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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Usura: confiscati beni a mediatore agricolo

SAN PANCRAZIO SALENTINO – Nuovi guai per il mediatore agricolo di San Pancrazio Salentino, Pasquale Leccese arrestato nel 2005 insieme alla moglie e ad altre quattro persone e condannato nel 2007 per usura e riciclaggio.

SAN PANCRAZIO SALENTINO – Nuovi guai per il mediatore agricolo di San Pancrazio Salentino, Pasquale Leccese arrestato nel 2005 insieme alla moglie e ad altre quattro persone e condannato nel 2007 per usura e riciclaggio: ieri i militari della tenenza della Guardia di Finanza di San Pietro Vernotico hanno eseguito un provvedimento di confisca su beni mobili e immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di 300mila euro, appartenti all'uomo e alla sua famiglia e già oggetto di sequestro preventivo nel novembre del 2012.

I sigilli sono stati posti a un deposito commerciale, un'abitazione civile, due auto e sei depositi di risparmio. Di tutti questi beni solo due libretti di risparmio sono intestati al mediatore agricolo, il resto a moglie e figli. Gli investimenti mobiliari e immobiliari realizzati dall'uomo sono risultati sproporzionati, secondo gli inquirenti, rispetto ai redditi dichiarati e anche frutto e reimpiego di attività illecite.

Pasquale Leccese non ha mai presentato la dichiarazione dei redditi mentre la moglie percepiva uno stipendio da dipendente e poi un'indennità di disoccupazione. Troppo poco per accumulare tutto quel patrimonio. Il mediatore agricolo fu arrestato a luglio del 2005, a conclusione di un'attività di indagine, condotta dai militari della tenenza della Finanza di San Pietro, durata cinque anni e denominata “Fast Credit” .

Emerse che aveva prestato denaro a gente bisognosa (imprenditori e commercianti), facendoselo restituire con tassi di interesse altissimi. In tutto le vittime furono 12 e i prestiti concessi circa cento. I tassi di interesse della restituzione del denaro complessivamente oscillavano tra il 54 e il 1050 per cento, producendo un giro d'affari di oltre sette milioni di euro. In un caso la vittima era una donna di San Pancrazio che si fece prestare 600mila lire (le indagini riguardano periodi che vanno dal 1994 al 2005) per sottoporsi a delle cure mediche all'ospedale di San Giovanni Rotondo e restituì 23milioni delle vecchie lire.

L'attività investigativa fu avviata proprio grazie alla segnalazione e alla denuncia di tutte le persone incappate in questo drammatico giro di usura. All'epoca furono arrestate per riciclaggio anche la direttrice dell'epoca del Banco di Napoli di Cellino San Marco, un'impiegata della stessa filiale e un altro soggetto. Avevano il compito di trasferire il denaro sporco su libretti al portatore offuscandone la provenienza.

Il mediatore agricolo di San Pancrazio fu condannato nel 2007 a tre anni e mezzo di reclusione ma l'attività delle fiamme gialle sanpietrane, oggi dirette dal luogotenente Alfredo Proto, non si è fermata. I militari attraverso ulteriori accertamenti bancari chiusi a ottobre del 2012, in applicazone della normativa antimafia, sono riusciti a dimostrare che Leccese, attraverso l'attività illecita, aveva accumulato un patrimonio di 300mila euro intestandolo ai figli e alla moglie. Inoltre senza aver mai presentato la dichiarazione dei redditi e quindi senza una fonte di guadagno ufficiale. Ieri la confisca dei beni accumulati illegalmente.

 

 

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