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Cronaca

Sub travolti dalle eliche nel Salento: troppe violazioni delle regole in mare

L'imponderabile non è il fattore dominante degli incidenti in mare. La scarsa attenzione, il mancato rispetto delle regole, l'impreparazione invece lo sono. E ieri, a Gallipoli e Otranto, due sub hanno rischiato di morire travolti dalle eliche di natanti a motore. A Gallipoli è accaduto a metà mattinata davanti alla spiaggia della Purità, dove una barca con fuoribordo ha tranciato un braccio ad un sub del luogo. L'investitore era un imprenditore di Sannicola, identificato dalla Capitaneria di Porto. A Otranto la vittima, in località Cave, un sub munito di videocamera subacquea, di Maglie, è stato investito da un grosso gommone con una coppia di turisti svizzeri a bordo, riportando una profonda ferita da taglio ad una coscia

L’imponderabile non è il fattore dominante degli incidenti in mare. La scarsa attenzione, il mancato rispetto delle regole, l’impreparazione invece lo sono. E ieri, a Gallipoli e Otranto, due sub hanno rischiato di morire travolti dalle eliche di natanti a motore. A Gallipoli è accaduto a metà mattinata davanti alla spiaggia della Purità, dove una barca con fuoribordo ha tranciato un braccio ad un sub del luogo. L’investitore era un imprenditore di Sannicola, identificato dalla Capitaneria di Porto. A Otranto la vittima, in località Cave, un sub munito di videocamera subacquea, di Maglie, è stato investito da un grosso gommone con una coppia di turisti svizzeri a bordo, riportando una profonda ferita da taglio ad una coscia (leggi tutto).

boa2-3Chiunque pratichi le attività subacquee, dalla pesca in apnea all’immersione con autorespiratore ad aria, alla semplice osservazione di superficie, lo snorkeling, sa che il principale rischio cui va incontro è quello di essere investito da una imbarcazione, malgrado i palloni con le bandierine di segnalazione. I conducenti più esperti e prudenti di imbarcazioni a motore o a vela sanno, al contrario, che devono girare al largo delle boe segnasub. Poi c’è il “mondo di mezzo”, quello degli imprudenti, degli sciocchi esibizionisti che mai dovrebbero trovarsi alla guida di un natante o di una imbarcazione, e quello di sub o nuotatori inesperti, irresponsabili, che non rispettano l’obbligo della dotazione del pallone di segnalazione o ne fanno un uso scorretto.

Sul rispetto delle regole si stanno svolgendo le indagini dell’autorità marittima a Gallipoli e ad Otranto, e vale la pena riepilogarle, queste norme, anche se da giugno sono tutte nuovamente indicate nell’ordinanza balneare 2015 della Capitaneria di Porto di Brindisi, che deve essere affissa in tutti gli stabilimenti balneari, ma dovrebbe trovare ospitalità, almeno riepilogata per sommi capi, in apposite tabelle nei pressi delle spiagge libere e nei parcheggi lungo la costa. Va detto subito che appare paradossale una cosa: i divieti sono molto più severi per i sub e i pescatori in genere che per i diportisti. Infatti questi ultimi devono solo mantenersi oltre il limite di 200 metri dalla costa nel periodo in cui vide l’ordinanza, i pescatori di superficie oltre i 300 metri, e i pescatori subacquei oltre i 500 metri.

bandiera-2Stabiliti i limiti operativi principali, ecco gli obblighi sulla segnalazione della propria posizione e quelli per i diportisti. I sub sono obbligati a portare un pallone di segnalazione con bandierina apposita e non possono allontanarsi più di 50 metri dalla stessa boa. L’obbligo è stato esteso anche ai nuotatori e a chi fa snorkeling oltre il limite della fascia di balneazione (i famosi 200 metri dalla riva): in questo caso la sagola della boa che segnala il nuotatore non deve essere più lunga di tre metri. L’obbligo per i conducenti delle imbarcazioni e dei natanti: avvistata la boa segnasub, devono moderare la velocità e rispettare una distanza minima di 100 metri dalla boa. Non avvistare la boa non è una giustificante: chi naviga deve prestare estrema attenzione soprattutto in prossimità della costa.

Cosa avviene nella realtà invece lo sappiamo tutti. Barche che accostano tra i bagnanti a motore acceso, per esibizionismo o per sbarcare e imbarcare gli amici. Imbarcazioni che sfrecciano a distanze di pericolo dalla costa, spiagge affollate incluse. Sub e nuotatori sfiorati, anche se muniti di boa di segnalazione, da irresponsabili senza alcuna cultura e conoscenza nautica. Tornando al discorso iniziale: l’imponderabile, se vengono rispettate le regole, risulta ridotto a percentuali molto prossime allo zero. Ma va detto che il nostro Paese investe poco sulla sicurezza in mare, sia in termine di aggiornamento delle sanzioni (per omicidi e lesioni gravi in mare si dovrebbero invece applicare le stesse aggravanti che integreranno il codice della strada) che di investimento in mezzi finanziari e dotazioni.

boa segnasub-4Queste ultime vanno incrementate per la Guardia Costiera, regolamentando le funzioni di polizia marittima anche di altri corpi per evitare sprechi, sovrapposizioni e disservizi (salvo operazioni come quelle in corso per il salvataggio dei migranti), con progetti mirati su “Mare Sicuro”, aumentando così controlli, prevenzione e repressione, ma anche a favore delle Regioni e dei Comuni costieri per l’istituzione servizi estivi di salvataggio lungo le spiagge libere, e obbligando invece i privati a dotarsi di mezzi di salvataggio più moderni: nel 2015 i pattini hanno fatto il loro tempo, e si è visto anche a Brindisi e altrove. Chi vuole fare l’imprenditore balneare ha un obbligo prioritario: la sicurezza. Tutto il resto viene dopo. E tenere sempre a mente il numero 1530. Segnalare alla Guardia Costiera situazioni di rischio è molto importante.

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