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Lunedì, 29 Aprile 2024
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A Brindisi i profughi sopravvissuti al naufragio di Lampedusa

BRINDISI – Sarà Brindisi ad ospitare i naufraghi di Lampedusa. Decollati dall'aeroporto dell’isola 50 dei 53 sopravvissuti al naufragio di ieri nel Canale di Sicilia. I migranti, che vengono dall'Eritrea, dal Niger, dall'Egitto e dal Sudan, hanno raccontato di essere partiti dalla Libia e di essere rimasti in mare per circa 5 giorni: poi la tragedia in mare. A Brindisi, in Questura, nel primo pomeriggio avverrà formalmente l’identificazione. Successivamente il gruppo sarà accompagnato presso il Cara (Centro per richiedenti asilo): struttura che attualmente è vuota. Già allertate Prefettura e Questura, per la gestione dell’accoglienza.

BRINDISI – Sarà Brindisi ad ospitare i naufraghi di Lampedusa. Decollati dall'aeroporto dell’isola 50 dei 53 sopravvissuti al naufragio di ieri nel Canale di Sicilia. I migranti, che vengono dall'Eritrea, dal Niger, dall'Egitto e dal Sudan, hanno raccontato di essere partiti dalla Libia e di essere rimasti in mare per circa 5 giorni: poi la tragedia in mare. A Brindisi,  in Questura, nel primo pomeriggio avverrà formalmente l’identificazione. Successivamente il gruppo sarà accompagnato presso il Cara (Centro per richiedenti asilo): struttura che attualmente è vuota. Già allertate Prefettura e Questura, per la gestione dell’accoglienza.

Arrivati allo scalo di Lampedusa su un autobus, i cinquanta extracomunitari sono scesi e si sono fermati per pochi secondi davanti alle telecamere. Tra di loro c'era anche Mimi, la fidanzata di Peter. Ieri la loro storia, tra le poche a lieto fine, ha commosso i soccorritori e i medici di Lampedusa: l'uno credeva che l'altra fosse morta, e viceversa. Ma a un certo punto si sono ritrovati e abbracciati. “Abbiamo perso tanti fratelli e sorelle - ha detto la donna - e anche tanti bambini. Grazie Italia, grazie di averci salvato”. Un giovane del Bangladesh prima di allontanarsi per entrare nello scalo, ha detto di aver perso un amico. “Venivo dalla Libia - ha spiegato - sono arrivato in Italia e qui voglio restare”.

Sono riprese all'alba, intanto, nel Canale di Sicilia le ricerche dei 250 dispersi del naufragio dell'altra notte, quando a 39 miglia da Lampedusa si è rovesciato un barcone con a bordo circa 300 migranti, di cui solo 53 sono stati salvati. In mare sono usciti una motovedetta della Guardia costiera, un pattugliatore navale maltese e in volo si alternano due aerei della Capitaneria di porto. Più tardi si alzeranno in volo anche un elicottero e un aereo della Guardia di finanza.

A Manduria, intanto, la situazione è più serena. Sono cominciate nella tendopoli allestita lungo la provinciale per Oria le operazioni di smontaggio di 100 tende che si trovano nel secondo e nel terzo settore del campo. Quest'ultimo viene di fatto smantellato, anche perché le tende non erano mai state occupate dagli immigrati. La capienza futura della tendopoli sarà - spiegano dalla questura di Taranto - non superiore alle 1.500-1.600 unità.

Nei giorni scorsi, in polemica con la decisione del governo di inviare a Manduria più di 1.500 immigrati, mentre invece era stato promesso dal sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano che non sarebbero stati di più, si erano dimessi Mantovano stesso e il sindaco di Manduria, Paolo Tommasino (Pdl). La tendopoli, precisano inoltre dalla Questura del capoluogo ionico, non sarà trasformata in un Cie come ipotizzato da organi di stampa pugliesi “perché - viene detto - il centro non ha e non potrà mai avere le caratteristiche strutturali previsti per i Centri di identificazione ed espulsione».

«La situazione a Manduria è serena e si avvia alla normalità». Lo riferiscono anche i responsabili Connecting People, il consorzio di cooperative impegnate nel sociale, che sta gestendo la tendopoli della cittadina pugliese. “I media italiani si sono concentrati, nei primi giorni di apertura del campo, sulle fughe dei migranti enfatizzandone anche l'impatto sull'opinione pubblica senza approfondire le cause di queste iniziali evasioni”, sostiene il consorzio. “Una gestione approssimativa della logistica fatta nei giorni prima dell'apertura del centro ha esasperato gli animi e generato le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Una volta assistiti e rifocillato, e ottenute rassicurazioni sul loro immediato futuro, il campo - fa sapere Connecting People - è tornato immediatamente alla normalità e la maggioranza delle persone fuori uscite ha poi scelto di ritornare. E con l'approvazione definitiva dei permessi temporanei siamo certi che tutte le situazioni si normalizzeranno”.

Il consorzio aggiunge poi che “la tendopoli ospita oggi circa 1500 migranti”, soprattutto giovani in cerca del loro futuro, di un ricongiungimento familiare in Italia o in Europa, di una sistemazione lavorativa in piena regola. “Stiamo già assistendo a storie bellissime di vita vera - si legge nella nota di Connecting People - che ci rappacificano col mondo intero e che è giusto raccontare per portare serenità in questa situazione di confusione e di terrorismo psicologico”.

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