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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Crack Brindisi Calcio, 5 anni a Salucci

BRINDISI - Per il Tribunale anche il pagamento in nero degli stipendi dei giocatori fu un sistema di distrazione delle somme. Il caso in questione è quello del Brindisi Calcio in epoca Salucci e del fallimento del 2004: oggi, a nove anni di distanza dai fatti, si è chiuso il primo grado del processo con due condanne per bancarotta fraudolenta.

BRINDISI - Per il Tribunale anche il pagamento in nero degli stipendi dei giocatori fu un sistema di distrazione delle somme. Il caso in questione è quello del Brindisi Calcio in epoca Salucci e del fallimento del 2004: oggi, a nove anni di distanza dai fatti, si è chiuso il primo grado del processo con due condanne per bancarotta fraudolenta.

Cinque anni di reclusione (di cui tre ‘abbonati’ per via dell’indulto) per l’allora presidente della squadra che militava nel campionato di C2, Luciano Morosi (difeso dall’avvocato Simona Attolini) e per il patron, Mario Salucci, imprenditore di Prato che operava a Brindisi nel settore della movimentazione del carbone con la società Brindisi Terminal.

Assolti entrambi dal collegio presieduto da Francesco Aliffi relativamente a un solo capo di imputazione, sempre connesso alla bancarotta. Prescritti altri reati minori. Il pm, Raffaele Casto, aveva chiesto per Salucci la condanna a una pena di 7 anni di reclusione, per Morosi a 7 anni e 6 mesi.

Stando a quanto è stato ricostruito nel corso delle indagini e poi del dibattimento il Brindisi Calcio fallì perché nessuno fu in grado di coprire i debiti accumulati, per un totale di un milione e trecentomila euro. L’inchiesta fu avviata proprio nel 2004, dopo il crack. Salucci era approdato a Brindisi quattro anni prima. Per tutti e due gli imputati è stata decisa l’interdizione per 10 anni dalla gestione di società.

Quanto ai risarcimenti nei confronti dell’unica parte civile, ossia il curatore fallimentare Davide Frigione, il collegio ha stabilito che l’ammontare andrà interamente determinato in sede civile.

Salucci giunse a Brindisi nel 2000 quando era sindaco Giovanni Antonino che tre anni dopo contribuirà a fare arrestare, accusandolo di avergli estorto mazzette per poter lavorare a Brindisi. Per quelle mazzette Antonino patteggiò la pena di tre anni e mezzo di carcere.

Salucci rilevò la squadra  che militava in Interregionale e la portò in C2, l’attuale Seconda divisione, sfiorando per ben due anni la promozione in C1. Poi il crollo. Di Salucci, ad oggi, si sono perse le tracce.

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