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Sabato, 27 Aprile 2024
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Ricostruzione colonna Romana: "Andrebbe invece rivalutato il parco archeologico di Valesio"

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Francesco Saponaro, segretario di Io Sud per la Provincia di Brindisi sull'idea di alcuni esponenti della politica brindisina di ricostruire la colonna romana

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Francesco Saponaro, segretario di Io Sud per la provincia di Brindisi, sull'idea di alcuni esponenti della politica brindisina di ricostruire la colonna romana mancante sulla scalinata Virgilio 

È di questi giorni la notizia del movimento di idee per “ricreare”, ovvero ricostruire, la seconda colonna romana di Brindisi. Tralasciando di considerare per un attimo che l’iniziativa lascia trasparire la sensazione che si voglia fuorviare l’attenzione dai veri problemi della Città, o che in definitiva questo sia il risultato finale, v’è da rimanere sgomenti. 

Alcuni anni or sono, mi trovai a discutere con il compianto Decio De Mauro, architetto, noto urbanista e per diverso tempo presidente dell’Ordine degli Architetti di Brindisi. Discutevamo dei lavori di restauro, non di ristrutturazione, di alcune opere millenarie della nostra città; le parti mancanti erano state ricostruite ed il colpo d’occhio era aberrante. Decio De Mauro era incredulo, forse inorridito. Il restauro non avrebbe dovuto prevedere in alcun modo il ripristino con elementi nuovi; si stava offendendo la storia.

Francesco Saponaro

Provate ad immaginare il Colosseo o i Fori Imperiali di Roma ricostruiti e peggio ancora, ricostruiti con marmi o pietre di recente lavorazione. Nessun esperto in beni culturali potrebbe mai avallare una iniziativa di tal genere. Le colonne romane sono conosciute così come sono sin dal 1528, allorquando la seconda colonna crollò e non fu mai più ripristinata. È un brand che ci caratterizza ormai, nel frattempo in mezzo millennio di storia è accaduto di tutto ma le colonne romane sono rimaste li com’erano. 

Va da sé che è ben diverso sostituire, come è stato sostituto, il capitello originale dell’altra colonna romana, quella rimasta integra, con il suo calco, al solo scopo di preservarne il deterioramento dovuto agli agenti atmosferici ed all’inquinamento. Col pensiero rivolto alla dignità storica di questo territorio, invece, andrebbe rivalutato un parco archeologico poco noto, quello di Valesio, per esempio, nel territorio di Torchiarolo.

Valesio resti del villaggio

Chiunque, percorrendo la superstrada 613 tra Brindisi e Lecce, avrà sicuramente notato che, proprio in prossimità di Torchiarolo, il tracciato stradale affronta curve impegnative, per alcuni aspetti “pericolose”. In quel tratto la superstrada accarezza una delle risorse più importanti della provincia di Brindisi, il parco archeologico di Valesio che ha portato a ritrovamenti risalenti persino all’età del ferro. Si tratta di un’area mai pienamente esplorata che merita attenzione e rappresenta una risorsa culturale, storica ed economica in lunga attesa per essere adeguatamente valorizzata.

Proviamo ad immaginare quanti, tra archeologi, guide turistiche, addetti ai servizi di supporto, troverebbero una stabile occupazione lavorativa, senza trascurare l’arricchimento culturale  e occupazionale dell’intero territorio circostante. 

È necessario però impiegare rilevanti risorse economiche che consentano la messa in sicurezza,  la valorizzazione del sito e la conseguente sua fruibilità turistica con paragoni non sempre secondari ad altri parchi di rilevanza nazionale. C’è bisogno di investimenti, di risorse e di specialisti del settore: avremmo risolto una porzione del nostro problema occupazionale e apriremmo ampie prospettive di sviluppo locale.

Di sicuro è una iniziativa che richiede l’impiego di asset istituzionali allargati per non lasciare solo un piccolo Comune, come quello di Torchiarolo, ad affrontare problemi diversamente insormontabili.

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