FASANO - Le opere abusive dovranno essere demolite e ripristinato lo stato dei luoghi, così come previsto originariamente dai permessi per costruire. La bella e pregiata masseria Monsignore, in agro di Fasano, è tornata nel frattempo in possesso di Roberto Donadoni, ex ct della Nazionale di calcio e attuale allenatore del Parma, e della moglie Cristina Radice, l’uno condannato a cinque mesi di reclusione per abusi edilizi (e non per lottizzazione abusiva) e l’altra assolta da tutti gli addebiti.
FASANO - La masseria di Roberto Donadoni “va confiscata”. L’ex ct della nazionale, ora allenatore del Parma, inoltre, “va condannato” per le opere non autorizzate eseguite durante la ristrutturazione della tenuta, a Fasano, quindi per abusi edilizi e per lottizzazione abusiva, in concorso con la moglie, Cristina Radice.
FASANO – Confermato dal giudice del Riesame il sequestro della masseria Monsignore e dei terreni circostanti appartenenti a Roberto Donadoni e alla moglie Cristina Radice. Il tribunale ha praticamente ritenuto reale il pericolo riscontrato dal pubblico ministero Antonio Costantini che agli inizi di ottobre chiese al giudice per le indagini preliminari Eva Toscano il sequestro della masseria e di tutto il resto per evitare si proseguisse, secondo il capo di accusa, di procedere oltre nella lottizzazione abusiva che Donadoni e moglie starebbero perpetrando nella loro tenuta in contrada Pettolecchia acquistata un paio di anni fa per un milione e trecentomila euro.
FASANO – Ancora sigilli alla masseria dell’ex commissario tecnico della nazionale Roberto Donadoni. Oggi uomini della Guardia di finanza sino recati nella grande struttura in contrada Pettolecchia ed hanno apposto altri sigilli. Questa volta all’intera struttura. Lo scorso 10 novembre i finanzieri avevano sottoposto a sequestro la parte della masseria Monsignore in via di ristrutturazione, intesta a a Donadoni, perché stando ad un sopralluogo effettuato il giorno precedente le opere realizzate erano difformi al nulla osta ricevuto ad Comune di Fasano. E il sostituto procuratore Antonio Costantini ne ordinò il sequestro.