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Martedì, 30 Aprile 2024
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Aggressioni al lavoro: i sanitari si organizzano da sé con lezioni di difesa personale

Un sabato mattina presso il Club Olympia a Brindisi, con medici, infermieri, soccorritori e farmacisti. Corso di Krav Maga, per prevenire episodi sempre più frequenti di violenza non solo verbale

BRINDISI - I piedi scalzi sul tatami appartengono a sanitari: medici, infermieri, soccorritori e anche farmacisti. I maestri spiegano come difendersi in caso di aggressione. Le mosse sono calibrate, repentine. Se non si può sfuggire al pericolo, lo si affronta. E si porta a casa la pelle. E' lunare usare queste frasi parlando degli addetti al servizio di emergenza/urgenza e di altri professionisti dell'Asl di Brindisi. Il loro lavoro è la cura del prossimo. E la cura della vita altrui. Eppure hanno paura per la propria. I casi di aggressione, non solo verbale, da parte di pazienti o familiari dei primi hanno prodotto diversi appelli da parte degli addetti ai lavori. L'ultimo, in ordine di tempo, risale al settembre scorso, da parte del presidente dell'Ordine dei Medici di Brindisi, Arturo Oliva. E' un problema non solo locale, sia chiaro. Ed è difficile trovare dati coerenti: non sempre gli episodi, per motivi disparati, vengono denunciati. Ma la percezione, in un sabato mattina al Club Olympia di Brindisi - dove si tengono i corsi di difesa personale - è che i sanitari siano davvero preoccupati per questa situazione. E' per questo che a Brindisi hanno deciso di correre ai ripari. Dopotutto, come riportato da Ansa nell'aprile scorso, per l'Inail si contano almeno 1.600 aggressioni ai danni di personale sanitario all'anno in tutta Italia.

A sinistra, Giuseppe De Parigi

Come si è arrivati ai corsi di difesa personale? L'idea è nata tra il 2018 e il 2019. Poi, la pandemia ha ritardato la questione, che si è fatta impellente. Ma il progetto è nato, alla fine. Così, da ottobre a dicembre 2023, ogni sabato, si tengono due lezioni presso il Club Olympia, rione Cappuccini di Brindisi. Una la mattina, l'altra il pomeriggio, in base alle esigenze di servizio. Il primo a entrare nella palestra è un ragazzone che viene subito classificato, grazie agli occhi e al sorriso, nella categoria dei "buoni". Si chiama Giuseppe De Parigi, ha 39 ed è ostunese. E' un autista-soccorritore che lavora a Brindisi e questa idea è frutto della sua esperienza. E delle sue preoccupazioni. Gli istruttori sono Giampiero Maggiore - presidente di Street Self Defence Brindisi -, Giuseppe Argentieri, Alberto Noia e Pietro Bruno. Insegnano Krav Maga, un sistema di difesa militare nato dopo la seconda guerra mondiale e aperto ai civili negli anni Sessanta del secolo scorso. E' molto utile, in quanto pone attenzione alle situazioni del mondo reale. E' l'ideale dunque per un sanitario che vuole difendersi in situazioni che affronta quotidianamente.

Sanitari brindisini contro le aggressioni: lezioni di difesa personale

Prima della lezione del sabato mattina, una farmacista dal fisico minuto e dal sorriso aperto esterna le proprie paure: "Una volta è venuto in farmacia un cliente che voleva a tutti i costi un farmaco, ma non aveva con sé la prescrizione medica. Io, ovviamente, non potevo darglierlo. Mi ha velatamente minacciato chiedendomi dove avessi parcheggiato l'auto". Due dottoresse ascoltano e annuiscono. C'è anche a chi va peggio, decisamente peggio. E in queste lezioni la presenza femminile è preponderante. Come in un rituale, i tanti partecipanti tolgono le scarpe e raggiungono il tatami. Intanto, le casse trasmettono "Enter Sandman" dei Metallica, anche per dare la carica. Mentre James Hetfield canta "Exit light / Enter night / Take my hand", sotto con piegamenti e addominali. Poi, si entra nel vivo. Gli istruttori immaginano situazioni reali e spiegano agli "allievi" come comportarsi, come evitare il peggio e, in caso, come colpire. Se c'è possibilità di fuggire, si fugge. E' questo il punto di partenza. Ma se questa possibilità non c'è, si affronta il pericolo.

Riscaldamento prima della lezione di Krav Maga

Il corpo a corpo è il pane quotidiano in questi allenamenti. Dopo la spiegazione degli istruttori, si formano le coppie. Ci si diverte, anche. Ci si prende cura del proprio fisico. E' la pratica che rende più tranquilli e pronti ad affrontare una eventuale situazione di pericolo. Vedere sanitari e medici che usano tecniche di combattimento da strada - previste dal Krav Maga - è un effetto straniante. Loro salvano vite, ma in alcune situazioni estreme devono preservare la propria incolumità. Spuntano coltelli di plastica, per simulare al meglio ogni situazione. Non è l'attacco, è la difesa che deve essere appresa. L'atmosfera è rilassata, tutto sommato. I Metallica hanno lasciato posto al silenzio, alla concentrazione. Ci sono momenti scherzosi, ma i sanitari presenti guardano gli istruttori e memorizzano le mosse. Certo, sarebbe meglio tenere le lezioni con la tenuta e le scarpe da lavoro per rendere più realistici i movimenti, ma non è possibile. Gli occhi azzurri e lo sguardo placido di Giampiero Maggiore trasmettono tranquillità, ma anche determinazione. E l'esperienza e le conoscenze giuridiche di Giuseppe Argentieri fanno il resto.

La lezione del sabato pomeriggio

La lezione è finita. Dura poco più di un'ora. I partecipanti sono soddisfatti. E sperano che quanto appreso sia solo "bagaglio culturale", che non vada mai adoperato durante i turni di lavoro. Ma i casi di aggressione sono un problema - come detto - nel Brindisino e nel resto d'Italia. Meglio farsi trovare preparati nell'eventualità. Giuseppe De Parigi non abbandona il suo sorriso. La sua idea ha avuto successo. Certo, una corretta informazione nei confronti del lavoro dei sanitari aiuterebbe a evitare situazioni pericolose (BrindisiReport ci ha provato con questo articolo) e farebbe capire all'utenza che sfogare paure e frustrazioni su chi è deputato a curare vite altrui è qualcosa di inaccettabile. Ma in una sanità in crisi, loro - medici, infermieri, soccorritori - sono la "prima linea", ciò che l'utenza vede, non pensando che se il settore affronta un momento di flessione, la colpa non è dei sanitari, ma va ricercata altrove.

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