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Cronaca

Lsu esclusi, via alla lotta. "Il Comune ha usufruito di lavoro nero"

"Il piano di stabilizzazione di tutta la platea dei lavoratori interessati è stato disatteso dopo che ormai l'utilizzo ventennale nelle attività dell'ente si può definire un vero e proprio lavoro nero legalizzato". Sugli Lsu esclusi scatta l'agitazione sindacale

BRINDISI - "Il piano di stabilizzazione di tutta la platea dei lavoratori interessati è stato disatteso dopo che ormai l’utilizzo ventennale nelle attività dell’ente si può definire un vero e proprio lavoro nero legalizzato”. Così i sindacati confederali  brindisini considerano la scelta dell’amministrazione comunale guidata da Angela Carluccio di procedere alla stabilizzazione di soli 22 lavoratori socialmente utili sui 79 in attività, e dichiarano lo stato di agitazione dopo aver inviato una lettera al prefetto Annunziato Vardè, al questore Roberto Gentile e allo stesso sindaco.

“Le organizzazioni sindacali  hanno richiesto con urgenza un incontro a cui far partecipare anche l’assessore Regionale alle Politiche del Lavoro, Sebastiano Leo,  affinché si possa addivenire a soluzioni concretamente condivise che consentano il riconoscimento della dignità dovuta a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori  interessati. Qualora non si avrà il dovuto riscontro, saranno organizzate iniziative  di protesta a sostegno della vertenza”, avvertono i sindacati Cgil, Cisl e Uil .

Passando alla lettera trasmessa a prefetto, questore e sindaco, i segretari confederali premettono che in data 29 febbraio 2016 è stata sottoscritta la convenzione tra la Regione Puglia ed il Ministero delle Politiche Sociali per la prosecuzione dell’utilizzo dei Lavoratori socialmente utili. A seguito di ciò, la Corte dei Conti ha imposto che gli enti utilizzatori predispongano un apposito piano di stabilizzazione anche pluriennale, in assenza del quale non verrebbe prorogato l’utilizzo degli Lsu negli anni seguenti.

Inoltre, ricordano i tre sindacati confederali,  il 18 maggio 2016 l’allora commissario del Comune di Brindisi, Cesare Castelli, “manifestava formalmente, con appositi atti amministrativi, la disponibilità dell’Ente ad effettuare la stabilizzazione dei lavoratori, precisando anche il numero dei posti vacanti e più precisamente per le qualifiche per cui non è richiesto un titolo di studio superiore alla scuola dell’obbligo, ovvero 32 per le categorie B e di 47 per le categorie A.

Sulla base di tali premesse, proseguono Cgil, Cisl e Uil, le parti sociali e l’attuale amministrazione attuavano un incontro monotematico su tale argomento, raggiungendo l’intesa di stabilizzare con contratto part time nel previsto piano triennale tutti i lavoratori socialmente utili. La giunta Carluccio invece, prendono atto i sindacati,  ha deliberato unilateralmente l’assunzione di soli 22 Lavoratori (11 nel 2017 e 11 nel 2018) a fronte di una platea complessiva di 79 Lsu in servizio presso il Comune di Brindisi.

Quindi le organizzazioni sindacali hanno proclamato lo stato di agitazione, che prevede anche iniziative di carattere pubblico, “allo scopo di garantire la stabilizzazione di tutti i lavoratori coinvolti, ovvero per addivenire ad un processo marcato di giustizia sociale”.

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