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Lunedì, 29 Aprile 2024
Attualità Ostuni

Turismo a Brindisi: una visione generale assente, solo Ostuni si salva da sola

Tra i dati regionali e le prospettive del micro-territorio, solo la provincia che progetta e programma può vincere insieme

OSTUNI - L'estate 2023 non si è conclusa ancora del tutto ma - nonostante le sirene albanesi risuonate per tutta la stagione - la Puglia si è ampiamente confermata come una delle mete preferite dai visitatori, soprattutto stranieri.

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Del resto la regione più a est del belpaese è già di per sé "un viaggio", sia per i lunghi chilometri che la percorrono, ma anche per le affascinanti differenze che questo vasto territorio (amministrativo) conserva al suo interno. 

Partendo dal Gargano, dove Vieste si è confermata nuovamente la meta più visitata nel corso dell'estate pugliese, molti sono i turisti che decidono di scendere di latitudine per ammirare Castel del Monte nella Bat. Dopo proseguono verso la Murgia barese e le gravine nel Tarantino, fino ad arrivare alla Valle d'Itria. Qui già sorge la provincia di Brindisi, aspetto forse non opportunamente preso in considerazione, tenendo conto che il territorio è diviso nettamente in due: da una parte le colline e i trulli del Nord e dall'altra la zona prettamente salentina (constatabile anche solo dall'accento dei residenti).

Nel mezzo una direttrice perpendicolare che va da Taranto a Brindisi culmina a ridosso delle colonne romane poste sulla Scalinata virgiliana. Si tratta della Via Appia candidata a diventare patrimonio Unesco, una delle carte da giocare per il prossimo futuro ma che probabilmente finora non ha goduto di una considerazione appropriata. Si tratta di un argomento complesso, che verrà discusso più avanti.

L'offerta turistica pugliese, ad ogni modo, culmina geograficamente con le spiagge e le bellezze del Salento più profondo.

Turisti crociere 2023

Le criticità: un Pil troppo basso

Nonostante la bellezza e la grandezza del territorio, ma soprattutto la mole di presenza turistica palpabile in ogni angolo della Puglia, il prodotto interno lordo turistico della regione è piuttosto basso. Nella classifica recentemente stilata dal dossier Sociometrica condiviso anche dalla Regione Puglia, relativa a dati parziali, sono solo 6 le mete turistiche pugliesi incluse fra le prime 100 a livello nazionale.

Vieste, come già detto, raggiunge il 26esimo posto e si impone come regina della Puglia con un indotto locale di 481 milioni di euro. Poi c’è Bari, 30esima a livello nazionale con 417 milioni. Terzo piazzamento per la nostra Ostuni, 52esima con 295 milioni. Solo dopo Lecce 70esima con 250 milioni, Ugento 73esima e 252 milioni di valore aggiunto, infine Gallipoli 77esima con 242 milioni.

Numeri che fanno riflettere e lecitamente domandare se sia questa la strada giusta da seguire. Il rischio concreto che l'evasione fiscale (da un lato) ed i bassi salari dei lavoratori nei settori interessati (dall'altro), possano erodere gli sforzi e non valorizzare i patrimoni del territorio, è piuttosto alto. 

Farsi questa domanda non è un'eresia e chi se la pone non potrà essere tacciato come "complottista", visto che la Regione ha recentemente deciso di investire ben 4.2 milioni di euro (di risorse pubbliche) sostanzialmente in questo modello. Il fine sarà una campagna di comunicazione che arriverà a toccare tutti e cinque i continenti e che si avvarrà di importanti media online (sono davvero tanti da citare, ma tra questi spiccano la Bbc, la Cnn ed il New York Times). 

Piazza Orsini, Mesagne

La provincia di Brindisi: dove stiamo andando?

A soffrire di più per le criticità, com'è normale che sia, è sempre chi si trova indietro rispetto agli altri. In tal senso, il territorio di Brindisi è "cenerentola" della Puglia e qui non si tratta di alimentare complessi di inferiorità rispetto ad altri, ma di guardare in faccia la realtà per trarre degli spunti e migliorare. 

Ostuni si salva da sola, confermandosi indiscutibilmente la prima località della provincia: non è una novità, ormai si tratta di una meta proiettata su livelli internazionali che rispetto ai dati di dodici mesi fa ha superato anche un "colosso del settore" come Lecce. Per il resto il territorio è assente dai grossi flussi se non per Cisternino che con la "Città Bianca" forma un'accoppiata vincente, e per qualche accenno a Fasano (che si impone nel turismo di lusso) e Carovigno; Comuni che detengono delle aree marine utili per attrarre villeggianti. Ma in ogni caso è troppo poco. 

Quello di Ostuni è ormai un dato consolidato e che fa riflettere. Probabilmente tutta la provincia necessita di un marchio identitario a sé stante che proponga il Salento come un'alternativa. Generalmente, i turisti sbarcano nella città capoluogo e proseguono prima a Nord verso Alberobello e poi a Sud verso Lecce (o viceversa). L'aeroporto, che non a caso si chiama del Salento, è di fatto collocato a Brindisi ma non riesce a trattenere la gente in loco. 

Proprio in tal senso la presenza della Via Appia può giocare un ruolo rilevante, tale da stimolare il turismo culturale in alcuni centri decisamente troppo poco considerati dai flussi. Su tutti Oria, con la sua cultura e la sua storia millenaria, che ogni anno ospita l'attesissimo palio. Poco si è fatto per incentivare e far conoscere tale patrimonio anche fuori dai confini provinciali. Ma ci sono anche altre mete degne di nota, tra cui Ceglie Messapica, la casa di alcune tipicità culinarie come il "biscotto" e il "panino" cegliese.

Ed è quella diretta verso un turismo culturale la strada da intraprendere per distinguersi, anche se non sarà facile poiché ci troviamo nella regione in cui proliferano i ristoranti e - soprattutto - gli stabilimenti balneari a gestione privata (tanto da limitare considerevolmente lo spazio destinato alla spiaggia libera) ma per le guide turistiche l'ultimo bando pubblicato risale al 2018, in attesa che i nuovi Avvisi pubblici siano gestiti da Roma.  

Una provincia che ha meno spazio di costa delle altre e che possiede una storia importante non può che far leva sul turismo lento e sostenibile che badi più alla qualità dei servizi che ai numeri in sé. 

In tal senso, di seguito, viene riportata la significativa esperienza di due visitatrici baresi - amiche di BrindisiReport - arrivate in piena estate a Mesagne per approfittare della mostra Caravaggio e il suo tempo. Le due donne, tra i 45 e i 50 anni, sono quelle che potremmo definire "turiste di prossimità". Hanno pernottato una notte in un bed & breakfast nella periferia della città per poi cenare in un ristorante del centro storico. Il giorno successivo hanno consumato il pranzo in un'altra attività della medesima zona. Nel mezzo, il passaggio dai bar e, ovviamente, l'acquisto del biglietto per la mostra. Insomma, in soli due giorni un esborso economico non indifferente.

Quello di Mesagne può essere un esempio da seguire, non a caso la città ha ricevuto dalla Regione il titolo di Capitale cultura di Puglia 2023. Ma purtroppo le turiste si sono dovute scontrare con l'offerta limitata del territorio. "A Brindisi i luoghi di cultura sono chiusi e non abbiamo potuto visitare nulla (di sabato pomeriggio)" raccontano. "Ah perché ci sono due castelli in città?" proseguono, infierendo sadicamente. E così, non avendo idea di dove andare, le due hanno dovuto accorciare la loro permanenza per poi virare verso Torre Pozzelle (marina di Ostuni) e trascorrere una mezza giornata al mare prima di tornare nel capoluogo di regione. 

Questa è la situazione attuale della provincia, senza una visione collettiva sarà difficile constatare una crescita sana del comparto. Tale denuncia non è una polemica mirata per accusare qualcuno, ma un monito (si spera) utile a stimolare chi è interessato a promuovere questa terra, tanto complessa ma al contempo unica.  

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