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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

"La nuova Brindisi: ambiente, porto"

BRINDISI – “La prossima campagna elettorale in città non sarà tra destra e sinistra, ma tra diversi modelli di sviluppo”, profetizza l’assessore comunale all’Urbanistica, Tonino Bruno. In effetti, il caso-Brindisi è proprio nella scelta del modello di sviluppo. “Ma non può essere il Pug a concretizzare le scelte – avverte il capo della task force del piano, il prof. Giorgio Goggi – ma dovrà piuttosto a indicare gli obiettivi, e ad assecondare gli orientamenti stabilendo le destinazioni e le condizioni d’uso delle aree”.

BRINDISI – “La prossima campagna elettorale in città non sarà tra destra e sinistra, ma tra diversi modelli di sviluppo”, profetizza l’assessore comunale all’Urbanistica, Tonino Bruno. In effetti, il caso-Brindisi è proprio nella scelta del modello di sviluppo. “Ma non può essere il Pug a concretizzare le scelte – avverte il capo della task force del piano, il prof. Giorgio Goggi – ma dovrà piuttosto a indicare gli obiettivi, e ad assecondare gli orientamenti stabilendo le destinazioni e le condizioni d’uso delle aree”.

Fatto sta, che il Documento programmatico preliminare, che non è il Pug ma solo il prologo dello stesso Piano urbanistico generale, raccoglie gli assunti di iniziative, battaglie, mutamenti sociali ed economici, istanze che appartengono agli ultimi vent’anni della vita cittadina. Come i nuovi assetti urbanistici dovranno fare i conti con tutto ciò, è affidato – è stato ribadito da Bruno e da Goggi, e prima dal vicesindaco Mauro D’Attis – al confronto politico e a quello con gli attori sociali, metodo che l’amministrazione Mennitti rivendica.

Sala gremita alla conferenza stampa di presentazione del documento programmatico, ma con un rapporto tra politica/professioni e giornalisti di otto a due, ridotti alla fine a sessanta a uno, per ascoltare la sintesi dello studio preliminare al Pug, “che non ha il compito di conformare le aree – ha premesso Goggi – ma di rappresentare il quadro conoscitivo della situazione con i fabbisogni e gli obiettivi”.

Gli obiettivi – Ne parliamo prima, rispetto ai presupposti che li ispirano, perché proprio gli obiettivi offrono alla politica un punto di partenza significativo della scelta di campo non ideologica, ma legata ai modelli di sviluppo, quindi alle risposte. Il professor Goggi scandisce le ragioni dei cento conflitti che hanno attraversato la città negli ultimi due decenni: il Documento programmatico preliminare dice che la movimentazione del carbone deve avvenire su un nuovo pontile a Cerano e che il porto deve essere liberato dal traffico combustibili.

Dice che la centrale Edipower di Brindisi Nord va chiusa; che il nastro trasportatore del carbone va demolito; che la riqualificazione ambientale e il miglioramento delle condizioni sanitarie della popolazione, i temi della sicurezza e della salute, sono scopi nodali; che bisogna puntare sullo sviluppo commerciale del porto; ribadisce il no al rigassificatore a Capo Bianco; dice che i vincoli di ogni genere (militari e portuali) sulle nuove attività urbane vanno attenuati.

Attenzione, sono obiettivi che non possono essere affidati al Pug, per le soluzioni, ma sono le condizioni per un nuovo sviluppo con cui devono fare i conti anche i nuovi assetti urbanistici.

Le debolezze e le risorse del sistema Brindisi – Rileggendo  partire dalle criticità, ecco il traffico combustibili che blocca il porto, l’impatto sull’ambiente del nastro trasportatore, il fall-out dovuto ai carbonili scoperti, poi i vincoli militari e portuali sulla città, le carenze nella mobilità urbana  e nei servizi di mobilità, le falle nei servizi di quartiere.

La via dello sviluppo va trovata all’interno delle risorse della città “Un sistema infrastrutturale potente”, ha detto Goggi, che si basa su un porto con 590 ettari di specchi acquei, l’unico nel Sud Mediterraneo collegato al Nord Europa con una ferrovia a doppio binario. Un aeroporto in crescita, un paesaggio urbano di grande qualità, la nuova attenzione alla cultura, i parchi urbani che verranno.

La storia recente dice che alla crisi industriale del 1991-2001 ha corrisposto un calo demografico, recuperato solo in parte nel 2005 con fenomeni di immigrazione, ma Brindisi ha la natalità in calo e la mortalità in aumento. “Brindisi è a un bivio – avverte Tonino Bruno – i dati sono drammatici, è una città che rischia di restare senza giovani, con capacità di investimento pari a zero”.

“ I territori anche per questo sono in competizione per attirare merci, persone, capitali. Il mare sino ad oggi ci ha portato guai, dobbiamo invertire questa tendenza, sfruttando la disponibilità di aree retroportuali”, ha detto ancora l’assessore all’Urbanistica. Ma sono spazi da bonificare, la maledizione che Brindisi si porta dietro.

Ambiente, tema cruciale – Giorgio Goggi infatti non ha usato mezzi termini per porre la questione ambientale tra le priorità. Brindisi è una delle poche realtà interessata da tre leggi in materia: quella di dichiarazione di Area ad alto rischio ambientale, quella di Sito di interesse nazionale per le bonifiche (intanto oggi il presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, ha chiesto al governo che fine abbiano fatto i 50 milioni di dote per l’Accordo di programma e i 60 dai fondi Fas da veicolare attraverso la Regione Puglia), infine quella inerente il rischio elevato di incidenti industriali.

“Tali criticità sono connesse alle attività dell’industria chimica e del polo energetico – ha proseguito Goggi - , che in Italia non ha eguali con i suoi 5mila megawatt installati, più altri 850 megawatt circa da domande di installazione di campi fotovoltaici su terreni agricoli (per 600 megawatt circa) ed eolici (250 megawatt)”.  La città di Brindisi ha una mortalità superiore dell’8 per cento a quella della Puglia, e una percentuale di decessi  per tumori superiore del 13 per cento alla media regionale”. E questo è punto principale del documento di scoping sul Pug approvato dalla giunta comunale tempo addietro.

Mobilità, paesaggio e rimodellamento urbano – L’analisi del Documento programmatico preliminare concede grande spazio al tema della mobilità e rilancia non solo il tema di una rimodulazione del trasporto pubblico, ma anche quello delle strutture di stazionamento attorno al centro urbano.

Il Pug dovrà porsi il problema di un utilizzo totale di tutto il porto interno, ricorrendo a bandi internazionali, e facendo leva sui punti-chiave rappresentati dal Castello Svevo, dal Villaggio Pescatori, dalla ex Stazione Marittima, dall’ex Capannone Montecatini, e da quella attenuazione dei vincoli che deve riaprire interi settori del waterfront alla città. Questo per l’area urbana vera e propria, mentre il sistema dei parchi deve rappresentare il completamento del rimodellamento anche esterno della città.

Costa Nord, Acque Chiare - Rientra in questa visione anche la costa nord, che il Documento programmatico vede con la fascia dal mare sino ad oltre i 300 metri destinata alla ricrescita della macchia mediterranea, e in generale tutta la logica del recupero punta sul miglioramento delle condizioni naturalistiche (bonifiche, demolizioni e interventi contro l’erosione inclusi).

Ma Goggi ha voluto anche smentire interpretazioni che avvantaggerebbero il turismo ed escluderebbero l’edilizia residenziale, quasi una artificiosa campana a morto per situazioni come quella di Acque Chiare. “Il documento non esclude affatto l’edilizia residenziale privata, anzi”, ha detto il capo della task force del Pug, sgomberando il campo da ogni equivoco ed ingiustificata preoccupazione.

Dimensionamento urbano e qualità della vita – Timori fugati anche per chi teme il blocco dell’edilizia residenziale più in generale. Il documento intende applicare al Pug due distinte ipotesi, ma entrambe di crescita della popolazione, quindi della richiesta di alloggi. La prima stima è di 98.700 abitanti entro il 2030, l’altra di 100.700. “Aumenteranno perciò le famiglie, anche se composte da un solo membro o da sole tre persone”, ha ipotizzato il professor Goggi, “perciò ci sarà domanda di altre case”.

Perché? Perché è cambiata e cambierà anche la tipologia degli alloggi, ma anche quella di interi quartieri, sarà questo il nuovo tipo di domanda anche a Brindisi. Il vecchio Prg ha quasi del tutto esaurito le disponibilità previste, è stato osservato, implicito perciò che ne saranno previste altre nel Pug. Ma in che modo? Limitando comunque l’uso del suolo, ha detto Goggi, recuperando il patrimonio storico e quello esistente nei quartieri, dando case alla popolazione giovane ad alto tasso di scolarizzazione per evitare la loro emigrazione.

Previsioni che si incrociano con le scelte imposte dalla domanda di una più elevata qualità della vita: non si più pensare a strutture per lo sport-spettacolo, accantonando quelle per lo sport amatoriale, mentre nelle realtà più evolute si marcia in questa direzione. E ai nuovi bisogni espressi dalla tipologia delle famiglie, dall’aumento della popolazione anziana, dovranno corrispondere – ha concluso Goggi – nuovi servizi alle persone.

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