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Comune, il figlio del consigliere Sergi assunto nello staff al sindaco

Via libera della giunta all’ingresso del tributarista: “Contratto subordinato a tempo determinato per tre mesi”. “Collaborazione esterna necessaria vista la significativa carenza di personale”: spesa complessiva pari a 8.300 euro

BRINDISI – Avevano ragione loro, i contestatori politici del sindaco di Brindisi: Mimmo Consales ha il suo ufficio di staff e ha chiamato il dottor Antonio Sergi, tributarista, per avere supporto, almeno per i prossimi tre mesi. Sì proprio quel Sergi figlio, figlio cioè del consigliere comunale Luigi Sergi, ex Scelta Civica, autore la scorsa primavera di un divorzio dal centrosinistra e dal primo cittadino in particolare e poi di un ritorno di feeling (sempre politico) al punto da garantire i numeri giusti per l’approvazione dell’assestamento di bilancio.

La “chiamata” non solo c’è stata ma è anche documentata dalla delibera con cui la giunta – sia pure non al completo – ha dato il via libera alla “costituzione soggettiva dell’ufficio di supporto mediante contratto di lavoro subordinato a tempo determinato con la seguente risorsa umana, in possesso dei requisiti necessari, come da curriculum allegato”: “Antonio Sergi, nato a Brindisi  il 20 maggio 1984 con posizione ascrivibile alla categoria D1 del vigente ordinamento professionale dei dipendenti degli Enti Locali”.

Erano assenti gli assessori Carmela Lo Martire al Bilancio, Gioacchino Margarito all’Università e Cosimo D’Angelo ai Lavori Pubblici. Sergi è laureato alla Bocconi in Scienze economiche e aziendali e attualmente svolge la libera professione come consulente fiscale, amministrativo e contabile e ha maturato esperienze anche nella Stp, dove lavora il padre. Come il consigliere comunale ha aderito a Scelta Civica di Mario Monti e nel febbraio 2013 è stato candidato al sesto posto nella lista per l’elezione alla Camera ed è stato responsabile del partito in provincia.

E’ tutto scritto nel curriculum allegato alla deliberazione con cui proprio oggi, 18 gennaio, l’esecutivo ha condiviso le motivazioni illustrate dal sindaco, secondo il quale – si legge – “allo stato viene a sottoporsi la necessitò dell’organo di direzione politica di riattivare l’ufficio di supporto con una unità”. Per quale ragione? Per Consales le necessità sono principalmente tre: innanzitutto “supporto al sindaco nell’esercizio del controllo politico-amministrativo sulla gestione corrente”, in secondo luogo “supporto nel monitoraggio dell’attuazione di programmi e linee di intervento” e poi “supporto nei rapporti con gli altri organi dell’ente e loro diramazioni”.

Ci sarebbero, inoltre, “altri compiti che il sindaco di volta in volta individuerà nel contesto della propria funzione”. Perché mai non “pescare” all’interno del Palazzo, anche nell’ottica di un risparmio? Risposta: “La proposta è per l’attivazione di una collaborazione esterna tenendo conto, tra l’altro, che l’Ente verte in una più che significativa carenza di organico che rende non opportuno il ricorso a dipendente dell’amministrazione comunale per il quale, peraltro, dovrebbe anche sussistere fiduciarietà”.

E perché chiamare proprio Sergi, cognome in un certo senso noto tenuto conto delle picconate che il padre ha dato pubblicamente alla giunta e al sindaco? Tanto più che lo stesso Consales in uno degli ultimi consigli comunali della stagione estiva era arrivato persino a sostenere di essere pronto a riferire quanto era accaduto con Luigi Sergi nelle sedi opportune? Cosa effettivamente abbia separato i due, sindaco e consigliere comunale, non è mai venuto a galla con certezza, ci sono i soliti “si dice” a raccontare la vicenda.

C’è stato, invece, un intervento diretto del sindaco proprio su BrindisiReport lo scorso 11 dicembre a chiarire come mai potesse esserci l’ipotesi di Sergi junior nell’ufficio di staff: “Sono stato io a chiedergli la disponibilità a far parte dello staff visto che da solo non posso fare tutto, lo reputo un elemento professionalmente valido che nulla ha a che vedere con la storia politica del padre”, disse all’epoca. E per mettere a tacere le voci polemiche, aggiunse: “Altro non c’è, né potrebbe esserci visto lo sforamento del patto di stabilità, per cui non comprendo dove sia lo scandalo”.

Quanto allo sbilanciamento accertato nell’anno 2014, quello resta con tutte le sanzioni conseguenti, tra cui l’impossibilità di procedere ad assunzioni nell’anno successivo. Nel 2015, il punto interrogativo sul patto di stabilità resta, anche se lo stesso sindaco sostiene che il Comune abbia conti in regola dopo una serie di manovre che attengono soprattutto agli incassi per imposte chieste a grandi società, come Enel, alla Marina Militare e alla Chiesa.

In attesa di capire se sia vero oppure no, la giunta ha detto sì all’arrivo di Sergi e ha fissato la “decorrenza del rapporto dalla data di sottoscrizione del contratto sino al 31 marzo 2016, data di accertamento definitivo del rispetto del patto di stabilità per il 2015, salvo successivi rinnovi”. Sempre nei limiti del mandato del sindaco, come richiamato nel testo della delibera, in cui, nella parte finale si dà atto che “la spesa complessiva è pari a 8.300 euro, oneri riflessi inclusi”. In allegato il curriculum. E le polemiche degli oppositori, tanto di destra che dell’altra sinistra, quella alternativa al Pd, da intendersi come corrente di Consales.

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