rotate-mobile
Cronaca

Sempre in sciopero il Mof dell'Ilva

TARANTO – Ad una settimana dalla morte del giovane operaio del Mof (Movimento Ferroviario) Claudio Marsella nell’Ilva di Taranto, i colleghi, fuori dalla portineria lo urlano forte e chiaro: “Senza garanzia di una sicurezza sui luoghi di lavoro, noi non rientreremo sul cantiere, continueremo lo sciopero ad oltranza”. Sono oltre cento gli operai del Mof che dicono si alla vita e no alla morte in fabbrica. Intanto, si è tenuta nel pomeriggio di oggi una riunione, tra l’azienda e i sindacati per un’eventuale possibilità di fermo per alcuni reparti a causa dello sciopero.

TARANTOAd una settimana dalla morte del giovane operaio del Mof (Movimento Ferroviario) Claudio Marsella nell’Ilva di Taranto, i colleghi, fuori dalla portineria lo urlano forte e chiaro: “Senza garanzia di una sicurezza sui luoghi di lavoro, noi non rientreremo sul cantiere, continueremo lo sciopero ad oltranza”. Sono oltre cento gli operai del Mof che dicono si alla vita e no alla morte in fabbrica. Intanto, si è tenuta nel pomeriggio di oggi una riunione, tra l’azienda e i sindacati per un’eventuale possibilità di fermo per alcuni reparti a causa dello sciopero.

“Hanno spezzato il futuro a Claudio, sono anche loro responsabili. Siamo disposti a interrompere lo sciopero solo con le dovute garanzie”. Lo hanno detto i lavoratori Ilva del Reparto Mof , parlando con i giornalisti davanti alla portineria A in questi giorni. Sono un centinaio i lavoratori che scioperano dal 30 ottobre scorso, quando è morto Claudio Marsella, il 29enne di Oria, morto schiacciato da un locomotore durante operazioni di aggancio di un carro ferroviario.

Proseguirà ad oltranza, quindi, lo sciopero proclamato dall’Usb – Unione Sindacati di Base – e dei lavoratori del reparto Mof (movimento ferroviario) dell'Ilva che sono in presidio permanente davanti alla portineria A dello stabilimento per richiamare l'attenzione sulle questioni legate alla sicurezza dopo l'incidente che e' costato la vita al loro collega. I lavoratori hanno anche programmato per sabato 10 novembre una manifestazione con corteo con inizio alle 14.30.

“L'Ilva intende procedere - lo hanno detto i segretari di Fiom Cgil, Donato Stefanelli, e Uilm, Antonio Talò dopo la riunione di oggi pomeriggio con l’Ilva - alla messa in cassa integrazione ordinaria di 2mila dipendenti dell'area a freddo dello stabilimento a partire dal 19 novembre prossimo. Su tempi e modalità è in corso il confronto. Secondo la richiesta dell'azienda, la cassa integrazione dovrebbe durare 13 settimane”.

Ilva potrebbe annunciare la fermata del treno lamiere con ripercussioni per i Tubicifi 1 e 2, questo potrebbe comportare il ricorso alle ferie forzate per alcuni reparti e quindi la Cig anche per altri. Si tratta di estorsione civile? O lavori senza sicurezza oppure la cassa integrazione è assicurata. Eppure i lavoratori del reparto Mof, gli stessi che hanno visto morire un collega a soli 29 anni, chiedono solo e semplicemente che l’accordo tra l’azienda e i sindacati del 10 settembre 2010 – in cui senza in consenso dei dipendenti, i firmatari, hanno deciso che sui locomotori ci deve essere una sola unità – venga stracciato e quindi si possa avere più sicurezza sul cantiere.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sempre in sciopero il Mof dell'Ilva

BrindisiReport è in caricamento