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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Ditte in uscita dal petrolchimico, Cobas: "Preoccupati per i lavoratori delle officine esterne"

Il sindacato esprime preoccupazione sulla sorte di circa 50 dipendenti di tre aziende brindisine che hanno perso l'appalto nel settore delle manutenzioni

BRINDISI – Il sindacato Cobas esprime preoccupazione per il destino di cinquanta dipendenti delle ditte brindisine (Leucci,Tecnogal, Cimi) in uscita dagli appalti nel petrolchimico, cui sono subentrate altre due società. Lo fa il giorno successivo la sottoscrizione di un verbale di accordo presso la sede di Confindustria Brindisi. L’intesa sottoscritta dal sindacato Failm, le aziende subentranti, l’associazione datoriale Confapi e la stessa Confindustria prevede il riassorbimento di 76 unità della platea storica, nel settore delle manutenzioni. 

Il Cobas, attraverso una nota a firma del segretario provinciale, Roberto Aprile, denuncia di non essere stato convocato da Confindustria al tavolo che si è svolto ieri. Riguardo al verbale. Il sindacato rimarca che “non è ancora chiaro come verranno salvaguardati i livelli salariali”.

“La cosa più preoccupante – si legge ancora nella nota del Cobas - è il destino amaro di 50 lavoratori ed impiegati delle officine esterne delle ditte uscenti, aggrappati come lavoro ormai solo alla commessa all’interno del petrolchimico”. “Il loro destino – prosegue Roberto Aprile - è segnato: le aziende locali sono destinate a chiudere tirandosi dietro in questa disgrazia i lavoratori delle officine esterne”.

Il Cobas fa l’esempio della Basilicata, dove esistono accordi di sostegno alle imprese locali, “ma a Brindisi - spiega il sindacalista - non abbiamo mai visto in quasi 70 anni nulla di simile”. “Il Cobas continuerà nel suo impegno a favore di tutti i lavoratori, con l’impegno a realizzare nelle prossime settimane una fiaccolata cittadina”. Sosterremo in questa manifestazione – afferma Aprile - la richiesta di nuovi investimenti al governo nazionale per il nostro territorio, di fronte alla desertificazione più totale che sta già avvenendo”.

“C’è bisogno di una rivolta di carattere sociale – conclude Aprile - che costringa il governo, attraverso la sua presenza in aziende di Stato, a sviluppare nuove iniziative occupazionali. Solo la lotta può ridare dignità a questa città destinata a scomparire nei prossimi anni”.

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