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Cronaca

Evasione fiscale, nuovo dissequestro per l’imprenditore Brigante

Il gip restituisce 58mila euro per la prosecuzione dell’attività: accolta l’istanza del difensore Masiello

BRINDISI – Terza richiesta di dissequestro in favore dell’imprenditore Giovanni Brigante di Brindisi, in qualità di amministratore unico della società Brigante srl: il gip del Tribunale ha accolto l’istanza per la restituzione di 58mila euro, somma destinata all’ulteriore prosecuzione dell’attività.

il dissequestro

Giovanni BriganteIl via libera al dissequestro è stato deciso dal giudice per le indagini preliminari Tea Verderosa, su domanda del difensore Mauro Masiello, legale di fiducia dell’ex consigliere comunale e regionale, finito sotto processo con l’accusa di evasione fiscale a conclusione dell’inchiesta della Guardia di Finanza che portò al blocco dei conti correnti il 9 ottobre 2017 e dei beni immobili riconducibili all’imprenditore. Accusa identica è stata mossa dalla Procura nei confronti della moglie e dei figli, nonché dell’ex commercialista che seguiva la contabilità delle società Brigante srl e Comibri srl, entrambe con sede in città.

Tutti gli imputati hanno rinunciato a riti alternativi, decidendo di affrontare il processo dibattimentale per dimostrare la correttezza del proprio operato come titolari di quote delle due società a responsabilità limitata.

Il rinvio al giudizio del Tribunale è stato disposto lo scorso 12 giugno dallo stesso giudice che ha autorizzato il dissequestro.

L’accusa di evasione fiscale

L’accusa di evasione è stata mossa per aver “occultato al Fisco un imponibile di oltre undici milioni di euro” e per non aver pagato l’Iva per due milioni. Viene contestata anche  una donazione che il figlio avrebbe fatto in favore del padre il 29 ottobre 2015: l’atto di liberalità riguarda un immobile in contrada Betlemme e una capannone in contrada Piccoli, zona industriale per un valore che, stando ai conteggi dei militari della Guardia di Finanza ammonterebbe a un milione e 50. Per l’imprenditore, invece, la donazione avrebbe avuto un valore di 550mila euro e andrebbe a inserirsi nelle dinamiche familiari legate alla necessità di dividere i cespiti di Giovanni Brigante fra figli e nipoti. Nulla di penalmente rilevante, secondo la difesa.

La difesa

Mauro MasielloLa difesa dell’imprenditore aveva già ottenuto altri due provvedimenti di dissequestro: una prima volta per 107mila euro e la seconda per 670mila euro, destinate sia al regolare pagamento degli stipendi che alla prosecuzione dell’attività, peraltro mai interrotta. (Nella foto accanto, l'avvocato  Mauro Masiello)

Restano, invece, sotto sequestro un appartamento, due opifici e sette terreni, per un valore di un milione di euro e altre disponibilità finanziarie per circa 600mila euro, tutto intestato o comunque nella disponibilità di Giovanni Brigante, in qualità di amministratore unico della Brigante srl.



 

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