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Cronaca

Simulazione di rapina, imputato carabiniere: "Il fatto non sussiste"

La Corte d’Appello accoglie il ricorso dei difensori Lodeserto e Lillo. Il militare nel 2010 denunciò che due persone in moto gli rubarono la pistola d’ordinanza. In primo grado era stato condannato a dieci mesi

TORRE SANTA SUSANNA– Assolto dall’accusa di aver simulato la rapina della pistola d’ordinanza: un maresciallo dei carabinieri di Torre Santa Susanna, ha incassato dalla Corte d’Appello di Lecce il riconoscimento della verità sempre sostenuta. A partire dalla denuncia sporta nel 2010, quando prestava servizio nel Reparto operativo di Brindisi.

La sentenza

Cosimo Lodeserto-2Il verdetto di secondo grado è stato pronunciato dal collegio salentino nella serata di ieri, in accoglimento del ricorso presentato e discusso dai difensori del sottufficiale, gli avvocati Cosimo Lodeserto (nella foto accanto) e Gianvito Lillo (nella foto in basso) del foro di Brindisi. I penalisti avevano impugnato la sentenza del Tribunale di Brindisi, in composizione monocratica, con la quale il giudice condannò il carabiniere alla pena di dieci mesi di reclusione, con il beneficio della sospensione.

La difesa

I due penalisti, nel corso delle arringhe, hanno evidenziato una errata lettura degli atti processuali, raccolti nel corso dell’istruttoria dibattimentale, in modo particolare facendo riferimento all’orario della denuncia presenta dal carabiniere all’epoca in servizio nel reparto operativo di Brindisi e a quello del ritrovamento dell’arma. Episodi distanziati fra loro di mezz’ora.

La denuncia

Il maresciallo, nel frattempo andato in pensione, riferì di essere stato rapinato mentre era in campagna, alle porte di Torre Santa Susanna, a conclusione dell’orario di servizio. Aveva raggiunto la propria abitazione rurale. Aveva con sé il borsello e la pistola d’ordinanza. Nella denuncia disse di essere stato avvicinato da due uomini in moto, entrambi con il casco. Uno dei due gli intimò di non muoversi, l’altro gli sfilò il borsello e la pistola. L’arma venne ritrovata da un passante nei pressi della sede della stazione.

Il tribunale militare

Gianvito LilloIl pubblico ministero sostenne che la denuncia non fosse corrispondente ai fatti e contestò al militare la simulazione di reato, della rapina della pistola, ottenendo il processo. In sede militare, davanti al Tribunale di Napoli, il sottufficiale, subì per questo motivo un processo ottenendo il proscioglimento.

Ieri anche la Corte d’Appello di Lecce ha riconosciuto come autentica la verità del maresciallo. Le motivazioni saranno depositate nelle prossime settimane.

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