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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Decarbonizzazione, la proposta: un accordo di programma per Brindisi

L'incontro al Ministero con Enel e il capo di gabinetto. Intanto si dovrà capire se ci sono le condizioni per definire il territorio "area di crisi industriale complessa", visto che il convitato di pietra è la crisi del settore della chimica

L'incontro è durato più di due ore. Sul tavolo, ancora, il futuro di Enel a Brindisi, dopo la "scadenza". Si scrive "decarbonizzazione" (o phase out), si legge 31 dicembre 2025. Intanto è cambiata, radicalmente, la situazione dell'industria sul territorio. In ballo c'è non solo la vertenza Basell, ma anche il caso Euroapi, tanto per rimanere ai tempi recenti. Se non è la tempesta perfetta, poco ci manca. Per questo nella riunione di ieri (martedì 5 marzo 2024) del Comitato di coordinamento per la riconversione delle aree industriali della centrale di Cerano, presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy in via Veneto a Roma, sul tavolo è stata presentata l'ipotesi di un accordo di programma per Brindisi. C'è un prerequisito: valutare le condizioni per "definire" normativamente Brindisi "area di crisi industriale complessa".

Niente sottosegretari, ma c'è il capo di gabinetto

Dal Comune di Brindisi si attende un piano industriale circostanziato da parte di Enel. Neanche oggi è arrivato. Non era presente la sottosegretaria Fausta Bergamotto, impegnata con un'altra crisi, quella dell'ex Ilva, tanto per rimanere in territorio pugliese. Era presente invece il capo di gabinetto del ministro, Amedeo Teti. La delegazione Enel era coordinata dall'avvocato Fabrizio Iaccarino. Hanno partecipato il sindaco di Brindisi, Giuseppe Marchionna, il presidente dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, Ugo Patroni Griffi, Pasquale Luperti in rappresentanza della Provincia e rappresentanti della Cna e dei sindacati nazionali. Da remoto, si sono collegati Confindustria e i sindacati locali. Di concreto, non è emerso molto, ma rispetto al tavolo regionale dello scorso dicembre, sembra esser stato fatto qualche passo in avanti, accolto con cautela dalle istituzioni brindisine. Certamente, il quadro industriale è precipitato nel giro di poco e i posti di lavoro in ballo hanno superato abbondantemente l'ordine delle migliaia.

Una "moral suasion" da parte del Governo

Un "accordo di programma per Brindisi", qualora venisse realizzato, avrebbe un impatto positivo. La proposta è partita dal capo di gabinetto e prevede la cooperazione tra Governo, Enel, istituzioni locali e Regione, che si è detta disponibile a monitorare il caso-Brindisi. I settori industriali interessati sarebbero vari e gli interventi straordinari. Certo, si dovrebbe stilare un cronoprogramma, ma l'ipotesi di utilizzare diversi ammortizzatori sociali e interventi per la formazione dei lavoratori è certamente accolta positivamente. Una precondizione è dettata dalla legge 181 del 1989, per il rilancio delle aree di crisi industriale. E Brindisi rientra in questo novero. Potrebbe anche rientrare nel novero delle aree di crisi complesse, ma occorrono delle condizioni ben definite dalla norma. Il Ministero dovrà capire se è il caso di Brindisi, verificando i requisiti. E anche il Comune farà le proprie verifiche. Il dato emerso è l'impegno del Ministero per una moral suasion nei confronti di Enel.

Marchionna predica prudenza

La delegazione di Enel non è entrata nel dettaglio, ma ha comunque parlato di interventi futuri in vari settori, come per esempio la logistica, la meccanica, le rinnovabili. Il sindaco Giuseppe Marchionna non abbandona la sua consueta cautela e, a margine dell'incontro, dichiara: "Ferma restando l'ovvia prudenza del caso, oggi è stato compiuto un passo in avanti, seppur minimo. Un accordo di programma potrebbe essere risolutivo. Intanto, aspettiamo sempre con impazienza quel piano industriale che Enel dovrebbe formalizzare". Di tutt'altro avviso il consigliere provinciale Pasquale Luperti, che subito dopo l'incontro ha diramato una nota, in cui parla di uno "scarso interesse del Governo nazionale nei confronti del territorio brindisino. Le parti interessate, infatti, si sono riunite in assenza di ministri e sottosegretari". E ancora, Luperti non condivide "che dopo 50 anni di enormi guadagni per l'azienda, si consente all'Enel di lasciare per strada centinaia di lavoratori e di far collassare il sistema delle imprese impegnate nell'indotto e nella movimentazione di combustibili".

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