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Sabato, 27 Aprile 2024
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Un anno dal duplice omicidio: la borgata di Serranova ricorda Tonino e Caterina

Una santa messa sarà celebrata domenica 25 febbraio in memoria della coppia di coniugi scomparsa lo scorso anno. Cosimo Calò, fratello e cognato, confessò l'omicidio

SERRANOVA (CAROVIGNO) - Tra qualche giorno saranno trascorsi dodici mesi esatti dalla strage che sconvolse Serranova e tutto il territorio. 

Era la sera di mercoledì 1 marzo 2023 quando una coppia di coniugi venne trovata morta nella propria abitazione. Si trattava di Antonio Calò detto Tonino, di 70 anni, e della moglie Caterina Martucci, 64enne. I due vennero freddati a fucilate la sera del 28 febbraio.

Domani, domenica 25 febbraio, la comunità di Serranova li ricorderà con una messa celebrata alle ore 11 presso la chiesa della borgata intitolata a "Santa Maria Goretti". A Serranova è tuttora presente un omaggio a Tonino e Caterina, ovvero la targa posta su di una panchina nel cuore della piccola frazione di Carovigno. 

La scoperta dei cadaveri

L'allarme venne lanciato da uno dei fratelli di Tonino, che abita nelle vicinanze del luogo in cui accadde il fatto di sangue. L'uomo, che nella mattinata non aveva trovato il congiunto al bar così come era sua abitudine fare, attorno alle 18.30 - preoccupato - si recò a casa della coppia. Bussando all'ingresso non ricevette alcuna risposta, nemmeno chiamando ad alta voce i due. Così, aprendo la porta che non era chiusa a chiave, scoprì la tragedia.

Sul posto a Serranova, dopo il ritrovamento dei cadaveri

Tonino era a terra appena dopo l'uscio, la moglie in camera da letto. Le luci erano spente, segno che l'omicidio avvenne quando era ancora luce. I due coniugi non avevano figli e vivevano con una pensione sociale, campavano con pochi soldi e lui svolgeva altri lavoretti per arrotondare: d'estate faceva il parcheggiatore in un locale estivo adibito a sala da ballo. Per chi li conosceva risultava difficile pensare ad una rapina finita in tragedia. Da lì a poco, infatti, si sarebbe fatta strada la figura di un terzo fratello. 

Il movente familiare e la confessione 

A seguito delle indagini portate avanti dai carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni, nel pomeriggio dell'8 marzo Cosimo Calò, altro fratello di Tonino e cognato di Caterina, confessò di aver commesso l'omicidio. L'84enne ammise la colpevolezza davanti ai militari del Norm e al pm Francesco Carluccio. Poi, intorno alle 17.30, l'uomo venne condotto nella casa circondariale di Brindisi.

La pista del movente familiare era nell'aria da un po' di tempo, tant'è che la mattina del giorno precedente Cosimo era già stato ascoltato dai militari dell'Arma come persona informata sui fatti. Agli investigatori non erano sfuggiti alcuni dettagli: Cosimo deteneva un fucile ed in ballo gravitava un'eredità derivante da un quarto fratello (nella famiglia Calò erano sette in totale). 

Durante lo scorso mese di agosto, il gip del tribunale di Brindisi Vilma Gilli ha accolto l’istanza di attenuazione della misura cautelare in regime di arresti domiciliari per Cosimo Calò, presentata dal suo avvocato.

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