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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Musica fino all'una, il Tar di Lecce sospende l'ordinanza del Comune

I giudici sottolineano come la norma abbia la capacità di incidere negativamente sulla salute dei residenti. Il Pd attacca: "Amministrazione superficiale, è mancato il confronto"

BRINDISI - Movida a Brindisi: il Tar di Lecce sospende l'ordinanza del Comune, risalente al 6 luglio, che disponeva in materia di emissioni sonore. L'Amministrazione Marchionna aveva fissato all'una di notte il limite massimo, dopodiché gli esercenti avrebbero dovuto spegnere la musica. Ma i giudici leccesi - presidente Enrico D'Arpe - hanno rifilato una sonora bocciatura, stando a quanto si legge nel decreto. I giudici rilevano che l'estensione temporale di validità dell'ordinanza è eccessiva - oltre due mesi -, quando le norme in materia consentono deroghe per attività sporadiche e occasionali, come si vedrà a breve. Intanto il Partito Democratico brindisino punta il dito contro l'Amministrazione Marchionna, che tra l'altro non si è costituita in udienza, e parla di "superficialità" e mancanza di confronto tra le parti.

Come detto, il 6 luglio scorso viene emanata l'ordinanza, che regola tra l'altro le emissioni sonore durante la stagione estiva nel centro di Brindisi. Di fatto, i locali potranno diffondere musica ogni giorno durante l'estate, fino all'una di notte. Un comitato non ci sta e si rivolge al Tribunale amministrativo regionale di Lecce. Il diritto leso è quello al riposo, alla salute, secondo i ricorrenti, rappresentati e difesi dall'avvocato Francesco Silvestre. Ieri, sabato 22 luglio 2023, arriva la doccia fredda per l'Amministrazione brindisina: per i giudici l'ordinanza va sospesa immediatamente, tanto è delicata la questione, che attiene alla salute e al diritto al risposo. Insomma, non si potrà attendere la prossima camera di consiglio della sezione, fissata per il 14 settembre. Per i giudici le previsioni normative consentono "la deroga ai previsti valori limite assoluti e/o differenziali delle emissione sonore soltanto per attività sporadiche ed occasionali - quali una festa comunale, uno spettacolo in piazza, una specifica manifestazione destinata a tenersi in una certa data ed in una certa ora - ma non permettono in alcun modo l'estensione, per un rilevante periodo temporale (oltre due mesi, tutti i giorni dalle ore 20,00 alle ore 1,00), ad attività all'aperto di carattere continuativo, quale quella dei numerosi esercizi pubblici presenti nel centro urbano cittadino del Comune di Brindisi". 

L'ordinanza così come è stata concepita, per il Tar di Lecce, non avendo limiti di tempo potrebbe creare notevoli problemi ai residenti. Infatti, nel decreto si parla di una "capacità di incidere (in senso negativo) sul bene giuridico-salute tutelato dalle norme in tema di inquinamento acustico [che] è talmente superiore a quella della attività sporadica ed occasionale da non poter in alcun modo esservi assimilata, sia sull'eccesso di potere per carenza di una adeguata istruttoria, non essendo stato fissato alcun limite massimo e non essendo stato valutato (tra l'altro), nella specie, l'effetto cumulativo delle emissioni sonore prodotte contestualmente dai numerosi esercizi pubblici e locali commerciali con attività all’aperto ubicati nel centro urbano cittadino di Brindisi". Intanto, sul versante politico, il Pd non perde tempo e attacca: "La sospensiva dell'ordinanza per la deroga alle emissioni sonore da parte del Tar rappresenta un macigno per le attività del centro, e questo a causa della superficialità con cui l'Amministrazione comunale ha trattato l'argomento. Sia chiaro, i residenti hanno fatto valere le loro ragioni rivolgendosi legittimamente al tribunale amministrativo, perché evidentemente non c'è stato un confronto sereno e disinteressato tra le parti".

Per il Partito Democratico questa è una sconfitta non solo dell'Amministrazione Marchionna ma, indirettamente, influisce ovviamente anche sulle attività degli esercenti: "Questo pregiudicherà inevitabilmente il frizzante settore commerciale cittadino della somministrazione che durante l'estate, grazie all'intrattenimento fuori dai locali, riesce a sostenersi economicamente e agevolerà le realtà dei paesi limitrofi". I Democratici propongono di puntare sul dialogo: "A nostro avviso si deve tentare subito di contemperare le esigenze degli esercenti a quelle dei residenti, che non vogliono certamente un centro desertificato ma neanche una discoteca a cielo aperto h24, chiedendo un sacrificio ad entrambi le parti, per esempio limitando la deroga nei fine settimana con orari diversificati tra giorni pre-festivi, venerdì e sabato e festivi".

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