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“Pagina di Libero? Inviata per errore”

BRINDISI - “Ho trovato affascinante l’articolo di Libero, quotidiano che di solito non acquisto. Alcune delle citazioni del professor Becchi mi hanno colpito. E per questo intendevo condividerle e commentarle (come facciamo spesso, talvolta anche in maniera divertita, sui temi di stringente attualità), con i dipendenti-collaboratori e qualche amico. Ma per errore la e-mail è stata girata a tutti gli associati. Di tanto, evidentemente, mi scuso. Ma da qui a indignarsi, mettendo addirittura in discussione la mia buona fede e la mia assoluta indipendenza rispetto alla politica ce ne passa”.

BRINDISI - “Ho trovato affascinante l’articolo di Libero, quotidiano che di solito non acquisto. Alcune delle citazioni del professor Becchi mi hanno colpito. E per questo intendevo condividerle e commentarle (come facciamo spesso, talvolta anche in maniera divertita, sui temi di stringente attualità), con i dipendenti-collaboratori e qualche amico. Ma per errore la e-mail è stata girata a tutti gli associati. Di tanto, evidentemente, mi scuso. Ma da qui a indignarsi, mettendo addirittura in discussione la mia buona fede e la mia assoluta indipendenza rispetto alla politica ce ne passa”. Angelo Guarini, si difende. Il direttore di Confindustria Brindisi, non ci sta a passare per cospiratore (e contro il Quirinale, poi!). E così, invitato a chiarire, spiega come è stato possibile che l’articolo dal titolo “Cronaca di un sobrio colpo di Stato”, a firma di Paolo Becchi (professore di Filosofia del Diritto all’Università di Genova) pubblicato ieri sulle pagine di “Libero”, (il quotidiano diretto da Antonio Belpietro), sia finito nella mailing-list degli iscritti a Confidustria Brindisi.

“Un errore tecnico. Comprendo bene che non vi sarebbe stata alcuna ragione plausibile per girare agli associati copia dell’intervento del professor Becchi, che per quanto interessante e non privo di spunti di riflessione era politicamente partigiano. Ed infatti non era mia intenzione farlo. Ripeto, destinatari di quella fotocopia sarebbero dovuti essere soltanto collaboratori e amici. Purtroppo così non è stato. Mi spiace che qualcuno abbia sollevato un polverone e preteso pubblici chiarimenti, che non ho alcuna difficoltà comunque a fornire, pur rimarcando e rivendicando già in premessa un particolare su tutti: nell'arco della mia lunga carriera ho sempre mantenuto, rispetto alla politica, la dovuta distanza, proprio per la responsabilità del ruolo che ricopro”.

Poi Guarini aggiunge: “In realtà quella pagina l’ho letta per caso. Avevo acquistato Libero attirato da un articolo sulla lista delle case dei ministri tecnici. Mi aveva incuriosito che il presidente Monti fosse proprietario di 27 fabbricati e che uno degli attuali sottosegretari, Guido Improta (di cui personalmente ignoravo l’esistenza), fosse intestatario al catasto di 96 fabbricati.  E così, sfogliando il giornale, l’occhio è poi caduto sull’articolo del professor Becchi”. Ma quel concentrato di presunte ed oscure manovre che avrebbero soffiato sulle dimissioni dell’ex premier Silvio Berlusconi e favorito il contestuale avvento del Governo tecnico (con il beneplacito di Confindustria e del suo presidente, Emma Marcegaglia), a causa di una svista è stato diffuso da Guarini agli associati, “per opportuna conoscenza e con i migliori saluti”. Da qui la polemica ed i successivi chiarimenti del direttore di Confindustria Brindisi.

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