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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Porto, si riapre il problema-Barretta

BRINDISI – Un vecchio detto che circola da sempre tra i politici più smaliziati e dotati di autoironia è: “Se non vuoi fare nulla, fai una commissione”. E a giudicare dai risultati di quella istituita qualche anno fa per individuare un nuovo sito nel porto di Brindisi per la stazione rimorchiatori, la massima in questione non sembra poi tanto cinica ed esagerata. Infatti per la stazione rimorchiatori il nuovo sito non è stato individuato (sono passati almeno tre anni), e la ditta Fratelli Barretta continua ad occupare la banchina e lo specchio d’acqua di via Thaon de Revel, al rione Sciabiche, in regime di continua proroga. Anzi, l’ultima è scaduta a giugno.

BRINDISI – Un vecchio detto che circola da sempre tra i politici più smaliziati e dotati di autoironia è: “Se non vuoi fare nulla, fai una commissione”. E a giudicare dai risultati di quella istituita qualche anno fa per individuare un nuovo sito nel porto di Brindisi per la stazione rimorchiatori, la massima in questione non sembra poi tanto cinica ed esagerata. Infatti per la stazione rimorchiatori il nuovo sito non è stato individuato (sono passati almeno tre anni), e la ditta Fratelli Barretta continua ad occupare la banchina e lo specchio d’acqua di via Thaon de Revel, al rione Sciabiche, in regime di continua proroga. Anzi, l’ultima è scaduta a giugno.

Ecco un’altra bella patata bollente per il professor Hercules Haralambides. Molto probabilmente in un altro porto la questione sarebbe stata risolta da un pezzo dai soli servizi tecnici, e solo con lo sforzo di una firma da parte del numero uno dell’Authority, ma a Brindisi no. Spostare i rimorchiatori fuori dal porto interno è l’unica, vera fatica di Ercole che attende il nuovo presidente dell’Autorità Portuale. I suoi predecessori non hanno fatto molto, anzi hanno fatto nulla per risolvere la questione. Tranne, appunto, designare una commissione. E’ stato molto più facile, un paio di anni fa, buttare fuori dal Seno di Levante un piccolo cantiere navale.

E che cosa è successo ieri, lunedì 26 settembre nella ex Stazione Marittima di piazza Vittorio Emanuele II? Hanno fatto un’altra commissione, sempre con lo stesso scopo: trovare un nuovo sito alla stazione rimorchiatori. Ma come si fa a dire che i Barretta sono potentissimi, che sono loro “il Porto”, che sono inamovibili? Forse è tutto questo cincischiare con il problema che alimenta il mito. Certo, le cose sarebbero più chiare ed evidenti se l’Autorità Portuale individuasse un sito, ordinasse formalmente il trasferimento della stazione rimorchiatori, e i Barretta non volessero andarsene dal Seno di Ponente.

Invece sino ad oggi l’impresa ha sempre detto che è pronta a muoversi, ma chiede una zona del porto idonea. Dove ? Il problema è proprio questo, e si incastra perfettamente con la questione del sistema tariffario che vige per il servizio di rimorchio nel porto di Brindisi. Infatti è stabilito – come è stato riportato altre volte – che la tariffa oraria base di un rimorchiatore dell’impresa dei Fratelli Barretta preveda una maggiorazione del 50 per cento quando la prestazione viene effettuata fuori dal porto interno. Cioè, basta che il rimorchiatore metta il muso fuori dal Canale Pignonati e la tariffa cresce della metà. Se poi è anche un giorno festivo, aumenta di un altro 50 per cento. Così, senza neppure usare i cavi, l’assistenza all’entrata e all’uscita di una carboniera di 200 metri o poco più può costare all’armatore minimo 20mila euro.

Uno dei punti che rendono molto calda la faccenda è questo. Se la stazione rimorchiatori, come è normale che sia, fosse spostata nel porto medio o nel porto industriale (ad esempio, alla nuova grande banchina di Costa Morena Est in fase di infrastrutturazione, ma quasi completata), sarebbe valida la regola del “più 50 per cento”? Molto probabilmente no, venendo a mancare la condizione di uscita dal porto interno. E considerando che a Brindisi quasi tutti i servizi dei rimorchiatori avvengono fuori dal porto interno, il taglio al fatturato dell’impresa è facilmente quantificabile.

Quindi, quando la ditta Barretta dice che è disposta a muovere la propria base dalla Sciabiche, dopo svariati decenni, è anche disposta ad andare fuori dal Canale Pigonati, oppure no? E qui si innesta la ragione principale che rende necessario lo spostamento della base rimorchiatori. Il progetto di riqualificazione urbanistica del lungomare Regina Margherita, di piazzale Flacco e sino allo sbarramento della servitù rappresentata dalla base della Marina Militare nel Seno di Ponente, rende incompatibile la presenza delle unità e dei servizi tecnici dell’impresa di rimorchio. Quindi, prima o poi, la partita andrà chiusa.

Sempre per esigenze indicate dal progetto di massima del waterfront e dallo stesso Documento programmatico preliminare al Piano urbanistico generale, anche l’altro corno del porto interno, il Seno di Levante, dovrebbe essere off - limit per i rimorchiatori: gli architetti, assieme all’amministrazione civica, hanno immaginato l’abbattimento delle barriere che impediscono l’uso alla città di quel settore del porto interno, visto come un naturale prosieguo della zona di via Mattonelle che vi si affaccia, pensando ad attività turistiche e commerciali collegate al diporto e alle crociere, con negozi, agenzie, aree di sosta.

Invece, secondo alcune voci di banchina, l’ex presidente dell’Authority, Giuseppe Giurgola, stava meditando di spostare proprio nel Seno di Levante la base rimorchiatori, magari concedendo anche in uso il capannone che l’ente portuale sta ristrutturando. Ma si tratta, appunto, di voci. Intanto ai Barretta il Comitato portuale, organismo al quale Haralambides è intenzionato a sottoporre il caso, non potrà non votare per una ulteriore proroga, che obiettivamente non si può negare visto che non ci sono idee e neppure il tempo per farsele venire. Forse si andrà sino al 31 dicembre.

E poi? Dipenderà solo dalla commissione? Ma quanto lavoro devono fare gli enti, per il servizio di rimorchio a Brindisi? Un regolamento costantemente aggiornato e munito dei pareri delle associazioni nazionali di categoria dell’armamento nelle loro varie articolazioni che – come si è visto – è tutt’altro che svantaggioso. Ordinanze che praticamente rendono quasi impossibile la liberalizzazione nel settore perchè presuppongono, quant’anche il concorrente disponesse della flotta richiesta dalla Capitaneria di Porto, circostanze di insoddisfazione per l’attività svolta dell’esercente il servizio in carica. E i Barretta, con gli investimenti che hanno fatto e l’esperienza che hanno, figuriamoci se sgarrano.

Ma i servizi portuali più ingombranti devono andare in siti che non compromettano i futuri sviluppi urbanistici, e la commissione ha questo mandato. Ecco i nuovi componenti e quelli riconfermati: per l’Autorità Portuale stavolta c’è il segretario generale (in scadenza l’anno prossimo) Nicola Del Nobile; quindi per il Comune di Brindisi riconfermato l’architetto Maurizio Marinazzo, affiancato questa volta dall’ingegnere Francesco Dileverano; per la Capitaneria di Porto c’è il nuovo comandante della sezione tecnica, il capitano di corvetta Francesco Stagira; per l’Assindustria il presidente, Giuseppe Marinò. Per la Provincia (c’era nella prima commissione Pablo Zito) e per la Camera di Commercio ancora non si sa. Insomma, la faccenda è grossa. E i brindisini, che ne pensano?

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