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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Torchiarolo

Spari contro un'auto con donna incinta e due bimbi a bordo: quattro arresti

Svolta nelle indagini sulla pioggia di proiettili che la notte fra il 13 e il 14 maggio 2014 investì una Opel Corsa a bordo della quale viaggiavano un 24enne di Manduria, la compagna 23 enne di nazionalità rom incinta e al quarto mese di gravidanza, Elvira Bajrusi, e i due bimbi della coppia di 3 e 5 anni, provocando il ferimento della puerpera

TORCHIAROLO – Svolta nelle indagini sulla pioggia di proiettili che la notte fra il 13 e il 14 maggio 2014 investì una Opel Corsa a bordo della quale viaggiavano un 24enne di Manduria, la compagna 23 enne di nazionalità rom incinta e al quarto mese di gravidanza, Elvira Bajrusi, e i due bimbi della coppia di 3 e 5 anni, provocando il ferimento della puerpera.

I carabinieri della compagnia di Campi Salentina (Lecce), in collaborazione con i colleghi del Reparto operativo del comando provinciale di Lecce e della Compagnia di Brindisi, hanno eseguito stamani quattro ordinanze di custodia cautelare (2 in carcere, 2 ai domiciliari) emesse dal gip di Lecce Cinzia Vergine a carico dei 4 presunti responsabili della sparatoria. Tre di essi (Paolo Guadadiello, 28 anni, condotto in carcere, Massimiliano Lasalvia, 27 anni, Danilo Ragione, 28 anni, entrambi ai domiciliari) risiedono a Torchiarolo, uno, il 33enne Alessio Fortunato, di Squinzano, anche luo condotto in carcere,  nel Leccese. Le accuse contestate sono di tentato omicidio aggravato, e porto illegale di arma da fuoco.

Spari contro auto con donna incinta e figli: le foto

La sera del 13 maggio 2014, da quanto appurato dagli inquirenti, i quattro convocarono con una scusa, presso un bar di Squinzano (Lecce), un pregiudicato di Manduria (Taranto), che anch’egli all’epoca dei fatti resideva lì a Squinzano. 

Dopo averlo accusato di un furto commesso giorni prima, non ottenendo una confessione, lo picchiarono con pugni e calci. Sul luogo del pestaggio giunse la compagna, Elvira Bajrusi. Questa consegnò una pistola (poi risultata essere giocattolo) al compagno per mettere in fuga i suoi assalitori. I due riuscirono ad allontanarsi  con la loro auto, a bordo della quale vi erano anche i figlioletti. 

L’auto dei fuggitivi fu raggiunta  poco dopo, sulla strada provinciale Torchiarolo-Squinzano, da cinque persone a bordo di due autovetture.  Contro la macchina vennero esplosi quattro colpi di pistola, di cui uno colpì la Bajrusi alla spalla sinistra, per poi conficcarsi nel petto. La donna fu operata d’urgenza presso l’ospedale Perrino di Brindisi, pur non in pericolo di vita, per non pregiudicare la gravidanza portata a termine felicemente. 

Le indagini hanno accertato che gli aggressori esplosero i colpi di pistola, pur nella consapevolezza  della presenza dei due bambini all’interno dell’autovettura in fuga e delle particolari condizioni della donna. Maggiori dettagli saranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si svolgerà a Lecce. 

Il compagno della Bajrusi è il 25enne Antonio Rizziello. Intorno alle ore 22 del 13 maggio, l’uomo fu “convocato” da Fortunato in un bar di Squinzano. Raggiunta la caffetteria, A.R. si ritrovò  un vero e proprio tribunale composto da sei o sette individui che lo hanno accerchiato. La sua colpa sarebbe stata quella di aver commesso un furto in appartamento a Torchiarolo, ai danni di una persona molto vicina a Guadadiello. 

Da qui il nome dell'operazione "Il tragicatore", che nel linguaggio carcerario, è colui che diffonde notizia fasulle e la manipola a prorpio paicimento. Il malcapitato non ha ammesso quel colpo, e si è ritrovato in pochi istanti ricoperto da calci e pugni. Soltanto l’intervento della sua compagna, che attendeva nell’abitacolo in disparte, ha messo la parola fine al pestaggio. La ragazza, nonostante i suoi figli fossero nell’auto, e lei col pancione ormai piuttosto pronunciato, ha premuto il piede sull’acceleratore, puntando l’auto contro gli aggressori del suo convivente. Ne ha travolti due: tra questi anche un quinto indagato che non risulta tra i destinatari delle misure cautelari odierne, in quanto deceduto di recente in un incidente stradale.

Senza un filo di arrendevolezza, la ragazza è scesa dalla vettura impugnando una pistola, poi rivelatasi giocattolo, e ha inseguito il gruppo dei ragazzi: uno di loro ha trovato rifugio dietro al bancone del bar, Guadaiello, il vero “ricercato”, è riuscito a dileguarsi. La coppia è rincasata assieme ai due piccoli, d 3 e 5 anni, ma il gruppo di amici non si è arreso: è cominciata la caccia alla donna e al suo compagno.

I quattro arrestati, infatti, a bordo di due veicoli (Guadadiello e Fortunato su una Golf, gli altri due su una Citroen C3) hanno fatto per ore la spola sulla strada provinciale che collega Squinzano a Torchiarolo, dove la coppia risiedeva all’epoca. Certi che la famiglia sarebbe passata di lì, prima o poi, hanno percorso quella via su e giù fino a quando, alle due della notte del 14 maggio 2014, hanno tagliato la strada ad A.R. e alla sua convivente.

La coppia aveva recuperato le coperte e, visto l’accaduto di alcune ore prima, stava andando a dormire altrove. La C3 si è messa di traverso lungo la carreggiata, mentre Guadadiello avrebbe esploso almeno quattro colpi di pistola, crivellando la vettura che ospitava anche i bambini. La madre è stata raggiunta da un proiettile tra petto e spalla, mentre i malviventi sono fuggiti. Il compagno si è recato di corsa presso l’ospedale “Antonio Perrino” di Brindisi, dove la giovane donna incinta è stata sottoposta a un intervento chirurgico, che non ha fortunatamente provocato conseguenze alla nascita del piccolo, avvenuta nei mesi successivi.

Aquel punto, i carabinieri di Brindisi hanno interessato i colleghi di Campi Salentina, perché la versione fornita da A.R. presentava diverse lacune. Le indagini, supportate da testimonianze, filmati del circuito di videosorveglianza e persino intercettazioni ambientali effettuate nelle stanze dell’ospedale, hanno condotto gli inquirenti al gruppo dei quattro indagati. L’attività investigativa ha fatto emergere come gli aggressori, tutti nomi noti alle forze dell’odine, abbiano esploso i colpi di pistola nella piena consapevolezza  della presenza dei due bambini all’interno dell’autovettura in fuga, e delle particolari condizioni della donna.
 

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