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Domenica, 28 Aprile 2024
Economia

Scioperano i lavoratori Enel: “L’azienda non intende investire e arretra”

I dipendenti diretti di Enel produzione e di E-distribuzione hanno manifestato davanti alla sede della prefettura. Nuovo allarme lanciato dai sindacati sul futuro del sito di Cerano: “Noi siamo contro la politica dei vertici di Enel”

BRINDISI – “Enel non intende investire e arretra notevolmente rispetto al piano industriale”. I sindacati ribadiscono forte preoccupazione per il futuro di Cerano, in vista dell’ormai imminente dismissione della centrale Federico II, nell’ambito del piano di decarbonizzazione. Le sigle Filctem-Cgil, Flaei – Cisl e Uiltec – Uil stamattina (giovedì 8 marzo) hanno manifestato in piazza Santa Teresa, davanti alla sede della Prefettura, a sostegno dei lavoratori diretti di Enel produzione e di E- distribuzione.  Lo hanno fatto nella cornice dello sciopero nazionale (con adesione superiore al 90 percento in provincia) proclamato dai sindacati confederali contro l’esternalizzazione delle attività elettriche con affidamento alle imprese appaltatrici. I sindacati protestano anche contro la modifica dell’orario di lavoro senza un adeguato piano di assunzioni e la riduzione dello smart working.

Le dichiarazioni dei sindacalisti: guarda il videoservizio

Manifestazione lavoratori Enel

Insoddisfazione per il tavolo ministeriale

A Brindisi questi temi si intrecciano con l’allarme sociale legato al futuro del sito di Cerano. I sindacati hanno già espresso la loro insoddisfazione per l’esito della riunione sulla dismissione della centrale che si è svolta lo scorso 6 marzo presso il presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy, in presenza del sindaco di Brindisi, Giuseppe Marchionna, della Provincia di Brindisi (rappresentata dal consigliere provinciale delegato, Pasquale Luperti), del presidente dell’Autorità di sistema portuale, Ugo Patroni Griffi, e di rappresentanti di Confindustria e dei sindacati.

Il governo si è impegnato ad attuare un accordo di programma per Brindisi. Ma questo non basta ai sindacati, che accusano Enel di non aver fatto adeguata chiarezza sulle prospettive di cerano, trincerandosi dietro al segreto industriale. I sindacalisti, anzi, sostengono che non vi sia alcun investimento.

Le rivendicazioni dei sindacati

Nel Brindisino sono circa 200 i dipendenti di Enel Produzione e poco più di 100 quelli di E-distribuzione. Alcune decine di loro si sino ritrovati stamattina in piazza santa Teresa. Una delegazione di nove sindacalisti è stata ricevuta dal viceprefetto vicario, Maria Antonietta Olivieri, e dal capo di gabinetto, Onofrio Padovano. Nel corso dell’incontro iè stato consegnato un documento con le proposte per il rilancio delle attività industriali, per gestire il phase-out della centrale a carbone di Cerano.  

“Registriamo assenza di coordinamento e di politiche industriali - dichiara ai giornalisti Antonio Frattini, segretario provinciale della Filctem Cgil - da parte del governo e soprattutto un’Enel che tende ad arretrare”.

“Enel – prosegue Frattini - non intende investire, arretra notevolmente rispetto al piano industriale. Gli investimenti previsti vengono cancellati con una parola d’ordine: bisogna fare investimenti profittevoli per gli azionisti. Ma Enel è un’azienda controllata dallo Stato che deve garantire il servizio elettrico essenziale al paese”.

I sindacalisti con il viceprefetto e il capo di gabinetto della prefettura

“Noi – afferma Ugo Galiano, della Flaei Cisl - siamo contro la politica dei vertici di Enel, perché si sta pensando di fare una questione soltanto finanziaria dell’ente nazionale per l’energia elettrica. Noi pensiamo che tale ente debba garantire al cittadino e ai lo stesso trattamento che viene posto nelle altre nazioni europee. Non ci fermeremo. Oggi non scioperiamo contro gli utenti. Lo facciamo a loro sostegno e a sostegno di tutto il polo elettrico italiano”.

“In questi anni - sostiene Italo Licchello, della Uiltec Uil - Cerano ha prodotto enormi utili per l’azienda. Dopo tanti anni di battaglie degli ambientalisti contro la centrale, ora ci troviamo nella condizione che Enel sta abbandonando il territorio. Nel momento in cui l’azienda continua a esternalizzare le attività, i giovani difficilmente troveranno collocazione nei prossimi anni. A Brindisi, anche altre aziende stanno vivendo un momento di sconforto. Chiaramente ne paga le conseguenze è sempre il territorio”.

Articolo aggiornato alle ore 16.56 (percentuale di adesione allo sciopero)

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