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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Frode bonus edilizi, maxi sequestro da 150 milioni. Anche due società brindisine coinvolte

Inchiesta della guardia di finanza di Taranto, focus su lavori mai effettuati, immobili inesistenti e dati catastali inventati. Gli indagati sono 17, il lavoro delle fiamme gialle si è basato soprattutto su analisi dei documenti e l'incrocio con le banche dati

Lavori mai effettuati, immobili inesistenti, dati catastali inventati: è un vero e proprio terremoto la nuova inchiesta della Guardia di Finanza di Taranto sui bonus edilizi. Risultano coinvolte due società con sede a Brindisi. Ammonta a oltre 150 milioni di euro il valore dei crediti sequestrati dai finanzieri nei confronti di una serie di aziende presenti in quattro regioni italiane e ritenute responsabili di indebita percezione di erogazioni pubbliche attraverso il sistema dei bonus per l'edilizia concessi dai Governi negli anni scorsi. Sono invece complessivamente 17 le persone iscritte nel registro degli indagati. Le indagini dei finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria sarebbero partite da un'informativa dell'Agenzia delle Entrate inviate alla Procura ionica che, sulla base di un protocollo stilato tra i diversi enti pubblici, ha affidato alle fiamme gialle il compito di verificare la vicenda.

Le analisi delle fiamme gialle

Il lavoro dei finanzieri quindi si è basato su analisi dei documenti e l'incrocio con le banche dati, ma non solo. Attraverso una serie di sopralluoghi sono riusciti a comprendere che quei contributi non dovevano essere erogati: non solo perché i richiedenti non erano intestati di alcun immobile, ma anche perché in alcuni casi gli immobili erano addirittura inesistenti. E ancora: le pratiche in determinati casi sarebbero state istruite attraverso l'utilizzo di dati catastali completamente inventati. Un maxi raggiro, secondo l'accusa, che è stato possibile ricostruire grazie a un'attività particolarmente lunga e delicata che, dopo mesi di lavoro, nei giorni scorsi ha portato al blocco dei crediti che l'Agenzia delle entrate avrebbe concesso alle diverse imprese e che ora invece restano congelate in attesa che l'inchiesta faccia il suo corso. Il sequestro risale a sabato 10 giugno, mentre nei prossimi giorni è atteso il decreto di convalida del sequestro da parte del giudice per le indagini preliminari.

Le due società brindisine

Per comprendere il ruolo delle due società con sede a Brindisi, bisogna scorrere i capi di imputazione. Al capo E) viene menzionato, tra gli indagati, l'amministratore e legale rappresentante di una prima società, un srl (società a responsabilita limitata), con sede nel capoluogo adriatico. Si parla della compilazione di molteplici moduli di "comunicazione dell'opzione relativa agli interventi di recupero del patrimonio edilizio, efficienza energetica, rischio sismico, impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica". Tali moduli sarebbero stati inviati all'Agenzia delle Entrate riportando "cose non vere". E precisamente: di aver eseguito lavori edili su immobili nella disponibilità della società. Per i finanzieri, la realtà non è questa: i lavori non sarebbero stati eseguiti e la società brindisina non aveva la disponibilità degli immobili. Non solo: i lavori davano diritto a ottenere le agevolazioni fiscali sotto forma di sconto in fattura. I crediti di imposta conseguiti indebitamente venivano girati ad altre società, dichiarate falsamente esecutrici dei lavori. Sono otto i casi attenzionati dalle fiamme gialle. In uno di questi entra in ballo la seconda società brindisina, un srls (società a responsabilità limitata semplificata): l'8 ottobre 2021 le sono stati ceduti 90 mila euro, "in attesa di risposta del cessionario".

Un altro caso di cessione del credito

I 90 mila euro ceduti dalla prima società brindisina alla seconda sono briciole rispetto ad altri casi. Uno su tutti, quello riportato da AvellinoToday nell'articolo disponibile a questo link. La prima società brindisina, tra il 14 giugno e il 19 ottobre 2021, avrebbe ceduto crediti per oltre 11 milioni di euro a una srls unipersonale con sede a Eboli (in provincia di Salerno). I crediti sarebbero stati accettati il 12 dicembre 2022. Ecco quanto riporta AvellinoToday: "E' stato eseguito nei confronti di una imprenditrice di Roccabascerana (in provincia di Avellino, ndr), difesa di fiducia dall'avvocato Giovanna Coppola del foro di Avellino, il decreto di sequestro di urgenza disposto dalla Procura di Taranto per una somma di 11 milioni di euro. La misura cautelare è stata applicata in quanto, secondo gli inquirenti, l'indagata, in qualità di rappresentante legale di una società di costruzioni edili, in concorso con altri soggetti, otteneva indebitamente crediti di imposta quale esecutrice di lavori edilizi mai eseguiti relativi ad interventi di recupero del patrimonio edilizio, efficienza energetica, rischio sismico. Si ipotizza, dunque, il reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche in quanto i beneficiari si dichiaravano falsamente quali esecutori dei lavori stessi mai eseguiti. Nei prossimi giorni, adesso, è atteso il decreto di convalida del sequestro da parte del giudice per le indagini preliminari".

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