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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica Erchie

Giunta indagata e sindaco ai domiciliari: il Pd locale fa quadrato

La nota dei Democratici, in maggioranza con il sindaco Nicolì: dichiarano di voler proseguire l'azione amministrativa ma, al di là di eventuali reati commessi e tutti da dimostrare, non elaborano una valutazione politica degli eventi

ERCHIE - A quattro giorni dal terremoto giudiziario che ha scosso il Municipio di Erchie e la sua Giunta di centro-sinistra, il Partito Democratico locale interviene sulla vicenda con una nota. In breve: l'azione amministrativa per i Democratici va avanti, si augurano che la vicenda si concluda presto e, oltre a manifestare vicinanza agli indagati, si dicono certi che gli stessi sapranno dimostrare la propria innocenza. Il sindaco Pasquale Nicolì e l'assessore Vito Oronzo Bernardi sono finiti ai domiciliari. Obbligo di dimora per l'assessora Pamela Melechì. Anche il vice Giuseppe Polito e l'assessora Lina Ferrara risultano indagati.

Si contano undici capi d'imputazione, contestati a vario titolo: concussione, atti persecutori, abuso d'ufficio, falsità ideologica, induzione indebita e anche una presunta violenza sessuale da parte dell'assessore Bernardi. Questi i reati ipotizzati. Nella nota, pubblicata integralmente di seguito, il Pd locale parla di una "discussione" in seno al direttivo, ma non elabora alcuna riflessione politica su quanto accaduto. Di fatto, par di capire, rimandano ogni discorso alla fine dell'inchiesta, lasciando tutto nelle mani della magistratura. E affidandole un compito che spetterebbe alla politica, a quella stessa politica che dovrebbe rispondere ai propri elettori.

Il comunicato del Pd di Erchie

"Alla luce degli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto il sindaco e due assessori comunali del nostro paese, il partito democratico di Erchie ha ritenuto necessario avviare una discussione in seno al proprio direttivo. Si conferma la volontà di proseguire l'azione amministrativa, augurandosi che tutto possa risolversi nel più breve tempo possibile. Si esprime sconcerto e incredulità per le vicende giudiziarie in essere, nella convinzione che le azioni della giunta abbiano sempre avuto come unico scopo l'efficacia e l'efficienza dei nostri uffici comunali. Concludiamo manifestando vicinanza al sindaco, agli assessori e alle famiglie che vivono giorni difficili, certi che sapranno dimostrare nelle sedi preposte la loro innocenza".

Una politica che decide di non decidere

La vicinanza a chi sta passando momenti difficili, sul piano umano, è sacrosanta. Allo stesso tempo, il "calcio dell'asino" (l'offesa recata a chi non è più in grado di difendersi) non è mai auspicabile. Però questo stringato comunicato potrebbe far porre alcune domande ai lettori. E magari anche agli elettori dello stesso Pd. Innanzitutto: manca la rituale frase "confidiamo nell'operato della magistratura". Dal Pd si dicono anzi certi dell'innocenza degli indagati. E in Italia la presunzione d'innocenza è sancita dalla Costituzione (articolo 27), figuriamoci in questo procedimento che è ancora nelle fasi preliminari. Eppure c'è un "ma" grosso come una casa: i Democratici di Erchie, durante la discussione citata, hanno fatto un ragionamento politico su ciò che emerge da quanto appurato sino a ora? Gli eventuali profili penali saranno valutati nelle sedi opportune. E questo è pacifico. Ma un comportamento o un'azione amministrativa per essere non compatibile con le linee di un partito o addirittura essere politicamente inaccettabile non deve per forza configurare un reato.

I mancati ragionamenti del Pd

L'emendamento Costa, una volta approvato definitivamente, renderà molti atti non più divulgabili. E questo è un problema non solo per l'opinione pubblica e per i giornalisti, ma anche per i politici. La frase di rito, quando un politico è indagato, è "aspettiamo la decisione della magistratura". In questo modo la politica, come sta accadendo a Erchie, abdica, affidando ai giudici un compito che non spetta a loro. Spetta invece alle dirigenze dei partiti valutare se, al netto di eventuali reati tutti da dimostrare, i colleghi indagati o imputati abbiano commesso qualcosa di grave sul piano politico. Ecco, per questo è bene che le dirigenze dei partiti, in casi come questi, valutino indipendentemente dalla magistratura i fatti che vengono accertati. I fatti, non i reati.

Qualche domanda per il Pd di Erchie

Allora, il Pd locale si è chiesto se a Erchie in Municipio c'è davvero un sindaco "incurante della necessaria separazione tra attività politica ed amministrativa", per usare le parole della gip? I dirigenti dell'Ente, i carabinieri, gli inquirenti fanno tutti parte di un complotto? Oppure l'azione di sindaco e Giunta è stata fin troppo "energica"? Hanno davvero gestito la cosa pubblica come il cortile di casa? E se la risposta fosse politicamente - non penalmente, lo si ripete - positiva, non c'è alcuna considerazione da fare? Ecco: queste domande i dirigenti del Pd se le sono poste? Conoscono quanto accaduto, anche attraverso gli atti della magistratura che sono conoscibili? Possono valutare politicamente l'operato della Giunta? E, sopratutto, gli elettori del Pd, che dovrebbero essere storicamente vicini alla "questione morale", capiscono e accettano quello che sta accadendo? 

Qualche risposta da dare agli elettori

Sindaco Nicolì, assessore Bernardi e assessora Melechì sono stati sospesi dalla Prefettura di Brindisi, come prevede la legge Severino. Eppure per il Pd locale l'azione amministrativa deve continuare come se niente fosse. Intanto che tutto si risolva nel più breve tempo possibile. Ecco, il fattore "tempo": quello della Giustizia italiana non è che brilli per celerità. Ma anche facendo finta che domani o dopodomani un giudice archivi tutte le posizioni o assolva tutti gli indagati, forse qualche fatto da valutare in questa indagine resta. Qualche domanda da porsi sull'azione amministrativa rimane. E magari qualche risposta da dare agli elettori dovrebbe essere più lunga di uno stringato comunicato stampa. Per il Pd "le azioni della giunta [hanno] sempre avuto come unico scopo l'efficacia e l'efficienza dei nostri uffici comunali". Prendendo per buona questa affermazione, qualsiasi comportamento è accettabile per far funzionare la macchina amministrativa purché non sia reato? Basta saperlo.

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