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Nel Pd tra i due litiganti non ce la fa nessuno. E spunta Renna. Con Emiliano

Elefante e Loiacono inchiodati a Brindisi, costretti alla pax: “Ora siamo amici”. E in un’altra delle liste del candidato presidente ecco Schettino con Curto. Fuori anche le donne del capoluogo

BRINDISI – Gongolano a sinistra, prima ancora che per il valore dei propri candidati, per merito di quelli che non ci sono dall’altra parte, a destra. Perché la litigiosità che si sente all’interno di Forza Italia è nettamente più forte di quella in seno al Partito democratico: qui si litiga(va), ma Michele Emiliano non ha ceduto alle diatribe e probabilmente stanco dei punzecchiamenti made in Brindisi andati avanti per settimane tra Antonio Elefante, segretario cittadino, e Luciano Loiacono, presidente del consiglio comunale, li ha indotti allo “stop”. Fermi entrambi.  Nessuno sarà in corsa per Bari. Niente da fare neppure per le donne del capoluogo, probabilmente nel timore che il dualismo non avrebbe avuto fine. Ma Brindisi c’è. “Renna sta”.

Fra i due litiganti, indicati come tali dai rumors, sembra averla spuntata lui, il consigliere comunale con delega speciale al Turismo, che avendo visto la perturbazione interna al Pd, si è messo al lavoro in silenzio, percorrendo la sua strada. Non una parola, se non quello slogan affidato ai “sei per tre” con lo scopo di suscitare la giusta curiosità. A giorni arriverà il “faccione” , con il simbolo della lista civica in cui sarà candidato a sostegno dell’ex primo cittadino di Bari. Non una qualsiasi, però. La numero uno che dovrebbe chiamarsi “Sindaco di Puglia”.

Francesco RennaFrancesco Renna. “Quella principale, espressione diretta di Michele Emiliano che stimo tantissimo sul piano personale e politico”, tiene a precisare Francesco Renna, ex Pri, partito per il quale nel 2009 è stato assessore alle Attività produttive, ora in Consiglio comunale,  con “Brindisi di tutti” assieme all’avvocato Ferruccio Di Noi e con un’empatia in favore di Francesco Cannalire, esponente di quel resta dell’Api.

“Il nome della civica lo stiamo definendo, di certo c’è che io ci sto”. Del resto lo slogan parla chiaro, sebbene per qualcuno possa sembrare contaminato da un’espressione dialettale, tipicamente brindisina e quindi poco regionale. “Non è questo il punto”, ribatte. “L’importante è che la gente ne parli e mi pare che l’obiettivo iniziale sia stato raggiunto. Merito anche di Fiorello”, sorride. Fiorello chi? “Lui”, lo showman reduce da un successone di pubblico a Brindisi, nel Nuovo Teatro Verdi.

Non che Renna e il “Fiore” si siano incontrati, è solo che quella frase – pare – gli sia venuta in mente dopo aver visto lo spettacolo. Così racconta una leggenda metropolitana. “No, è vero. E’ andata effettivamente in questo modo. A me capita spesso che un pensiero, diventi realtà”. Il riferimento al Negroamaro Wine Festival è ovviamente scontato. “Ne vado orgoglioso, ci ho creduto sin dal primo anno, ora che stiamo per lanciare la quinta edizione, ancor di più perché ci sarà la visibilità offerta dal canale dedicato di Sky, Gambero Rosso”.

Inutile dire che il Nwf sarà il cavallo di battaglia nella campagna elettorale di Renna che rivendica anche la paternità del campionato di motonautica con Giuseppe Danese, nonché la questione palazzetto dello sport: “Avendo fatto qualcosa a Brindisi, è arrivato il momento di confrontarmi a livello regionale”, dice. “Non sarà facile, ma posso farcela perché ho dalla mia parte la concretezza, riesco a fare quello che dico”. Se è vero, si vedrà. “Ora bisogna convincere la gente, soprattutto i giovani a tornare a votare ed è principalmente a loro che voglio rivolgermi. Tanto è vero che nel mio gruppo ho una ventina di ragazzi che si occupano della comunicazione via social”. Al grido di “Renna sta” seguono Facebook e Twitter, fanno parte degli “innovatori”, ma non sono quelli della squadra di Giuseppe Marchionna, vice sindaco, con cui l’aspirante consigliere regionale ha un certo feeling. “Con lui – dice – ho un rapporto eccezionale”.

Certamente non dello stesso tenore può definirsi quello con il presidente del consiglio comunale di Brindisi, Luciano Loiacono, del Pd, per lo meno stando alle voci che circolano tra i corridoi di Palazzo di città. Cosa c’è di vero? “Niente. Se proprio devo dire la verità, confesso che in passato non c’era molta simpatia, la motivazione era da cercare nel fatto che ero assessore con delega alle Attività produttive, materia che Loiacono ha gestito per anni. Ora che siamo tutti e due dalla stessa parte non c’è astio”.

Antonio ElefanteAntonio Elefante. Sarà anche vero, chissà. Il ritornello è lo stesso che si sente  - ora – nella sede brindisina del Pd  a proposito dei rapporti tra Loiacono e Antonio Elefante, costretti allo stop per via del diritto di precedenza riconosciuto agli uscenti Fabiano Amati di Fasano, Giovanni Epifani di Ostuni e Giuseppe Romano di San Pietro Vernotico. Questa è la spiegazione ufficiale. Sui canali ufficiosi le notizie sono altre.

“Brindisi città è rimasta fuori per il semplice motivo che non ci sono stati margini di manovra”, dice il segretario cittadino. “E’ stato un fatto puramente matematico essendoci già tre posti occupati”. Ma il quarto lo rivendicavano in due.   “Diciamo che ci sono state delle difficoltà perché entrambi abbiamo caratteri forti”, sostiene Elefante. “Accade nelle famiglie ed è in casa che bisogna risolvere il conflitto, esattamente come abbiamo fatto noi. Tanto è vero che è finita a novembre: a un certo punto ci siamo resi conto che stavamo percorrendo una strada inversa rispetto a quella che avrebbe permesso la crescita del partito a Brindisi, nella provincia e nella regione. Ora io e Luciano (Loiacono, ndr) siamo amici”.

La stretta di mano della pax sarebbe avvenuta nei giorni scorsi, giocoforza, quando da Bari Emiliano ha fatto valere tutto il suo peso dicendo basta, per poi infilare un canestro che nessuno si aspettava, forte del suo passato da cestista: ha voluto nella lista del suo Pd, Antonella Vincenti, di San Donaci, rappresentante regionale per le donne. Chiaro, a quel punto, che non avrebbe portato da nessuna parte, se non alla deriva, la richiesta di deroga per avere un modulo “quattro più uno”, ossia quattro uomini a cui sarebbe stata aggiunta una donna (l’altra sacrificata per far posto ad uno dei due aspiranti di Brindisi). Negata anche questa possibilità a differenza di quanto avvenne nel 2010. Motivo? “Mi hanno detto che non si poteva correre il rischio che un’identica richiesta venisse presentata da Foggia, per esempio”. Ma c’è chi sostiene che in tal modo si è stroncata sul nascere la clonazione rosa del dualismo tra il segretario e il presidente del Consiglio.

Elefante ha ingoiato amaro. E ha mandato a Bari un messaggio tutt’altro che cortese: “Non è in questo modo che si lavora per le candidature. A Brindisi non è stato fatto il direttivo provinciale, se non per riconfermare gli uscenti”, ricorda. Il tavolo con il presidente Rosetta Fusco e il segretario Maurizio Bruno non è stato più convocato. “L’ho chiesto più volte, ma niente a differenza di quanto avvenne cinque anni fa, quando il direttivo fu riunito dieci volte. E’ evidente che si resta dispiaciuti: la candidatura espressione di Brindisi città avrebbe dato valore aggiunto al risultato del Partito democratico. E poi, se proprio vogliamo dirla tutta, questa cosa del conflitto interno tra me e Loiacono ha dimostrato l’esistenza, con tutta la sua vivacità, del Pd, a differenza della realtà dei comuni della provincia”.

Esageratamente vivace, forse. E allora come mettere fine alle scintille? “Sarebbe bastato fare le primarie per scegliere chi fra i due o fra altri sarebbe stato inserito in lista. Siamo Partito democratico, noi. Ma la gestione delle candidature è stata fatta male. Comunque archiviata la pratica si va avanti e si guarda al risultato finale: ciascuno deve fare il massimo, chi non lo fa a Brindisi, può ritenersi fuori dal partito”.

Luciano Loiacono (Foto Gianni Di Campi)Luciano Loiacono. “Non c’è amarezza, c’è piuttosto la consapevolezza che arrivati a questo punto ognuno del Pd deve votare Pd”, dice il presidente. “Siamo una squadra, si lavora insieme, i personalismi non servono. Mi pare che non ci sia neppure bisogno di fare esempi che in terra brindisina non mancano”, continua.

“E’ vero che per un po’ c’è stato attrito con Elefante, viste le legittime aspirazioni di entrambi, ma è acqua passata. Ho chiuso quel capitolo nel momento in cui ho deciso di fare un passo indietro di fronte all’offerta ricevuta, per non spaccare il partito. L’ho comunicato a chi di dovere e non ne ho più parlato. Il Pd deve restare unito. Ed è in nome dell’unità che lavoreremo. Anche ora recriminare per la donna di Brindisi che non c’è, non ha senso. Mi auguro che il risultato elettorale ci sia, nel capoluogo, come per la regione”.

C’è invece Clara Bianco, di Mesagne, dirigente scolastico dell’istituto che comprende il nautico Carnaro, il geometra Belluzzi e i due commerciali, Flacco e Marconi: il suo nome è arrivato tenuto conto che proprio a Mesagne c’era la necessità di dare una stampella al Pd claudicante per colpa delle spaccature interne, in vista delle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale. Ma questa è un’altra storia.

Michele Schettino-2Michele Schettino. Va avanti senza curarsi delle beghe del Pd, Michele Schettino, 39 anni, titolare di un’impresa che opera nel settore dei servizi: è un volto nuovo, debutto in politica e alle elezioni. “Ho firmato proprio ieri sera per la lista civica  i Popolari con Emiliano”, dice. “E’ quella in cui c’è Euprepio Curto”, aggiunge subito tirando in ballo un veterano, uno che è stato senatore per più legislature, consigliere comunale nella sua Francavilla Fontana e che nelle Assise di Bari è di casa con l’Unione di Centro, a cui è approdato dopo aver archiviato il Msi e An.

“Credo in Emiliano: è il candidato vincente, il più carismatico, mi piace, per questo mi sono deciso a scendere in campo. Questo non è più il tempo di parlare di ideologie, non esistono”. Il che fa sorgere un dubbio: non è che per caso è stato elettore di Forza Italia? “Probabilmente sì, ma quel che è stato, è stato. Di certo che c’è che sinora sono sempre stato dietro le quinte, ora che c’è stata la possibilità di fare qualcosa per Brindisi, mi sono messo in gioco. Voglio avere un rapporto diretto con gli elettori, niente manifesti giganti ché qui stiamo tutti senza soldi. E poi non è che quello che ha il manifesto più grande o che ne ha tantissimi vince”.  La crisi vuol dire anche questo, ma i “santini” potrebbero resistere.

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