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Cronaca

"Ti affogo in mare": sindacalista Cobas sotto processo

Imputato Bobo Aprile per minacce dopo la denuncia dell'imprenditore Franco Giannone della Salento Port Service di Lecce. Al centro del dibattimento una telefonata che risale al 30 settembre 2014. La difesa: "Non è vero, mi chiamò lui, io stavo difendendo i lavoratori del porticciolo"

BRINDISI – Il sindacalista Cobas, Roberto Aprile, è finito (di nuovo) sotto processo: è imputato in relazione a una telefonata denunciata dall’imprenditore Franco Giannone della Salento Port Service di Lecce, nel corso della quale, secondo l’accusa, avrebbe minacciato il titolare di “affogarlo in mare”.

Il sostituto procuratore Milto De NozzaIl processo parte domani davanti al Tribunale di Brindisi e Aprile, volto più che noto dell’organizzazione sindacale, da sempre in prima linea nella difesa dei diritti dei lavoratori, sarà presente in udienza per difendersi dalla contestazione. Anche in questa occasione sarà assistito dall’avvocato Mauro Masiello.

La citazione diretta a giudizio porta la firma del sostituto procuratore Milto Stefano De Nozza (nella foto), all’esito delle indagini partite dall’indomani della denuncia presentata da Giannone che, in quanto tale, è stato indicato come parte lesa e di conseguenza domani potrà presentare, tramite il suo legale di fiducia, richiesta di costituzione di parte civile per chiedere un risarcimento dei danni, in caso di condanna dell’imputato.

Dove sia la ragione, chi sostiene il vero, sarà il Tribunale a stabilirlo attraverso l’ascolto di una serie di testimoni, quella della pubblica accusa e quelli della difesa. Il dibattimento in effetti si annuncia ricco di confronto tra le parti, visto che le versioni sono opposte, partendo dalla stessa telefonata che di fatto è al centro del processo. Perché Giannone sostiene di aver ricevuto la chiamata da Aprile e di essere stato minacciato dal sindacalista e Aprile sostiene che a telefonare sia  stato il primo.

Il porticciolo turistico di Brindisi“La vera colpa di Aprile è stata  quella di aver difeso i diritti dei lavoratori, in questo caso chi lavorava nel porticciolo turistico di Brindisi (in foto)”, si legge nel comunicato stampa con cui è stata data la notizia del nuovo processo a carico del sindacalista Cobas. “C’erano  lavoratori della struttura che chiedevano di recuperare  somme ritenute mancanti dalla busta paga”.

“Il Cobas aveva cercato nel corso di diversi mesi e a piccoli passi di costruire un percorso con il presidente del Porticciolo, Dario Montanaro, rivolto a dare serenità a questo gruppo di lavoratori.  Respingemmo anche il licenziamento di quattro precari che in effetti non lo erano, perché da tanti anni svolgevano attività con  contratti di breve durata”.

“In diverse occasioni il sindacato evidenziò le condizioni lavorative all’interno della struttura, il cui socio di maggioranza è Igeco. Lo facemmo unitamente alla denuncia che la grande opportunità che il porticciolo di Brindisi poteva rappresentare per il nostro territorio e che non c’è stata”, è scritto nella nota.

 “Il tutto veniva vanificato, secondo noi, da una gestione  strana e contraddittoria che puntava  alla estromissione del Comune di Brindisi come socio di minoranza che alla fine ha deciso di vendere le sue azioni”. L’Amministrazione cittadina, nel frattempo, nella seduta del Consiglio comunale del 22 dicembre scorso, ha deliberato la dismissione, quindi, la vendita, del pacchetto azionario pari al 20, 22 per cento di cui è proprietario e il bando di gara è pronto per essere pubblicato.

Ci sarà, infatti, un’asta pubblica con offerte al rialzo sul valore di 198mila euro, sulla base del stima sul valore di mercato fatta dal prof Dell’Atti dell’Ateneo di Bari, ex revisore dei conti dell’Ente. La cessione è il “risultato dell’attività istruttoria”  che ha portato ad accertare l’assenza di “estremi per un interesse rinnovato dell’Ente al mantenimento della partecipazione”, anche partendo dall’analisi delle condizioni di salute delle società Bocca di Puglia, nata nel 2003 per la costruzione e la gestione del porticciolo a vocazione turistica. L’ultimo bilancio disponibile si riferisce al 2014, anno chiuso con una perdita pari a 297.052 euro, “a seguito  della contrazione dei ricavi “caratteristici” e della lievitazione degli interessi sul debito verso l’azionista di maggioranza Igeco. Di conseguenza il capitale è andato giù in picchiata, riducendosi di oltre un terzo, trascinato da continue perdite, arrivate a quota 687.726 euro. Da qui la scelta.

Protesta Cobas, con Bobo Aprile.-2“Ricordiamo per dovere di cronaca che Tommaso Ricchiuto  è stato arrestato nei mesi scorsi  per presunte tangenti nell’appalto della raccolta dei rifiuti urbani a Cellino San Marco”, è scritto nel comunicato. Ricchiuto nel frattempo è tornato in libertà ed è imputato in relazione alla sua qualità di presidente del consiglio di amministrazione della Igeco, società che partecipò al bando di gara e ha scelto il processo ordinario per dimostrare la propria estraneità alla condotta contestata dalla Procura di Brindisi.

“Quanto al processo che parte domani, secondo l’accusa che ha formulato il pm , il tutto sarebbe partito da una telefonata che Roberto Aprile (nella foto con un gruppo di lavoratori) avrebbe fatto nei confronti del proprietario della ditta ,Franco Giannone , il 30 Settembre 2014. La telefonata invece è stata ricevuta da Roberto Aprile mentre era in compagnia di un centinaio di cittadini riuniti in un sit in sotto il Tribunale di Brindisi dove di lì a poco si sarebbe svolta  l’ultima udienza del processo del blocco dei disoccupati alla Monteco”.

Aprile e Giannone avranno modo di fornire la propria versione dei fatti in udienza. La verità processuale arriverà solo con la sentenza.

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