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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Incastrati da contatti per agenzia scommesse

Incastrati da un affare che la moglie del braccio destro del boss stava trattando con la moglie di un altro boss: così è nata da una costola dell’indagine Fast Line sugli interessi del clan di Albino Prudentino nel settore delle scommesse online un’altra operazione, Remetior II.

Incastrati da un affare che la moglie del braccio destro del boss stava trattando con la moglie di un altro boss: così è nata da una costola dell’indagine Fast Line sugli interessi del clan di Albino Prudentino nel settore delle scommesse online un’altra operazione, Remetior II, che stamani prima dell’alba ha “normalizzato” un gruppo criminoso ritenuto affiliato alla Sacra corona unita del Nord Leccese, quello guidato da Salvatore Scaramuscio di Surbo. Al lavoro sempre gli investigatori del comando provinciale di Brindisi della Guardia di Finanza, che a quanto pare non hanno sprecato nulla di quanto emerso nel corso dei lunghi mesi trascorsi sulla pista dell’ex capo contrabbandiere di Ostuni.

L’aggancio fatale per le sorti del gruppo Scaramuscio avvenne nella sala colloqui del carcere di Borgo San Nicola, a Lecce. Qui i finanzieri brindisini avevano piazzato le cimici per intercettare i colloqui tra gli esponenti della famiglia Prudentino detenuti e quelli liberi. Nella massa di materiale probatorio finì anche la notizia di un contatto tra Marianna Carrozzo, una delle 19 persone arrestate oggi, moglie del braccio destro di Scaramuscio, Leandro Luggeri, e Apollonia Grazia Raspante, moglie di Albino Prudentino.

Prudentino infatti – secondo gli inquirenti – aveva dato ai familiari l’ordine di agevolare Marianna Carrozzo nell’apertura a San Pietro Vernotico di un’agenzia di scommesse online. Attraverso la moglie, alla compagna di Luggeri bisognava fornire tutto cià che occorreva, dai computer alle slot machine. L’agenzia sarebbe stata poi intestata ad un nipote di Luggeri. Quest’ultimo, come Scaramuscio e Prudentino, era all’epoca dei fatti detenuto, ma non solo aveva la delega per le affiliazioni: assieme alla moglie controllava lo spaccio di droga nella zona di Trepuzzi e centri limitrofi. Probabilmente anche l’agenzia sarebbe stata al servizio del fabbisogno economico dell’organizzazione.

A quel punto era chiaro che dal carcere Caramuscio e Luggeri continuavano a dirigere i loro uomini e le loro attività illecite, utilizzando la forza del vincolo associativo di stampo mafioso, secondo quando hanno poi ravvisato sia i pm che il giudice delle indagini preliminari. Quindi questa parte dell’attività svolta dalla Guardia di Finanza di Brindisi è stata stralciata dal corpo principale dell’operazione Fast Line dando vita ad secondo filone di indagini sul gruppo Scaramuscio.

 

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