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Doppi turni a scuola, presidi della città contrari: "La soluzione è potenziare il trasporto degli studenti"

I dirigenti scolastici chiedono un incontro urgente con tutti i Dirigenti scolastici delle Istituzioni del secondo ciclo che conoscono le peculiarità delle Comunità che dirigono

BRINDISI - Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta dei dirigenti scolastici delle scuole superiori della città di Brindisi sulla possibilità del doppio ingresso in entrata e in uscita proposto durante un incontro in prefettura svoltosi nei giorni scorsi proprio per definire orari e servizi di trasporto pubblico per il nuovo anno scolastico in relazione alle misure anti-covid. Incontro che non ha portato a decisioni definitive e che è stato rimandato a domani, giovedì 9 settembre.

La lettera porta la firma di: Carmen Taurino, Liceo Marzolla - Leo - Simone - Durano; Stefania Metrangolo, Liceo scientifico Fermi Monticelli - European High School; Mina Fabrizio, Itt G. Giorgi; Serena Oliva, Liceo E. Palumbo; Salvatore Giuliano, Iiss Ettore Majorana; Irene Esposito, Ipsss Morvillo Falcone; Rita De Vito, Iiss Ferraris - De Marco - Valzani; Marcello Castellano, Ipeoa Sandro Pertini; Salvatore Amorella, It Carnaro - Marconi - Flacco - Belluzzi 

Alla vigilia della ripartenza del nuovo anno scolastico 2021-22, il terzo in situazione di pandemia da Covid 19, sembra che si sia in procinto di adottare un modello organizzativo del trasporto locale che prevederà, ancora una volta, nelle scuole superiori, il ricorso obbligato ai doppi turni; ciò in particolare, nella nostra provincia, per gli istituti della città di Brindisi. Il modello è già stato esperito nel precedente anno scolastico e, dati alla mano, ha comportato non pochi disagi, tanto sul piano dell’organizzazione delle scuole che sul piano dell’organizzazione della vita degli studenti e delle loro famiglie.

Nell’anno scolastico che si è chiuso abbiamo assistito a scenari desolanti quali alunni “a passeggio” per la città, in attesa di poter entrare a scuola nel “secondo turno”, dal momento che non tutte le tratte sono poi state adeguatamente coperte per entrambi i turni; docenti provati da orari lavorativi a maglie molto larghe, con pause di non poche ore nell’arco della mattinata, in virtù di un orario che doveva venire incontro alla didattica degli studenti di classi “del primo turno” e alla didattica degli studenti di classi del “secondo turno”; difficoltà a coprire un orario di apertura delle scuole più lungo che garantisse una adeguata sorveglianza da parte dei collaboratori scolastici, anch'essi sempre insufficienti rispetto alle necessità delle scuole; famiglie preoccupate per i loro figli costretti a tornare a casa anche molto tardi, soprattutto nel caso di quei ragazzi che frequentano scuole superiori con monte ore di curricolo poderoso, e pertanto maggiormente gravati da un ingresso a orario “posticipato”.

E se nello scorso anno scolastico il malcontento si è potuto in qualche modo contenere, è solo per la massiccia scelta da parte delle famiglie della didattica a distanza, vista l’opzione loro lasciata dalle ordinanze del presidente Emiliano. Sappiamo tutti che è il secondo turno a generare critici interrogativi a cui poco si sta dando importanza: un ragazzo che rientra ogni giorno a casa nel tardo pomeriggio, non sarà già troppo stanco per potersi rimettere a studiare? Quanto renderà questo studio? Quale sarà la qualità di vita di questi studenti? Che tempo avranno da dedicare allo sport, alla musica, ai loro hobbies? Che tipo di itinerario formativo si può offrire e pretendere, a queste condizioni? Quale la qualità di questo percorso, per il quale le scuole si spendono costantemente facendo le acrobazie tra i vincoli imposti dall’esterno e le attese in termini di formazione? Ci siamo mai chiesti in che misura, tutti questi fattori, misti alla consapevolezza del rischio contagio su mezzi di trasporto, abbiano inciso nella scelta che famiglie e studenti hanno esercitato per buona parte dell’anno scolastico precedente, preferendo la didattica a distanza a quella in presenza?

Finché ci è stata data la possibilità di partecipare ai tavoli istituzionali, fino cioè ad un anno fa, prima che a detti tavoli venissero invitati soltanto i nostri referenti, noi dirigenti scolastici abbiamo palesato da più parti le nostre perplessità in merito ai “doppi turni” e alla situazione trasporti. Abbiamo sovente invocato, al posto dei doppi turni, un potenziamento delle corse, anche eventualmente con il ricorso al trasporto privato, potenziamento che non è mai concretamente avvenuto in modo incisivo e risolutivo. Arriviamo, dunque, a quasi due anni dall’inizio della pandemia, ad un punto in cui di fronte a noi si profila la stessa sconfortante prospettiva di un anno fa: i doppi turni come soluzione al problema ‘sovraffollamento’ nei mezzi di trasporto. Nonostante gli sforzi organizzativi messi in campo dalla scuola brindisina, come dalle altre scuole della Regione, per suddividere gli studenti in fasce orarie, e secondo le percentuali di volta in volta richieste, sia all’arrivo che alla ripartenza, al fine di ridurre i flussi di utenza sui mezzi pubblici, il servizio di trasporto continua a presentare non poche criticità, in continuità con l’anno scolastico precedente.

E’ innegabile che occorra intervenire in modo concreto sui trasporti per risolvere le problematiche che tutti conosciamo. Ma è altrettanto innegabile quanto la collaborazione istituzionale rimanga solo teorica o poco sostanziale, se non si riconosce che la stessa debba partire dai noti punti di criticità per addivenire ad una comune soluzione che non sempre è la più ovvia o scontata, e non sempre deve passare dai sacrifici della Scuola che poi sono, soprattutto, quelli degli studenti e delle loro famiglie. Invece adesso, ancora una volta, si chiede l’ennesimo sforzo organizzativo alle Scuole, trascurando che la Scuola, prima di essere un ufficio amministrativo, è innanzitutto un’agenzia educativa che deve tendere ad una formazione di qualità dei propri giovani. Si chiede l’ennesimo sacrificio agli studenti e alle loro famiglie, che vedranno minati ancora una volta qualità dello studio e della vita. Ci chiediamo, a questo punto, che significato abbiano tutte le svariate dichiarazioni – politiche e non - di supporto alla Scuola. Ci chiediamo perché i finanziamenti ai trasporti non mostrino finalmente il loro benefico effetto, a distanza di quasi due anni dall’inizio della pandemia.

Si ha l’impressione invece, che dal punto di vista del trasporto, non solo si sconti un annoso sottodimensionamento, ma in 18 mesi poco o nulla si sia fatto per scongiurare un sistema a doppio turno che nuoce all’intera comunità scolastica, studenti in primis, le cui necessità spesso sono le ultime ad essere tenute in considerazione. Ci chiediamo come mai i tavoli istituzionali si svolgano a ridosso dell’inizio delle lezioni, e perché apprendiamo dagli articoli di giornale che si vorrebbe chiedere alle scuole di modificare calendari scolastici deliberati e comunicati oramai due mesi fa. Ci chiediamo come mai nessuno si interroghi sulla sostenibilità didattica di un modello organizzativo che impatta gravemente sulla vita dei ragazzi e sulla qualità del loro percorso formativo, quale il modello “a doppi turni”. Ci chiediamo perché i Dirigenti scolastici non siano consultati come portatori di esigenze didattiche e pedagogiche innanzitutto, invece che esclusivamente delegati quali “organizzatori del servizio”. Pertanto riteniamo opportuno, se non necessario, che sia indetto un incontro urgente con tutti i Dirigenti scolastici delle Istituzioni del secondo ciclo che conoscono le peculiarità delle Comunità che dirigono.

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