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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Caso licenziamento Abaco: "Ora saremo noi a querelare Consales"

“Siamo pronti a denunciare il sindaco per diffamazione perché non abbiamo mai minacciato nessuno: volevamo solo avere informazioni sulle ragioni del licenziamento di una dipendente dell’Abaco, la società di riscossione dei tributi. Poiché Consales ha scritto alla Procura della Repubblica facendo i nostri nomi, ora abbiamo l’obbligo di ristabilire la verità dei fatti

BRINDISI – “Siamo pronti a denunciare il sindaco per diffamazione perché non abbiamo mai minacciato nessuno: volevamo solo avere informazioni sulle ragioni del licenziamento di una dipendente dell’Abaco, la società di riscossione dei tributi. Poiché Consales ha scritto alla Procura della Repubblica facendo i nostri nomi, ora abbiamo l’obbligo di ristabilire la verità dei fatti. Anche con una registrazione audio, se c’è”.

I tre nominati. Nella tarda mattinata di oggi Massimiliano Oggiano, consigliere comunale della lista La Puglia prima di tutto, Giampiero Pennetta del Movimento politico Schittulli e Riccardo Rossi reduce dalla candidatura a governatore della Regione con l’Altra Puglia, sono scesi in campo insieme non solo per respingere le accuse contenute nella lettera denuncia che 24 ore fa, il primo cittadino ha comunicato (alla stampa) di aver presentato al procuratore capo Marco Dinapoli, ma per passare al contrattacco.

E adesso il contrasto fra le parti rischia di diventare materia dal profilo penale, dopo essere stata per mesi oggetto di contestazione politico-amministrativa visto che il “caso” Abaco non è recente, tenuto conto delle domande più volte sollevate in sede di commissioni consiliari e di interrogazioni in aula, incentrate sull’appalto aggiudicato in via definitiva all’Abaco spa con annesso riconoscimento dell’aggio, per il quale esiste un contenzioso tra l’amministrazione e la società del valore di quasi sette milioni di euro.

Il licenziamento. Di recente, venerdì scorso, è venuto a galla il licenziamento di una dipendente della stessa Abaco Spa, peraltro parente di un impiegato del Comune, alla quale è stata notificata la conclusione del procedimento disciplinare che avrebbe portato alla lettera di licenziamento. Un presunto caso nel caso, scoppiato nel giorno in cui nella stanza del segretario generale Paola Giacovazzo c’erano i dirigenti della società, chiamati alla firma del contratto, l’assessore al Bilancio Carmela Lo Martire e il dirigente del settore Servizi Finanziari Mirella Destino.

Secondo il sindaco, che non era presente, per cui ha appreso l’accaduto de relato (su racconto di altri), i tre consiglieri avrebbero fatto irruzione nell’ufficio e avrebbero esercitato pressioni sui funzionari dell’Abaco “attraverso la neanche tanto velata minaccia di ritorsioni politiche nei confronti della società" (così ha scritto nella nota stampa).

Le domande. Per quale motivo c’è stato il licenziamento? Premettendo che i tre consiglieri che ritengono di essere diffamati e che stasera consulteranno i loro avvocati, Fabio Di Bello e Albino Quarta. “Motivi legati alla violazione della privacy”, riferisce Giampiero Pennetta, presidente della Commissione consiliare al Bilancio, non prima di aver precisato assieme agli altri colleghi, che si tratta di spiegazione non esaustiva, ma questa sarebbe stata ricevuta. “Non stiamo parlando di una fabbrica di biscotti, ma di una società che riscuote i tributi in nome e per conto dell’Amministrazione cittadina e che, stando a quanto è riportato nel bando di gara, deve comunicare la platea storica dei lavoratori”, ha detto Massimiliano Oggiano.

L’antefatto. Il racconto dell’antefatto, lo ha fornito Riccardo Rossi: “Venerdì scorso abbiamo bussato alla porta del segretario generale e abbiamo aspettato, ci hanno aperto, ci hanno invitato ad accomodarci per cui non c’è stata alcuna interruzione e ci siamo limitati a porre le domande sul licenziamento e sul contratto”. “Per il contratto, il ritardo è stato motivato facendo riferimento al repertorio e al dirigente ho detto che era venuto meno al suo ruolo d’ufficio”, ha aggiunto Pennetta. “Ora, se questa è una minaccia, me ne assumo io la responsabilità”. La parola è passata a Oggiano: “Mi pare che il campanello d’allarme non sia più tanto casuale. E salvare un posto di lavoro non è un delitto. Ci sentiamo mortificati dal comportamento di questo sindaco”.

L’audio. Sul finire della conferenza una rivelazione: “Non si sa mai che qualcuno abbia registrato la riunione”, ha detto. “Se così dovesse essere emergerebbe l’atteggiamento corretto e rispettoso dei consiglieri comunali. Ripeto, casomai dovesse essere partito il tasto della registrazione. Non è detto che sia successo davvero. Vedremo”.

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