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Si alza il sipario sul bilancio ma la maggioranza è in fuga. Sindaco solo

Solo. Il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, si è presentato in solitudine questa mattina in Consiglio comunale, per la delibera sul conto consuntivo 2014, priva del parere dei revisori: non c'erano i "suoi", quelli della lista civica Progettiamo Brindisi, ma soprattutto non c'era il Pd

BRINDISI – Solo. Il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, si è presentato in solitudine questa mattina in Consiglio comunale, per la delibera sul conto consuntivo 2014, priva del parere dei revisori: non c’erano i “suoi”, quelli della lista civica Progettiamo Brindisi, ma soprattutto non c’era il Pd che guida la coalizione di governo nella quale, a far data da oggi, non c’è più Scelta Civica. Di conseguenza tutto rinviato, con comunicazione al prefetto che ora si pronuncerà con una diffida: se entro venti giorni non si torna in aula, allora ci sarà il commissario ad acta e diventerà quanto mai concreto il rischio dello scioglimento del consiglio.

I presenti. Quanti erano in aula? Alla prima campanella sei, sindaco compreso: Luciano Loiacono, presidente delle assise, Massimiliano Oggiano de La Puglia prima di tutto, Giampiero Pennetta Movimento per Schittulli-Regione Salento e Luigi Sergi, ex Pri, passato nel movimento di Mario Monti in nome di una scelta civica che ha imposto l’allontanamento da Consales e dal suo governo, ritenuto inconcludente.

Mezz’ora più tardi si è aggiunto Roberto Fusco di “Sì Democrazia” che resta all’opposizione nel Consiglio comunale di Brindisi, salvo appoggiare pubblicamente Michele Emiliano, candidato governatore alla Regione Puglia, ed essere riuscito a ottenere un compito importante in questa tornata elettorale, poiché è stato delegato alla presentazione della lista “Emiliano sindaco di Puglia”, nella quale – come si sa – è candidata Carmela Lo Martire che da domani non sarà più responsabile della delega al Bilancio. Si è autosospesa per un mese, il tempo della campagna elettorale, comunicando la decisione via mail certificata al primo cittadino. Ma sembra che non rientrerà più a Palazzo di città.

La maggioranza. L’aula intitolata a Italo Giulio Caiati è rimasta deserta per una precisa scelta del centrosinistra. Assenti persino gli assessori, fatta eccezione per Monetti e Margherito, e per la “giustifica” della titolare al Bilancio, Carmela Lo Martire, entrata in Aula solo per salutare e costretta ad andar via per essere presente alla riunione dei soci della partecipata Bocche di Puglia.

L’hanno decisa i capigruppo dei partiti di maggioranza, questa diserzione, riunitisi ieri (29 aprile) dopo aver avuto la certezza che il consuntivo del 2014 sarebbe stato “monco” di un allegato obbligatorio, qual è il parere espresso dall’organo di controllo interno, a cui la documentazione è stata consegnata solo lunedì scorso.

Difficile, se non impossibile che i tre revisori, Vittorio Dell’Atti, presidente, Massimo Mangiameli e Rita Saracino, potessero leggere e confrontare la mole di “carta” per certificare l’avanzo di bilancio che, stando a quanto si legge, sfiora i 25 milioni di euro, 21 dei quali vincolati. Con un punto interrogativo costituito da quasi tre milioni di euro che il Comune di Brindisi dovrebbe versare alle Università di Bari e del Salento, se intende restare nelle Convenzioni e permettere la prosecuzioni dei corsi di Laurea.

Il parere dei revisori. Si sapeva da tempo che il Collegio non avrebbe avuto il modo e il tempo di esprimersi, ma nonostante questo il sindaco ha rivendicato il rispetto della tabella di marcia imposta da Roma, arrivando in aula il 30 aprile, salvo essere costretto a prendere atto che non si poteva fare diversamente se non tornare indietro. E se n’è andato. Per di più sotto gli occhi del segretario cittadino del Pd, Antonio Elefante, consigliere comunale, con le funzioni di capogruppo in sostituzione di Salvatore Brigante.

Elefante, infatti, si è affacciato in aula, ma prima del suono della campanella ha girato i tacchi. “Il Pd non c’è, non c’è nessuno del centrosinistra perché il consuntivo non è pronto. Punto”. Questa è la spiegazione. Già, ma che senso ha una condotta del genere? Sarà anche una questione di forma o di stile che dir si voglia, ma lasciare il “proprio” sindaco da solo in consiglio, oltrettutto nel giorno della discussione del consuntivo, ossia di ciò che è stato fatto, è un atto politico grave. Vero che non c’è la sostanza, quella costituita dagli allegati alla delibera, ma proprio questo avrebbe dovuto far riflettere i consiglieri del Pd nella sede del partito, evitando lo spettacolo desolante in consiglio.

Il siparietto. Nessun commento del sindaco, se non qualche battuta prima che iniziasse l’appello: “Noi ci siamo”, ha detto rivolgendosi a Monetti con il quale è entrato in aula. Gli altri no. I suoi, assenti. Con la sola eccezione di Umberto Ribezzi che per responsabilità ha deciso di entrare, disattendendo l’indicazione del partito. Dopo l’appello a tempo di record, c’è stato l’applauso di Luigi Sergi, ormai ex a tutti gli effetti della maggioranza, mentre sotto i banchi che ospitano gli assessori andava in scena il siparietto tra Pennetta e Loiacono.

Il consigliere Pennetta, incline alla contestazione con sfumature ironiche, ha lasciato cadere sul banco solitamente occupato dal titolare della delega all’Igiene Urbana, un po’ di bucce di nespole raccolte dagli alberi presenti nel cortile interno del Palazzo: “E’ la fotografia di quanto avviene a Brindisi per la raccolta dei rifiuti”. Loiacono lo ha prontamente richiamato all’ordine.

L’opposizione. Facile immaginare le reazioni dell’opposizione, diventata ancor più frastagliata nelle ultime 24 ore: Oggiano ha chiamato a raccolta anche Pietro Santoro di Forza Italia per esplodere in conferenza stampa. “La maggioranza non ha avuto neppure il coraggio di presentarsi per dire non tanto ai consiglieri, ma alla città cosa sta succedendo”, ha esordito Oggiano.

“E’ la conferma che i conti presentati già in sede di sforamento del patto di stabilità sono taroccati, come abbiamo detto in tempi non sospetti, salvo essere sbeffeggiati. Evidentemente dopo queste figure, la maggioranza si è dissolta. Ora attendiamo i fatidici venti giorni per vedere cosa succede: in ultima istanza c’è lo scioglimento del consiglio che sarebbe la conclusione giusta per mettere fine a questa tragedia, figlia della sciatteria di chi governa”, ha concluso. Ovviamente con piglio da candidato alle regionali nella lista Oltre con Fitto.

Ha rincarato la dose Giampiero Pennetta: “Dopo la disfatta in consiglio, c’è stata la dimostrazione dell’arroganza della maggioranza perché ho chiesto la conferenza dei capigruppo e mi è stato risposto che non era successo niente. Come niente?”, ha chiesto e prima ancora si è domandato il consigliere, presidente della Commissione consiliare al Bilancio.

“Non ci vuole la sfera di cristallo per capire come stanno davvero le cose al Comune di Brindisi, dopo che non sono stati rispettati i tempi e gli obblighi imposti dalla sessione di bilancio. Ricordo che gli atti sono stati notificati ai consiglieri a rate e che, come sapete, manca il famoso parere dei revisori. Senza parlare del fatto che ancora non è chiara la questione dei debiti fuori bilancio, poiché accanto ai 12.500 euro da pagare per la custodia dei componenti della colonna romana, ci sono i tre milioni che il settore di gabinetto non definisce come tali, salvo affermare che dovrebbero essere versati”.

La domanda è: a quanto ammonta l’avanzo di bilancio, tolti i fondi vincolati? A me sembra un linguaggio ampolloso, risultato di una pantomina. Non voglio neanche aprire il capitolo della Multiservizi, andata in perdita dopo che non hanno riconosciuto i crediti che la società chiedeva”, ha concluso Pennetta. “La conclusione è una sola: lo stato confusionale di questa maggioranza”, ha detto Pietro Santoro, capogruppo di Fi. “Per riparare quanto hanno fatto non servono mastice o chewing gum. Loro stessi non si presentano in aula su quanto hanno fatto”.

L’addio di scelta civica. Per finire, la croce messa da Scelta civica che con Luigi Sergi non solo ha detto addio alla maggioranza, ma è arrivata a chiedere pubblicamente le dimissioni dell’assessore al Bilancio: “Il centrosinistra a Brindisi ha scelto di non decidere, portando al fallimento il programma al quale avevamo dato fiducia”, ha detto il consigliere, arrivato a palazzo di città con il Pri, nel quale è stato eletto anche Francesco Renna, poi diventato indipendente e ora in Assise con Brindisi prima di tutto, mentre alla Regione si presenta con la lista Emiliano per la Puglia.

“Prendiamo le distanze da persone responsabili, senza se e senza ma, dopo aver visto il fallimento sul fronte dell’emergenza abitativa, argomento sul quale avevamo chiesto anche un consiglio monotematico, nonché la condotta rispetto alle partecipate, per poi arrivare allo sforamento del patto di stabilità. Il nostro, quindi, sarà un voto contrario al conto consuntivo”.

La parola adesso passa al prefetto: essendo andata deserta la seduta, è prevista la diffida. Il che vuol dire che il consiglio deve tornare a riunirsi entro venti giorni, a far data dalla comunicazione alla Prefettura, altrimenti si percorrerà la strada del commissario ad acta che potrebbe portare allo scioglimento. Tutti a casa.

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