sottratto. Di recente, il 20 febbraio 2018, nei confronti di Leuci è stata aggiunta una nuova accusa di estorsione nell'ambito dell'inchiesta Exodus condotta dai finanzieri, dopo la denuncia del padre di un ambulante di frutta e verdura costretto a lasciare Brindisi in seguito a una serie di minacce. Il giovane era stato costretto a chiedere denaro in prestito ad alcuni brindisini, dopo aver accumulato 80mila euro di debiti giocando alle slot-machine. Il Riesame ha confermato l'impianto accusatorio.

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