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Se a Brindisi potessero tornare gli idrovolanti: un progetto pilota

BRINDISI - Si è svolto oggi a Brindisi il convegno promosso dall'Associazione Aviazione Marittima Italiana e da Confindustria Brindisi nell'ambito di una iniziativa che mira al riutilizzo in chiave culturale e turistica degli idroscali storici italiani, che erano circa 40 prima del Secondo conflitto mondiale, tra i quali oltre a Brindisi anche Taranto, Varano (Foggia), Orbetello (Grosseto), Desenzano sul Garda (Brescia) e Sesto Calende (Varese).

Al convegno erano stati invitati di enti e aeroclub provenienti da queste città. Durante l’incontro è stato presentato un nuovo progetto-pilota per il recupero e il rilancio dell’idroscalo brindisino, che potrà essere poi adottato anche in altri idroscali italiani. ne parlano nelle video interviste il direttore di Confindustria Brindisi, Angelo Guarini, e Orazio Frigino, presidente dell’Aviazione Marittima Italiana.

Nel settembre del 1919, il grande aviatore e trasvolatore transoceanico Francesco De Pinedo, comandante della stazione brindisina, volle dimostrare l’affidabilità e la potenzialità degli idrovolanti guidando con successo una crociera sulla tratta Brindisi-Atene-Brindisi, che venne coperta in sole cinque ore.

Nel 1923 la Regia Aeronautica avviò quindi la costruzione dell'Idroscalo civile di Brindisi che, affiancando quello militare, fu completato nel 1925 e operò attivamente per tutti gli anni ’20. Nei decenni successivi, le attività degli idrovolanti andarono progressivamente riducendosi con la crescita di importanza dell’Aeroporto civile di Brindisi.“

Attualmente l'ex idroscalo, che rientra nel perimetro militare dell'aeroporto di Brindisi, è occupato dai materiali logistici della base umanitaria delle Nazioni Unite, che ha ristrutturato i vecchi hangar degli idrovolanti (che nel dopoguerra hanno ospitato attività di manutenzione aeronautica). 
 

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