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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Formica chiede ampliamento discarica: ok di Marchionna, scontro con l'opposizione

Il gestore chiede l'autorizzazione a trattare altri due milioni di rifiuti. Il Comune chiede royalty di 2 euro a tonnellata. Lunedì la conferenza dei servizi per rilascio Aia. Rossi: "Consiglio comunale scavalcato"

BRINDISI – Il sindaco Marchionna dà l’ok all’ampliamento della discarica di Formica Ambiente, nell’ambito della procedura di Aia (autorizzazione integrata ambientale) che sarà discussa lunedì prossimo (25 marzo) in sede di conferenza dei servizi presieduta da un tecnico della Regione Puglia. Il sito è ubicato in agro di Brindisi, al confine con i territori comunali di Carovigno e San Vito dei Normanni. Al suo interno vengono trattati rifiuti speciali non pericolosi. Nei mesi scorsi il gestore ha chiesto l’ampliamento dell’impianto, per un totale di 2 milioni di tonnellate di rifiuti. La Regione Puglia ha chiesto di riservare all'ente 600mila tonnellate per il conferimento dei rifiuti solidi pugliesi. Il Comune di Brindisi ha invece chiesto un compenso (in gergo tecnico royalty) pari a 2 euro a tonnellata. Il giro di affari è stimato in oltre 300 milioni di euro. 

Rossi: "Il Comune lascia che a decidere siano altri enti"

La questione è stata dibattuta nel corso della seduta del consiglio comunale che si è svolta ieri (venerdì 22 marzo), grazie a una mozione presentata dal consigliere d’opposizione Riccardo Rossi. Il documento presentato dall’ex sindaco (bocciato con 18 voti contrari e 8 favorevoli) avrebbe impegnato l’amministrazione comunale a chiedere un rinvio della conferenza dei servizi in programma fra due giorni, per dare la possibilità all’assise cittadina di esprimersi sul progetto. 

Il tema centrale è quello della variante urbanistica. E’ il consiglio comunale a doverla rilasciare con apposita deliberazione oppure è l’Aia rilasciata dalla conferenza dei servizi ad assorbire tutti i provvedimenti, trai i quali anche la stessa variante urbanistica, imprescindibile per l’ampliamento del sito? Ma oltre alla diatriba di carattere tecnico, Rossi solleva, in primis, una questione politica. “Mi fa specie che due milioni di rifiuti possano atterrare a Brindisi - afferma il consigliere - senza nessuna discussione in consiglio comunale”. Rossi fa l’esempio del Comune di Ravenna, dove per un progetto analogo è stata discussa la variante in consiglio comunale, “mentre a Brindisi si lascia la ad altri enti (Asl, Arpa, Provincia, Regione) di fare la variante attraverso l’Aia”.

L'iter burocratico

L’iter burocratico è partito nel luglio 2023, con la prima conferenza dei servizi. In quell’occasione, l’allora dirigente del settore Urbanistica, l’architetto Marina Carrozzo, sostenne che l’ampliamento comportava una nuova configurazione di impianto industriale e necessitava di delibera di consiglio comunale per la variante urbanistica. Successivamente la direzione del settore Urbanistica viene affidata all’architetto Fabio Lacinio, il quale sostiene che la variante urbanistica si ottiene contestualmente al rilascio dell’Aia. Non servirebbe, insomma, il pronunciamento del consiglio comunale. La pensano allo stesso modo anche il segretario generale del Comune, Francesco Rosario Arena, e il sindaco. 

Marchionna: "Da questi impianti dovremmo avere ritorni economici"

Marchionna, supportato dall’intera maggioranza, non tentenna. Il sindaco annuncia che lunedì parteciperà personalmente alla conferenza dei servizi, in qualità di legale rappresentante del Comune. Il primo cittadino parla della situazione di emergenza in cui versa il territorio, rimasto completamente a secco di impianti di smaltimento. “Personalmente – dichiara Marchionna - ho dato, e me ne assumo la responsabilità, un atto di indirizzo al dirigente Lacinio”. Tale atto consiste “non solo nel dichiarare la disponibilità del Comune alla realizzazione dell’ampliamento della discarica all’interno della procedura di Aia, che ha valore di variante urbanistica, ma anche e soprattutto per la prima volta di esigere una royalty di 2 euro a tonnellata”. Marchionna esclude che tale procedura espropri il territorio delle proprie competenze. Il sindaco ricorda che l’impianto oggetto di ampliamento, situato nei pressi della discarica comunale di Autigno, si trova in una zona agricola “che da oltre 40 anni è sede di discariche”. “Forse dovremmo cominciare a pensare - afferma - che da questo tipo di impianti dovremmo avere qualche ritorno anche per il nostro territorio”. 

Opposizione a sostegno della mozione Rossi

L’opposizione si compatta intorno alla mozione di Rossi. “Perché non si è portato in consiglio comunale – chiede Roberto Fusco (Movimento 5 stelle) - un argomento così importante? Noi vorremmo discuterne. Altrimenti, ad essere espropriato è il consiglio comunale. Non possiamo trovare un appiglio nella legge”. “Le royalty ben vengano, ma la salute dei cittadini – rimarca Fusco - viene prima di tutto”.

Francesco Cannalire (Pd) chiede un’interpretazione autentica della disposizione normativa. E poi si interroga sulle royalty. “Due euro a tonnellata - afferma - è un giusto ristoro? Da quale indirizzo politico proviene? Dobbiamo fare un favore al privato?”. Anche Pasquale Luperti  (Uguaglianza cittadina) chiede un pronunciamento del consiglio comunale. “Stiamo parlando – afferma - di qualcosa di importante e complesso, che porta benefici al privato. Da umile consigliere comunale penso che è giusto che ci sia un indirizzo politico di tutto il consiglio comunale”. 

La maggioranza

Sul fronte della maggioranza, intervengono solo Ercole Saponaro (Lega) e Roberto Quarta. Il primo attacca la Regione e l’agenzia Ager (Agenzia territoriale della Regione Puglia per il servizio di gestione dei rifiuti), attribuendo ai due enti la colpa della chiusura degli impianti di trattamento dei rifiuti del territorio. Il secondo spiega di essersi attivato per convocare d’urgenza la riunione della commissione Ambiente, di cui è presidente, subito dopo aver appreso della procedura in atto. Pieno appoggio all’atto di indirizzo politico dato dia Marchionna: “Saggia la scelta del sindaco e dei tecnici”. 
 

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