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AqP: licenziamento, parla Monteforte

BARI – Il licenziamento dell’amministratore unico dell’Acquedotto pugliese, Ivo Monteforte da parte dell’assemblea dei soci (in pratica la stessa Regione Puglia che controlla interamente l’azienda) è uno dei temi politici di questi giorni. Il provvedimento – assunto il 5 novembre - nasce dalla trasformazione, da parte di Monteforte, del rapporto di lavoro del direttore generale Massimiliano Bianco da determinato a indeterminato. La decisione è giunta dopo una riunione-fiume, conclusa da una nota in cui si spiega che il passo era obbligato, attinente “all’obbligo di osservanza ai rilievi di legittimità formulati dalla Corte dei conti e dal collegio dei sindaci”. Quindi, giusta causa. Monteforte ha diffuso un comunicato sulla vicenda che proponiamo integralmente.

BARI – Il licenziamento dell’amministratore unico dell’Acquedotto pugliese, Ivo Monteforte da parte dell’assemblea dei soci (in pratica la stessa Regione Puglia che controlla interamente l’azienda) è uno dei temi politici di questi giorni. Il provvedimento – assunto il 5 novembre - nasce dalla trasformazione, da parte di Monteforte, del rapporto di lavoro del direttore generale Massimiliano Bianco da determinato a indeterminato. La decisione è giunta dopo una riunione-fiume, conclusa da una nota in cui si spiega che il passo era obbligato, attinente “all’obbligo di osservanza ai rilievi di legittimità formulati dalla Corte dei conti e dal collegio dei sindaci”. Quindi, giusta causa. Monteforte ha diffuso un comunicato sulla vicenda che proponiamo integralmente.

“In questo momento di profonda tristezza sento il dovere di chiarire la correttezza dei comportamenti e la piena legittimità delle decisioni assunte dalla mia persona nell’ambito del mandato ricevuto dall’azionista e che hanno determinato ieri la richiesta di revoca del mio mandato. Una esigenza che nasce in primo luogo dalla necessità di difendere la mia storia umana e professionale. Una storia ispirata ai valori di correttezza, onestà, intransigenza, dedizione al lavoro e spirito di servizio, nell’esclusivo interesse pubblico. Valori a cui ho sempre creduto e che da sempre ispirano ogni mia azione.

Non vi è stato un solo momento in questa intensa, per certi versi esaltante, esperienza in Puglia che non sia stato ispirato a questi principi. Principi che ho condiviso con le persone che mi sono state vicine, penso in particolare alla mia famiglia ed ai miei collaboratori che si sono succeduti lungo l’intero arco della mia oramai lunga esperienza professionale. Anche per loro, quindi, sento il dovere di chiarire la mia posizione. Perché la persona che oggi hanno di fronte non è diversa da quella che in questi anni hanno imparato a conoscere e (spero) ad apprezzare.

I fatti:

1.      in data 19 ottobre 2010 veniva da me deliberata la trasformazione del contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato del Direttore Generale, Dott. Bianco, nell’assoluto rispetto della normativa e dello Statuto sociale all’epoca vigente;

2.      peraltro l’azionista Regione Puglia aveva avuto piena contezza, nel corso dell’assemblea del 3 novembre 2010, del contratto a tempo indeterminato del Direttore Generale, adunanza nella quale il medesimo azionista aveva altresì dichiarato di voler mantenere fermo tale contratto ;

3.      a distanza di oltre due anni mi si addebitano ora da parte degli Organi di Controllo dei rilievi di legittimità circa tale delibera adducendo argomenti assolutamente infondati;

4.      la legittimità della mia delibera è stata confermata da tre esaustivi pareri legali di giuristi di chiara fama nazionale, pareri che, peraltro, ho provveduto a depositare ieri nel corso dell’ultima assemblea;

5.      l’Azionista, tuttavia, ha ritenuto che sulla base dei rilievi espressi dagli Organi di Controllo ci fossero gli estremi per avviare un procedimento di revoca per giusta causa.

In questo momento sento anche il dovere di ringraziare tutti i lavoratori dell’Acquedotto per il grande impegno profuso in questi anni. Un impegno che ci ha consentito di raccogliere buoni frutti, consenso e stima nazionale ed internazionale, restituendo alla Puglia un’azienda sana e orgogliosa del proprio presente.

Per loro, quindi, sento di ripercorrere i principali risultati conseguiti dal 2007 ad oggi:

•         Abbiamo aumentato la capacità di investimento da 20 a 200 milioni di Euro lordi annui;

•         Ci siamo riappropriati del core business internalizzando la conduzione di oltre 180 impianti di depurazione. Tale operazione ha permesso una maggiore tutela ambientale ed un recupero di efficienza gestionale, grazie alla eliminazione delle strutture interne prima preposte al controllo delle imprese terze, all’azzeramento del margine riconosciuto alle stesse ed alla eliminazione del contenzioso;

•         Abbiamo allungato la filiera produttiva per lo smaltimento dei fanghi civili acquisendo Aseco Spa, che produce compost di qualità. Tale acquisizione ha permesso la riduzione dei costi sostenuti e una maggiore indipendenza da soggetti terzi (fondamentale per rompere un mercato oligopolistico come quello del compostaggio);

•         Abbiamo rinegoziato i contratti derivati connessi al prestito obbligazionario sottoscritto nel 2004. Grazie alla ristrutturazione effettuata è stato possibile mettere in sicurezza l’azienda attraverso la sostituzione dei titoli altamente rischiosi (vedi General Motors e Grecia) con obbligazioni emesse direttamente dalla Repubblica Italiana;

•         Abbiamo recuperato oltre 40 milioni di metri cubi di risorsa idrica eseguendo attività di riparazione perdite sia sui grandi adduttori sia sulle reti cittadine, implementando un avanzato sistema di telecontrollo e sostituendo circa 400.000 contatori;

•         Abbiamo efficientato il recupero dei crediti migliorando le performance di incasso di oltre il 30%;

•         Abbiamo semplificato il rapporto con i cittadini nei processi di stipula dei contratti ed ampliato i canali di pagamento;

•         Abbiamo razionalizzato il presidio del territorio con introduzione di una nuova flotta aziendale composta da officine mobili che permettono interventi sulla rete in tempo reale.

•         L’utile d’esercizio è passato da 600 mila euro (2007) a quasi 41 milioni di euro (2011) e la redditività della gestione caratteristica (Margine Operativo Lordo) è passata da 64 milioni di euro (2007) a 153 milioni di euro (2011);

•         In questi cinque anni abbiamo portato a compimento molte opere: l’Acquedotto del Locone, il raddoppio del Grande Sifone Leccese, Ramo Adriatico, il raddoppio del Serbatoio di Marzagaglia, le opere del Sinni potabile, il Potabilizzatore di Conza della Campania, il nuovo laboratorio centrale delle acque, solo per citarne le più significative;

•         Abbiamo espletato oltre 2000 gare per un importo superiore al miliardo e mezzo di Euro.

Di questi anni rimarranno i risultati, l’amarezza di un epilogo doloroso dei rapporti anche personali con l’Azionista e la serenità di aver sempre agito legittimamente e nel pieno interesse della comunità servita”. (Ivo Monteforte)

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