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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Francavilla Fontana

Scandalo Bpm, arrestato Cannalire

MILANO - L'ex presidente della Banca Popolare di Milano, Massimo Ponzellini è finito agli arresti domiciliari, insieme a un suo ex collaboratore Antonio Cannalire, manager originario di Francavilla Fontana, nell'ambito dell'inchiesta milanese su un finanziamento sospetto da 148 mln di euro alla società Atlantis di Francesco Corallo. Contestate l' associazione a delinquere e la corruzione. Al centro della vicenda giudiziaria, affiorata a metà novembre 2011 con la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati di Ponzellini e Cannalire, ci sono i finanziamenti sospetti elargiti dalla Banca Popolare di Milano a società in odore di mafia. Le ipotesi di reato iniziali su cui poggiava l'indagine della procura milanese sono associazione a delinquere e ostacolo alle autorità di vigilanza.

MILANO - L'ex presidente della Banca Popolare di Milano, Massimo Ponzellini è finito agli arresti domiciliari, insieme a un suo ex collaboratore Antonio Cannalire, manager originario di Francavilla Fontana, nell'ambito dell'inchiesta milanese su un finanziamento sospetto da 148 mln di euro alla società Atlantis di Francesco Corallo. Contestate l' associazione a delinquere e la corruzione. Al centro della vicenda giudiziaria, affiorata a metà novembre 2011 con la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati di Ponzellini e Cannalire, ci sono i finanziamenti sospetti elargiti dalla Banca Popolare di Milano a società in odore di mafia. Le ipotesi di reato iniziali su cui poggiava l'indagine  della procura milanese sono associazione a delinquere e ostacolo alle autorità di vigilanza.

Sempre nel contesto dell'indagine che ha portato agli arresti dell'ex presidente di Bpm, Massimo Ponzellini, di un suo collaboratore e del titolare di Atlantis, Francesco Corallo, vengono contestate, da quanto si è saputo, presunte tangenti per 5,7 mln di euro versate per ottenere lo sblocco di alcuni finanziamenti concessi a diverse società, tra cui la stessa Atlantis. Nell'inchiesta, da quanto si è appreso, risulta indagato anche l'ex direttore generale della banca, Enzo Chiesa.

I pm Roberto Pellicano e Mauro Clerici cominciarono a lavorare su un rapporto ispettivo di Bankitalia spedito agli inquirenti nel giugno 2011. Il dossier degli ispettori della banca centrale  sottolineava la presenza di finanziamenti anomali per 148 milioni di euro che la Bpm aveva concesso ad Atlantis/BpPlus, uno dei tanti gruppi attivi nel ramo del gioco d'azzardo. Ma Atlantis/PpPlus risultava a sua volta connesso a società offshore con sede nel paradiso fiscale delle Antille Olandesi, a loro volta riconducibili a Francesco Corallo, figlio di Gaetano, pregiudicato per criminalità organizzata.

L' imprenditore francavillese Antonio Cannalire, 38 anni, nell'inchiesta entra come diretto collaboratore di Massimo Ponzellini, ormai ex presidente di Bpm e - al momento della prima notizia dell'inchiesta - presidente di Impregilo. Per la Guardi di Finanza ed i pm, Cannalire è addirittura il collaboratore-ombra di Ponzellini in questo ed altri affari condotti da quest'ultimo quando era ai vertici di Bpm. Una cosa è certa: la pratica Atlantis/PpPlus suscitò non pochi malumori ed opposizioni nell consiglio di amministrazione della banca. Ma Ponzellini riuscì a pilotarla a dovere.

Corallo, del resto, sembra godesse di ottime amicizie, oltre che di uno stuolo di avvocati di primo piano, tra i quali Giulia Bongiorno, che il 10 novembre 2011 cercarono di opporsi alla perquisizione dell'ufficio romano del personaggio altamente sospetto sostenendo che il loro cliente era protetto da immunità diplomatica in qualità di ambasciatore presso la Fao del Commonwealth of Dominica, una piccola isola dei Caraibi. Non ci volle molto ad accertare che la domanda di accredito di  Francesco Corallo presso la Farnesina era stata respinta.

Particolare curioso, durante la perquisizione si precipitò nello studio di Corallo il deputato del Pdl Amedeo Laboccetta, napoletano, anche membro della Commissione antimafia, che trafelato prelevò e si portò via un pc portatile che Corallo sino a quel momento aveva difeso con le unghie e con i denti, sostenendo che era di sua proprietà, e ovviamente suscitando le ire ma anche l'attenzione dei pm inquirenti. Che ne chiesero il sequestro alla camera dei Deputati. Il parere della giunta per le Autorizzazioni della Camera alla richiesta della procura di Milano di poter acquisire il computer di Amedeo Laboccetta fu favorevole. A favore votarono i parlamentari di Pd, Lega, Terzo polo e Idv, contro Pdl e Popolo e territorio. Decisione defihnitiva, come sempre rinviata alla Camera.

Come mai il rapporto Corallo-Laboccetta? Semplice: Corallo era stato collaboratore parlamentare del deputato napoletano. E Cannalire, invece, che c'entra? Nelle carte dell'indagine c'è scritto che la Guardia di Finanza "ha ricollegato Atlantis a Francesco Corallo, figlio di Gaetano, pregiudicato per criminalità organizzata, individuando come significativa la figura di Antonio Cannalire".Il manager di Francavilla Fontana  "grazie ad un rapporto del tutto particolare con il presidente Ponzellini interloquisce con i principali dirigenti di Bpm addirittura su un piano di supremazia". E ancora: "Cannalire appare rappresentare il terminale di un fascio di interessi di origine politico imprenditoriale che attraverso lui hanno accesso presso Bpm". "Cannalire potrebbe essere la persona che favorisce o gestisce i guadagni illeciti di Ponzellini, procurandosene al contempo di propri".

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