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Intervento/ Questa classe politica rappresenta egregiamente la città di Brindisi

Le cronache dell'ultimo consiglio comunale, riportate dalla nostra Stefania De Cristofaro, sono a metà strada tra un articolo di satira e una tragedia tramutatasi in farsa. Verrebbe da dire che la situazione non è seria (non può esserlo, visto quanto accaduto) ma è piuttosto grave

Le cronache dell'ultimo consiglio comunale, riportate dalla nostra Stefania De Cristofaro, sono a metà strada tra un articolo di satira e una tragedia tramutatasi in farsa. Verrebbe da dire che la situazione non è seria (non può esserlo, visto quanto accaduto) ma è piuttosto grave. Ai cittadini verrà chiesto (attraverso l'aumento della tassa rifiuti) di farsi carico del dissesto di bilancio del Comune, delle assunzioni clientelari e di anni di cattiva amministrazione della Multiservizi. E questo avviene mentre si continuano a spendere somme consistenti per feste e sagre, alcune delle quali di dubbia qualità e dall'inconsistente ritorno d'immagine per la città.

Sia ben chiaro, la colpa non è solo e soltanto del sindaco Consales. Paghiamo sette anni di immobilismo a guida centrodestra (dopo gli anni di gestione per così dire "disinvolta" di Palazzo di Città) e un ventennio di assenza di classe dirigente e politica, sostituita da un esercito di consiglieri comunali che si candidano per ragioni personali. Di queste rsituazioni Consales potrebbe raccontarne tante, ma farlo significherebbe suicidarsi e castrare le pur legittime aspirazioni di politico e di cittadino ritrovatosi a guidare la sua città.

È vero, come ha scritto sergio Rizzo oggi sul "Corriere" a proposito della situazione romana, che tutte le colpe ricadono sui sindaci, ma qui la situazione è più complessa e complicata. Qui c'è una città ostaggio di affaristi piccoli e grandi che usano la politica (quella con la p minuscola) solo come un taxi per raggiungere obiettivi peraltro di bassa lega. 

Il problema è che il sindaco era partito annunciando la rivoluzione copernicana della macchina burocratica comunale e si è arenato al primo segnale di guerra dei sindacati; poteva dotarsi di una giunta di assessori con le palle, e invece si ritrova a dover cambiare i suoi collaboratori ogni sei mesi, per accontentare questo o quell'appetito di gruppi e gruppetti che lo tengono ostaggio.

"Questa classe politica non ci rappresenta", ha scritto ieri Alessandro Ippati, attivista del Movimento 5 Stelle, a commento delle cronache del consiglio comunale. Il problema è invece che questa classe politica rappresenta al meglio, direi egregiamente, la città di Brindisi. Voliamo basso, ci accontentiamo di poco, non abbiamo grandi progetti, scendiamo a compromessi pur di navigare a vista. Tutti contro tutti, pur di continuare a coltivare il proprio orticello.

In questa situazione le forze sane e produttive della città resteranno sempre in minoranza, oppure preferiranno restare a distanza di sicurezza dal Palazzo, per non sporcarsi le mani o quanto meno la faccia. In queste condizioni il Movimento 5 Stelle non deve fare altro che aspettare, e tra qualche mese potrà candidare anche un cagnolino e prendersi la città a mani basse. Forse, almeno loro, sapranno mettere da parte questa folta banda di consiglieri comunali e parvenu della politica che da vent'anni ricatta e blocca ogni sindaco che si vuole fare ricattare o bloccare.

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