BRINDISI - C'è la nuova proroga concessa dalla procura della Repubblica per la realizzazione del termossidatore e degli altri accordimenti tecnici prescritti dal magistrato, e sembra che ciò abbia dato oggi la stura alla catena di fiammate della torcia del cracker (l'impianto più importante della fabbrica) di Polimeri Europa, costantemente accesa per l'intera giornata, quasi ad accompagnare, nella mattinata, l'incendio al desolforatore del quarto gruppo della centrale di Cerano.
BRINDISI – Giovedì mattina una esplosione rimasta avvolta nel mistero, venerdì sera una nuova sfiammata. Strani e consueti fenomeni di fuoco al Petrolchimico di Brindisi. Della vicenda del botto di giovedì nessuna traccia e nessuna segnalazione nemmeno agli organi deputati ad intervenire nel caso, come i vigili del fuoco. Non risulterebbero tracce di richiesta d’intervento per ieri mattina intorno alle 7.30. Eppure sebbene l’alba fosse già passata, alcuni pescatori – che svolgevano l’attività nella zona – attratti da una detonazione avrebbero notato anche una palla di fuoco.
BRINDISI – Cosa hanno respirato per lunghe ore i brindisini il 28 agosto scorso, quando il petrolchimico di Brindisi, centrale Enipower inclusa, è andato in tilt a causa di un buco di tensione sulle reti Terna? Non lo sapremo mai. La relazione pubblicata da Arpa Puglia, Dap di Brindisi, sull’accaduto contiene valutazioni “rassicuranti” negli esiti, ma profondamente condizionate dall’inadeguatezza dei sistemi di misurazione disponibili, che non rilevano la vasta gamma di inquinanti collegati alle produzioni chimiche industriali. E in questo caso i dubbi restano.
Polimeri Europa, alla scadenza del termine del 15 luglio 2011 per realizzare impianti di trattamento dei reflui (un termossidatore) e sistemi di controllo dei materiali inviati nelle torce di emergenza, ha ottenuto dalla procura di Brindisi una proroga in considerazione del fatto che l'azoenda ha ancora in piedi le procedure per il rilascio dell'Aia. Ma oggi alle 15,45 una nube nera si è levata dallo stabilimento petrolchimico.
BRINDISI – Disco verde della procura della Repubblica per Basell e via libera al dissequestro delle torce. Nove mesi dopo l’apposizione dei sigilli (era il 26 ottobre 2010), la procura della Repubblica dispone il dissequestro delle due candele della multinazionale americana della chimica che, insieme con le cinque di Polimeri Europa, furono messe sotto sigilli perchè usate come termodistruttori, senza alcuna autorizzazione, e non come sistemi di sicurezza dell'impianto.
BRINDISI - Le torce del Petrolchimico tornano a infiammare il cielo di Brindisi, la sorpresa a corredo dell’evento è legittima fino a un certo punto: tutto previsto e prevedibile, fino a quando i piani di riconduzione a norma e la realizzazione dei termossidatori progettati da Polimeri Europa e Basell con l’assenso della procura, non giungeranno a compimento, ossia entro il 15 luglio del prossimo anno. Tutt’altro che ozioso è invece l’interrogativo che chiede perché le torce tornino ad accendersi: stanno ancora, illegittimamente, bruciando rifiuti e scarti di produzione, replica non autorizzata dei reati che hanno fatto scattare i sigilli il 26 ottobre scorso?
BRINDISI – La Digos di Brindisi, che ha condotto le indagini di polizia giudiziaria a base dell’inchiesta della procura insieme alla perizia del consulente del pm Antonio Negro, l’ingegnere Mauro Sanna, oggi ha notificato a Basell un decreto di restituzione all’uso delle due torce di emergenza oggetto del sequestro preventivo del 26 ottobre. Impianti su cui permarranno i sigilli sino a quando il magistrato inquirente riterrà necessario, e comunque almeno sino al completamento del termossidatore per il trattamento dei reflui gassosi delle lavorazioni. Fata stabilita per la conclusione dei lavori, il 15 luglio 2011. Cauzione depositata, 6 milioni di euro.
BRINDISI - Basell marcia in ritardo, ma la sostanza del piano di riconduzione a norma degli impianti fuorilegge, due torce utilizzate impropriamente per lo smaltimento dei rifiuti industriali, ricalca in toto quello di Polimeri. Il ritardo nella presentazione del piano, giunto nella tarda serata di ieri negli uffici della procura, ha determinato per effetto domino il ritardo nelle risposte della magistratura rispetto alla restituzione provvisoria degli impianti, che ha questo punto dovrebbe essere scontata. Il pubblico ministero Antonio Negro non ha ancora disposto la rimozione temporanea degli impianti, fermo restando il sequestro, e non ha ancora calcolato con esattezza l’ammontare della cauzione, che dovrebbe aggirarsi intorno ai due milioni e 500mila euro.
BRINDISI - Basell segue la strada segnata da Polimeri Europa, percorso obbligato per scongiurare la paralisi dell’azienda preannunciata dal decreto di sequestro a orologeria del gip Paola Liaci. Il colosso della chimica made in Usa, ha presenta questo pomeriggio il piano di riconduzione a norma, dopo aver chiesto e ottenuto nei giorni scorsi un incontro con il pubblico ministero Antonio Negro. Entro domattina, a poco meno di ventiquattro ore di distanza, la procura dovrebbe procedere alla restituzione all’uso con prescrizioni delle due torce di proprietà della società americana (che restano sotto sequestro), specificando come ha già fatto per Polimeri tempi di scadenza dei lavori e quindi data presunta del dissequestro definitivo.
BRINDISI - La buona nuova, è questa: il consulente del pubblico ministero Antonio Negro, ingegnere Mauro Sanna, ha detto sì al piano Polimeri che prevede la costruzione di un termo ossidatore per lo smaltimento dei rifiuti gassosi, per i quali la società dovrà ovviamente munirsi delle prescritte autorizzazioni. Significa che i sigilli restano, ma le torce di emergenza tornano alla società per la riconduzione a norma degli impianti. Ergo, la produzione non sarà interrotta allo scadere dell’ultimatum di 20 giorni contenuto dal decreto di sequestro preventivo posticipato. La scadenza fissata per il completamento dei lavori, è quella del 15 luglio 2011, pena il ripristino dello stato di illegittimità al quale la procura diretta da Marco Di Napoli ha deciso di porre fine il 26 ottobre scorso.
BRINDISI - La procura di Brindisi da stamani ha restituito a Polimeri Europa l'uso del sistema delle torce di emergenza, a fronte del piano di riconduzione a norma dello stesso impianto presentato dalla società del gruppo Eni nei giorni scorsi. Il progetto è stato valutato positivamente dal consulente tecnico del pm Antonio Negro, che conduce le indagini sull'impiego abituale delle torce per la combustione dei residui di lavorazione (gas e fluidi vari), materiali, secondo una applicazione innovativa della norma fatta dalla stessa procura brindisina, considerati a tutti gli effetti come rifiuti, quindi anche dal punto di vista autorizzativo.
BRINDISI – Sulle ultime due accensioni delle torce di emergenza del Petrolchimico consortile di Brindisi, la rappresentanza sindacale unitaria interna si è schierata ieri a difesa di Polimeri Europa tacciando di allarmismo chi da tempo sta mantenendo l’attenzione sul problema. E dimenticando forse che su questi avvenimenti, a partire da quelli del 2008, la procura di Brindisi ha una indagine in corso e dispone già di una relazione di un consulente tecnico di grande esperienza.