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Santa Teresa a rischio chiusura: i lavoratori presidiano la Provincia

Giornata di protesta per i lavoratori della Santa Teresa SpA, la società multiservizi a capitale pubblico controllata dalla Provincia di Brindisi, al centro, da mesi, di una problematica situazione organizzativa ed economica. Un gruppo di dipendenti ha, nella mattinata di oggi (23 settembre), occupato alcuni locali nella sede centrale della Provincia, in piazza Santa Teresa

BRINDISI - Giornata di protesta per i lavoratori della Santa Teresa SpA, la società multiservizi a capitale pubblico controllata dalla Provincia di Brindisi, al centro, da mesi, di una problematica situazione organizzativa ed economica. Un gruppo di dipendenti ha, nella mattinata di oggi (23 settembre), occupato alcuni locali nella sede centrale della Provincia, in piazza Santa Teresa. 

I tagli economici imposti dalle varie normative in vigore, vedi il “Decreto Del Rio” e la legge di stabilità, alle amministrazioni provinciali, hanno di fatto reso ancora più complicata qualunque gestione societaria. Se la Santa Teresa SpA, società che ha chiuso in positivo gli ultimi bilanci, non dovesse sopravvivere, a pagarne le conseguenze sarebbero i circa 140 dipendenti che, ad oggi, formano l’asset dell’azienda.

“Il caso della Santa Teresa è emblematico - dichiara a Brindisireport.it Amedeo Montagna, segretario generale provinciale Filcams Cgil - evidenzia come il “Decreto Del Rio” sia poco chiaro e lacunoso per quanto riguarda il futuro delle partecipate legate alle Province (quest’ultime, come è noto, dopo essere state declassate al secondo livello, sono destinate per legge all’abolizione, ndr), partecipate che danno lavoro e offrono ai cittadini servizi necessari”.

“Uno dei più grandi errori - continua Montagna - è mettere sullo stesso piano tutte le aziende partecipate; la Santa Teresa, per fare un esempio, è nata (durante il governo provinciale del presidente Errico, ndr), in primis, per scaricare la tensione sociale del territorio togliendo 100 persone da uno stato disoccupazionale, e anche per creare condizioni di economicità nei confronti della stessa Provincia, evitando di affidare a terzi i propri servizi. Una gestione ottimale della Santa Teresa ha permesso di chiudere in attivo i propri bilanci, cosa che non ha permesso di evitare le conseguenze che la legge Del Rio produce: togliere i fondi alla Provincia significa eliminare quelle società che, seppur amministrate ottimamente, non possono superare una situazione del genere”.

Frasi che coincidono con le dichiarazioni del presidente della Provincia, Maurizio Bruno, che questa mattina, ha indirizzato una lettera ai parlamentari brindisini, chiedendo l’appoggio e azioni necessarie per scongiurare la chiusura della società e il conseguente licenziamento dei 140 dipendenti.

“Il territorio brindisino - si legge nella lettera - già fortemente penalizzato in campo occupazionale da altre situazioni, non può permettere che una realtà societaria sana ed efficiente possa chiudere i battenti, con la perdita di 140 posti di lavoro. Tra l’altro, per alcuni dei lavoratori è già in corso la procedura di mobilità. La stessa normativa non distingue in maniera totale le società partecipate sane da quelle malamente amministrate, ma toglie servizi alle Province e, conseguentemente, riduce le tutele ai cittadini che ne usufruiscono”.

Fino ad oggi una delle poche certezze è la procedura di mobilità in corso per circa 40 dipendenti, mobilità che dovrebbe partire dal 31 ottobre.
“Il “Decreto Del Rio” - conclude il segretario Filcams Cgil - pone seri dubbi sul futuro della società, se entro il 31 ottobre 40 dipendenti andranno in mobilità, dal 1 gennaio 2016 saranno tutti e 140 i dipendenti che dovranno andare a casa. Noi, naturalmente, non siamo d’accordo, l’unica soluzione sarà quella d’intervenire sul decreto per porre delle differenze tra le società che hanno effettivamente un futuro, da quelle che hanno basato il proprio modus operandi sul clientelismo e sulla cattiva gestione”.

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