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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca San Pietro Vernotico

"Questa non è una guerra, questa è una lotta per il benessere di tutti"

Anche nelle campagne a sud di Brindisi gli agricoltori incrociano le braccia in segno di protesta per le sorti dell’Agricoltura messe a rischio dalle Politiche comunitarie, dalle leggi nazionali ma anche dall’inerzia delle istituzioni regionali

SAN PIETRO VERNOTICO – “Nelle nostre mani il destino della Terra, ma lo Stato ci guarda senza vederci. Chiediamo rispetto per il nostro sudore”. Anche nelle campagne a sud di Brindisi gli agricoltori incrociano le braccia in segno di protesta per le sorti dell’Agricoltura messe a rischio dalle Politiche comunitarie, dalle leggi nazionali ma anche dall’inerzia delle istituzioni regionali. 

Oggi, lunedì 5 febbraio, agricoltori provenienti da San Pietro Vernotico, Torchiarolo, Cellino San Marco, Brindisi, Tuturano ma anche Surbo e Squinzano, comuni del Leccese, hanno dato vita a un sit-in in un terreno sito a ridosso della rotatoria sita sulla strada provinciale che collega Torchiarolo a San Pietro Vernotico e che conduce verso la piattaforma di distribuzione Eurospin. A poche centinaia di metri dallo svincolo per la strada statale 613 (la Brindisi-Lecce). 

Protesta agricoltori torchiarolo 2024-2

I motivi della protesta sono gli stessi che accomunano gli agricoltori d’Italia e d’Europa: aumento del prezzo del gasolio, (entro il 2026 dovranno pagare le accise, con conseguente aumento dei prezzi di vendita), Imu su terreni agricoli (che ad oggi le aziende agricole non pagano e i privati pagano beneficiando di agevolazioni che nel tempo verranno azzerate), Irpef Agricola e tanto altro. Per quanto riguarda il Salento, inoltre, non può essere ignorato il grave danno provocato dalla Xylella che ha cancellato milioni di ulivi secolari mettendo in ginocchio l’economia locale. 

Videointervista agli agricoltori

Molti agricoltori da quasi quattro anni sono in attesa di ricevere i contributi regionali per procedere con reimpianti.  “La domanda l’abbiamo presentata nel 2018, nel 2020 sono state rese pubbliche le graduatorie, le prime 500 istanze hanno ricevuto il contributo e il resto è in attesa. I soldi non stanno arrivando”. Spiegano. Il risultato è che chi ha deciso affidarsi alle procedure regionali da più di 8 anni è fermo. Gli ulivi secolari sono morti, cancellati per sempre, chi ha estirpato non può reimpiantare (nemmeno a proprie spese per poi chiedere un rimborso) fino a quando la Regione Puglia non eroga i contributi. Il risultato è che non si produce più olio e le piccole aziende rischiano il fallimento. Oltre al grave danno arrecato al paesaggio e all’Ambiente. 

Cia Puglia consegna documento al Prefetto

Un disastro vero e proprio i cui danni ricadono principalmente su chi lavora la terra ma anche su tutti i cittadini. “Questa non è una guerra, questa è una lotta per il benessere di tutti. L’agricoltore è il primo custode dell’Ambiente e del ‘mangiare sano’. Noi abbiamo una regolamentazione da seguire per quanto riguarda l’utilizzo di prodotti fitosanitari e non si possono accettare prodotti provenienti dall’estero dove non ci sono regole e tracciabilità. I nostri prodotti sono tutti tracciati e così deve essere ma vogliamo anche essere remunerati per quello che è il nostro lavoro. L’agricoltore è colui che aiuta l’Ambiente, noi siamo prima a favore dell’Ambiente e poi produttori, purtroppo siamo stati scambiati per coloro che inquinano. I cittadini devono capire che il cibo sano possono garantirlo solo gli agricoltori italiani e non quelli esteri e per questo tutti si devono unire alla protesta”. 

Anche il divario tra prezzi pagati ai produttori e quelli dei prodotti sul mercato è uno dei motivi di rabbia. “Il prezzo di un ortaggio lo deve decidere il contadino, colui che lo produce e non le grosse aziende, noi invece siamo vittime di accordi fatti da altri e se non vogliamo buttare via il prodotto, perché come è noto gli ortaggi dopo la raccolta non hanno lunga vita, dobbiamo adattarci ai loro prezzi, ma non funziona così”.  

A Torchiarolo, sabato 3 febbraio, è stato fondato il “Comitato agricoltori salentini” che si propone dare un’unica voce alle proteste e stilare un documento da sottoporre alla Regione Puglia con proposte e richieste: una fra tutte l’immediato sblocco dei contributi per il reimpianto degli ulivi. 

Tornando alla protesta di oggi, gli agricoltori sottolineano: “Noi non vogliamo sussidi, vogliamo i risarcimenti, possiamo anche rinunciare agli aiuti Pac ma lo Stato italiano ci deve garantire il nostro giusto guadagno. L’articolo 1 della Costituzione italiana dice che la Repubblica Italiana è fondata sul lavoro, noi vogliamo lavorare, non vogliamo sussidi per stare fermi”. 

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