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"Brindisi ancora alle prese con un Pd miope e il solito notaio"

La riflessione di Cristiano D'Errico sull'attuale situazione politico-elettorale di Brindisi, dopo la caduta dell'Amministrazione centrista di Angela Carluccio: "La città ha bisogno di ritrovare fiducia in sé e nelle risorse che rifuggono dalla politica autoreferenziale e interessata"

Riceviamo e pubblichiamo il seguente intervento di Cristiano D'Errico, componente coordinamento cittadino  Articolo Uno – Movimento Democratico e Progressisti, sulla situazione politco-amministrativa di Brindisi, dopo la caduta dell'Amministrazione centrista di Angela Carluccio 

Brindisi è una città strana. Molto strana. L’ennesimo commissario prefettizio dovrebbe certificare che la classe politica che sino ad oggi ha preteso di amministrare la città raccattando voti in tutti i modi possibili, leciti e meno leciti, ha fallito. Dovrebbe finalmente essere il momento di idee nuove pensate ed interpretate da volti nuovi che non abbiano responsabilità nei recenti e passati fallimenti; capaci di sollecitare partecipazione e riflessioni. Dovrebbero, associazioni di ogni natura e specie insieme con tutta la cittadinanza, essere stimolati ad una partecipazione attiva alla vita politica e sociale proprio per arginare la ricandidatura dei soliti noti e degli accattoni della politica. Gente povera di valori ma ricca di interessi personali (nel migliore dei casi ricca di un ego smisurato); capaci di piroette che li hanno visti passare da un partito all’altro e a una maggioranza all’altra pur di mantenere una mediocre visibilità politica e  che per il bene della città dovrebbe avere il buon gusto, magari dopo aver chiesto scusa, di pensionarsi dalla politica.

Ed invece in questa strana città un notaio di 73 anni, ex sindaco di Brindisi (per appena un anno, dal dicembre ’94 a dicembre ’95), ex presidente della Provincia di Brindisi, ex iscritto al Partito Democratico di Brindisi titolare della tessera numero uno (almeno così ha più volte sostenuto), ex papabile candidato per le ultime amministrative per il centrosinistra e, pochi giorni dopo essere stato silurato dal barese Emiliano, mentore della Carluccio e della sua giunta di centro, nonché garante della legalità, si presenta come il salvatore di Brindisi; coordinatore di una squadra di esperti depositari della ricetta segreta per salvare Brindisi dall’oblio. Ancora una volta, con pervicacia,  una serie di proposte che non ha mai sentito il bisogno di condividere con la città e che, soprattutto, non è riuscito, dall’alto della sua autorevolezza, a condividere con la Carluccio e con la sua giunta multiforme. Non si capisce perché il notaio ancora una volta senta il bisogno di riproporsi come paladino della rinascita di Brindisi. E, quindi, non me ne voglia ma purtroppo egli non rappresenta agli occhi dei cittadini al soluzione  uno dei problemi di una città cui è stato impedito di rinnovarsi.

Leggo ancora di un Pd cittadino impegnato a occuparsi e preoccuparsi di occupare le caselle con le solite dinamiche e ricorrendo ai soliti noti senza un minimo di autocritica ed analisi. Conosco molto bene le dinamiche di quel partito per esserne stato dirigente cittadino e provinciale. E purtroppo con rammarico, ma senza stupore, le vedo riproposte, come se nulla fosse accaduto, come se il recente passato con i fallimenti amministrativi e con l’impoverimento delle capacità a rappresentare la città, vedo che poco è cambiato.

All’epoca, in qualità di dirigente locale del Pd cercai di spiegare alla Commissaria Antonica e ad Emiliano poi che visti gli errori commessi come Pd avremo dovuto “passare la mano” non individuando un proprio candidato sindaco, ma anzi candidandosi all’opposizione, dopo aver chiesto scusa alla città per gli “orrori” commessi. Avremmo avuto modo di ricostruire un partito ormai esanime e rappresentativo di se stesso, vuoto di visioni e di idee. Entrambe rimasero sordi: prevalse l’idea della vittoria a tutti i costi.

Brindisi non ha bisogno di messia o salvatori della patria, personaggi con un ego smisurato e centrati su se stessi; Brindisi non ha bisogno di riproporre metodi già visti negli anni passati per l’individuazione del candidato sindaco ideale con tutti gli effetti disastrosi che sono ancora vividi nella memoria di tutti ed i cui effetti si leggono sulla pelle martoriata della città. Proprio non si sente il bisogno di tutti coloro i quali, stando in consiglio comunale, hanno determinato in questi ultimi anni lo sfascio della città. Saranno capaci questi, con un atto di responsabilità ed amore verso la città, rinunciare all’ennesima candidatura? Brindisi ha bisogno di ritrovare fiducia in se stessa ed in tutte quelle risorse che rifuggono quella politica autoreferenziale ed “interessata” perché di quella politica non si fidano. Non si sente proprio il bisogno di ricette preconfezionate da sottoporre al placet di una ristretta borghesia “retroilluminata”.

Lo sforzo, intrapreso sin dalla sua costituzione avvenuta nello scorso marzo, che il Coordinamento Cittadino di Articolo Uno – Movimento Democratico e Progressista sta facendo e continuerà a fare, è cercare di coinvolgere tutta città partendo dalle periferie e dai bisogni che gli abitanti di quei quartieri cercano da decenni di esprimere sperando che qualcuno riuscisse a rappresentarli e risolverli. Un percorso che il Coordinamento Cittadino di Articolo Uno intende percorrere con le forze della sinistra chiamate ad una importante prova di umiltà e capacità di dialogo, rinunciando a sterili protagonismi, e con quei partiti che intendano liberarsi da metodi di selezione dei propri rappresentanti istituzionali che pescando nella società civile cercano di ritrovare un candore politico ormai svanito e poco credibile.

Anche il Pd potrebbe essere un compagno in quest’avventura ambiziosa ma perché questo sia possibile deve liberarsi della miopia che non gli permette di guardare al futuro della città perché troppo concentrato a garantire ai propri maggiorenti candidature e posti di potere liberandosi al contempo dei responsabili diretti ed indiretti  della crisi sfociata con il commissariamento  del partito e con  il risultato catastrofico delle amministrative.

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