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Martedì, 30 Aprile 2024
Economia

"Mutismo della Dema sulla sorte dei lavoratori della Dcm"

La vertenza, dopo la ristrutturazione del debito con Inps per la Fiom Cgil c'è un altro importante nodo da sciogliere

BRINDISI - Dopo l'accordo di ristrutturazione del debito siglato da Dema con Inps, c'è ancora un altro nodo da sciogliere, quello del piano industriale, specialmente per la sorte dei lavoratori della Dcm. Dema è una società specializzata nella costruzione di componenti aeronautiche. Conta quattro stabilimenti in Italia e circa 700 dipendenti tra Campania e Puglia. Il 7 gennaio è stato firmato l'accordo di ristrutturazione del debito con Inps, che ha accettato la dilazione del proprio credito. E' un passaggio fondamentale nel percorso di restyling aziendale avviato dal nuovo management, guidato da Renato Vaghi, presidente e amministratore delegato di Dema.

Per Angelo Leo, segretario generale Fiom Cgil di Brindisi, il piano di ristrutturazione industriale sarebbe sì costellato da buoni propositi, ma sostanzialmente "vago". Spiega Angelo Leo: "Alle richieste della Fiom e delle altre sigle sindacali nazionali e di Puglia e Campania, di avere certezze sulla tenuta dei posti di lavoro, ci hanno mostrato una slide ondivaga, abbastanza preoccupante sul piano occupazionale con termine positivo finale nel 2024". Quindi il pieno regime si raggiungerebbe tra tre anni.

Un altro problema individuato dalla Fiom è quello riguardante la sorte dei lavoratori della Dcm. Quest'ultima è una delle due aziende che venne costituita nel gennaio 2018, dopo il fallimento della Gse, che operava nel ramo aerospaziale. La Dar e la Dcm, entrambe del gruppo Dema, ne rilevarono le commesse. La Dar ha sempre operato a pieno regime. Per quanto riguarda la Dcm, c'era l'impegno di far confluire il lavoratori all'interno della Dar. A distanza di tre anni i lavoratori Dcm sono ancora in cassaintegrazione.

Angelo Leo della Fiom lamenta il mutismo di Dema sulla sorte dei lavoratori della Dcm. "Nonostante la Fiom - spiega - unitariamente ad altre sigle e persino alla task force regionale Puglia presieduta dal presidente Leo Caroli, abbiano all'unisono chiesto l'utilizzo dei contratti di sviluppo per salvare tutti i lavoratori compreso quelli della Ddm. Una cosa è certa, un eventuale firma futura di accordo  sarà possibile solo con la salvaguardia di tutti i posti lavoro dell'intero gruppo, sia in Campania che a Brindisi".

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